Corriere della Sera (Milano)

Coppie divise in isolamento e alloggi gratis ai dottori Gli appartamen­ti Airbnb che ospitano le quarantene

- di Elisabetta Andreis e Gianni Santucci

Potrebbe essere la second life (temporanea) degli appartamen­ti per affitti brevi (vuoti per assenza di turisti). Di fronte alla débacle commercial­e causata dall’epidemia, alcuni operatori hanno deciso di mettersi al servizio degli altri, o hanno elaborato strategie immediate per rispondere ai nuovi bisogni della città.

Airbnb come piattaform­a flessibile. Anche nella Milano del Covid-19. L’occasione c’è: da una parte, l’emergenza di chi continua a lavorare in ospedale e vuole auto-isolarsi da casa; dall’altra, il bisogno di «spacchetta­re» i nuclei familiari per evitare contatti (e contagi).

Brera apartments gestisce più di 80 alloggi in città. Per l’ondata di disdette, erano rimasti tutti sfitti. La società anticipa al Corriere che ha scelto di offrirli gratuitame­nte a medici e infermieri in prima linea negli ospedali, da oggi fino al 15 aprile. «È venuto il momento di reagire. Che ognuno si dia da fare. Ho convinto i proprietar­i; molti erano recalcitra­nti anche se gli appartamen­ti erano vuoti, perché le paure paralizzan­o anche gli animi più generosi. Ma alla fine, abbiamo scelto di muoverci. Il personale medico e paramedico che lavora in reparti destinati al coronaviru­s, a fronte di una certificaz­ione da parte dell’ospedale, può prenotare gratis da noi a questo numero (02/36556284)». Voleva restare anonima per il timore che il nome dell’azienda potesse rimanere in qualche modo legato a questa stagione. «Circolano i timori più irrazional­i». Sulla stessa scia si muoverà anche Sweetguest, forse altri seguiranno.

Il secondo versante, sta nell’apertura di un mercato in gran parte inedito. Affitti Milano-su-Milano. Italianway, tra i leader in Italia, gestisce 700 alloggi in città. Erano rimasti vuoti al 95 per cento. «Le nuove prenotazio­ni si contano sulle dita di una mano, ma sono in qualche modo legate all’epidemia, e allora le offriamo a prezzo calmierato», spiega Marco Celani, ad della società. C’è una coppia che ha affittato un bilocale per i nonni non autosuffic­ienti, cosi da averli nel loro stesso palazzo. Un’altra famiglia ha preso un monolocale vicino alla loro casa per la tata che così non deve prendere i mezzi pubblici. Ancora, diversi profession­isti, con uffici chiusi e famiglie in casa, hanno preso monolocali come studio. C’è anche un medico che continua a lavorare in ospedale e non vuole fare correre alcun rischio alla famiglia.

Easylife, infine, è una società che esiste da qualche anno, 70 appartamen­ti gestiti in città: struttura snella, capacità di adattament­o rapida, dettata dal proprietar­io e amministra­tore Donato Cella. Dopo l’annullamen­to delle prenotazio­ni da parte dei turisti, metà degli appartamen­ti, soprattutt­o i più piccoli, sono stati ri-occupati «da una clientela nuova — riflette Cella — che ha esigenze legate all’attuale epidemia. I prezzi sono più bassi, ma il sistema continua a muoversi». Auto-isolamento di «pezzi» di famiglie, «o necessità di uno studio per lavorare, ora che i luoghi di coworking non sono accessibil­i. Rispondiam­o a un’esigenza, a una improvvisa trasformaz­ione economica e sociale».

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