Corriere della Sera (Milano)

La frode, i bolidi e la casa vista Duomo

Caso Consultmar­keting, indagate tredici persone. Raggirati l’erario e i lavoratori

- di Giuseppe Guastella

Per anni la strategia della Consultmar­keting Spa, azienda di ricerche di mercato per grandi marchi, sarebbe stata quella di non pagare le tasse e di sfruttare i lavoratori, per abbattere i costi e vincere la concorrenz­a. In tredici, tra amministra­tori e consulenti, sono indagati dalla pm milanese Donata Costa per associazio­ne a delinquere, frode fiscale, reati tributari e turbativa d’asta. Nove persone arrestate e quattro sottoposte a misure interditti­ve. Ammontavan­o a 21,4 milioni di euro le compensazi­oni illegittim­e tra crediti di imposta inesistent­i e debiti (invece esistenti) con l’Erario: una sorta di forma di autofinanz­iamento di cui la Spa ha abusato per anni.

Abbattere i costi e vincere la concorrenz­a è facile quando non si pagano le tasse e si sfruttano i lavoratori. Per anni è stata questa la strategia della Cosultmark­eting Spa, secondo un’indagine del pm milanese Donata Costa per associazio­ne a delinquere, frode fiscale, reati tributari e turbativa d’asta su 13 persone, tra amministra­tori e consulenti, nove arrestate e quattro sottoposte a misure interditti­ve. Sequestrat­e a un indagato due Ferrari e una Porsche, ad un altro un prestigios­o appartamen­to vista Duomo in centro.

Nel 2016 la Consultmar­ketig Spa, azienda di ricerche di mercato per grandi marchi, licenziò parte dei 1.100 dipendenti, facendo a molti un contratto di collaboraz­ione (nel 2018 il Tribunale del lavoro di Milano ordinò il reintegro di 350 lavoratori). Non era il solo modo per ridurre le spese. Secondo il pm Costa e la Gdf, un’altra generosa sforbiciat­a ai costi avveniva facendo figurare nei bilanci crediti di imposta inesistent­i che compensava­no i debiti (esistenti) con l’erario. Un meccanismo che ricorda quello delle cooperativ­e di lavoro, per esempio di autisti che trasportan­o le merci dei supermerca­ti, i quali, così, evitano di assumere. Cooperativ­e che spesso falliscono senza pagare contributi e tasse.

Il 25 giugno del 2018, il collegio sindacale della Consultmar­keting denunciò pesanti irregolari­tà. Quattro giorni prima era stato arrestato a Napoli un consulente della società, Renato De Luca, commercial­ista accusato di progettare le false compensazi­oni fiscali. Cinque mesi dopo, il Pm Costa chiese il fallimento della società. Dalle indagini, annota il gip Roberto Crepaldi, è emerso che la Consultmar­keting aveva beneficiat­o di compensazi­oni illegittim­e per 21,4 milioni di euro che, in sostanza, erano come «una forma di auto finanziame­nto», tanto che non aveva debiti con le banche.

La Guardia di finanza ha anche accertato un continuo depauperam­ento del patrimonio. Guerino Moffa, 56 anni (in carcere), amministra­tore di fatto e socio totalitari­o di Consultmar­keting, è accusato di aver usato il denaro della società per le spese personali sue, della ex moglie e di un suo legale e di aver bonificato 800 mila euro a una società peruviana poi finiti su un suo conto personale.

Per il gip Crepaldi, Moffa aveva la «prassi consolidat­a» di «operare in spregio totale delle regole di corretta gestione e delle dinamiche di mercato» lavorando «sotto costo» grazie alle violazioni fiscali e, quando il debito con l’erario diveniva insostenib­ile, faceva «fallire la società», intestata a un prestanome, e ne trasferiva l’attività ad un’altra. Altri 3,5 milioni sono partiti alla volta della Bulgaria per finire in società, dice l’accusa, riferibili a Pompeo Vincenzo Bava, 53 anni, presidente della Consultmar­keting legato al commercial­ista napoletano con il quale è coinvolto nel fallimento di un’ altra società, proprietar­ia dell’ appartamen­to sequestrat­o.

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Sigilli Una delle due Ferrari sequestrat­e
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Il lussuoso appartamen­to con vista sulla Madonnina sequestrat­o a uno dei 13 indagati tra amministra­tori e consulenti della società. Nelle prime due foto da sinistra, la Porsche e la Ferrari requisite a un altro degli indagati
Sotto sequestro Il lussuoso appartamen­to con vista sulla Madonnina sequestrat­o a uno dei 13 indagati tra amministra­tori e consulenti della società. Nelle prime due foto da sinistra, la Porsche e la Ferrari requisite a un altro degli indagati
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