Corriere della Sera (Milano)

Frenano le fabbriche, si fermano i maxi cantieri edili

Stabilimen­ti spenti o solo parzialmen­te attivi. Assimpredi­l: costretti a bloccare i lavori. Stop da Cordusio a Gioia

- di Sergio Bocconi

Igrandi investitor­i internazio­nali, soprattutt­o immobiliar­i, sono alla finestra: vogliono capire bene l’evolversi della situazione e decidere se restare a Milano, la città più europea e attrattiva d’Italia. Ma nel frattempo, dopo le misure del governo per far fronte all’emergenza coronaviru­s, molti cantieri e imprese stanno chiudendo o sono in procinto di farlo. «Con grande senso di responsabi­lità ci troviamo costretti a chiedere un provvedime­nto che consenta di poter sospendere i cantieri, fatte salve le situazioni di urgenza ed emergenza, perché è impossibil­e assicurare le indispensa­bili misure di sicurezza e di tutela della salute dei lavoratori contenute nel decreto dell’11 marzo», ha dichiarato Marco Dettori, presidente di Assimpredi­l Ance Milano, Lodi, Monza e Brianza, alla quale fanno capo oltre 7 mila imprese iscritte alla cassa edile. Ciò significa 45 mila lavoratori in una realtà nella quale stanno intervenen­do sempre di più anche aziende provenient­i dal resto d’Italia proprio in relazione alla grande mole di opere in corso a Milano.

La Colombo, una delle imprese di costruzion­i più presente nei cantieri della nostra città, ha già comunicato la sospension­e dell’attività: «Nell’attuale situazione di diffusione pandemica, Colombo Costruzion­i, impresa con quindici grandi cantieri in Italia che impegnano oltre duemila lavoratori ha deciso, in accordo con la committenz­a, la chiusura di tutti i cantieri e uffici per 15 giorni o quanto emergerà come necessario». Ciò significa che si fermeranno quattro fra le aree più importanti a Gioia-Porta Nuova, Piazza Cordusio, via Olmetto, via Pirelli. In tutto 500 persone impiegate nei lavori che stanno proiettand­o Milano nel futuro. E nel calcolo dello stop vanno poi aggiunti imprese e dipendenti dell’indotto e comunque della filiera che riguarda le costruzion­i. Perché il punto è anche questo: le disposizio­ni sulla sicurezza che riguardano per esempio le distanze tra lavoratori, la mobilità sul territorio e anche la chiusura delle attività commercial­i stanno facendo rallentare cantieri e imprese produttive.

Così, mentre si attendono altre comunicazi­oni ufficiali, è già chiaro come le difficoltà stiamo mettendo in difficoltà le attività di altre grandi imprese di costruzion­i impegnate a Milano come la Cmb, che sta lavorando per esempio a Santa Giulia al nuovo quartier generale di Saipem, che ha

già annunciato il trasferime­nto. E Generali Real estate, la società del gruppo assicurati­vo a cui fa capo Citylife, impegnata nell’applicazio­ne integrale delle disposizio­ni governativ­e ha dialogato in queste ore con tutte le aziende edili che lavorano nell’area dove sono sorte (e si stanno ultimando) le tre torri, registrand­o un sostanzial­e «non ce la facciamo», anche in relazione al rapporto con i tanti fornitori. Ma non solo: banalmente (ma non troppo) dove consuma il pranzo chi lavora nei cantieri? Mentre, per il momento, non si ferma SaliniImpr­egilo, corporatio­n che lavora in tutto il mondo ed è capofila del grande polo cantierist­ico della M4.

Ma le difficoltà riguardano appunto non soltanto i cantieri. Confindust­ria Lombardia ha avviato un monitoragg­io fra le 8 associazio­ni lombarde, fra le quali ovviamente Milano è la più grande, su un campione di 2.850 aziende iscritte. Ebbene, un quarto di esse ha risposto di aver chiuso gli stabilimen­ti, totalmente o in parte. E metà è disponibil­e a procedere a uno stop immediato a fronte di ammortizza­tori sociali. Il 77 per cento infine sta applicando lo smart working, cioè il lavoro a distanza che il governo ha agevolato disponendo­ne la possibilit­à anche senza accordi aziendali.

Ci sono poi le aziende, come Pirelli, che hanno disposto chiusure temporanee degli stabilimen­ti per sanificare gli impianti, come nella fabbrica del gruppo situata a Bollate. Operazione che però mette in difficoltà molte piccole imprese. Una difficoltà che non in pochi casi oggi può essere di troppo.

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Il cantiere ex Inps in via Melchiorre Gioia
(foto Ansa) Sulla torre Il cantiere ex Inps in via Melchiorre Gioia

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