I MIRACOLI DELLA SANITÀ E LA MASCHERINA DI FONTANA
Scrivo per segnalare come la categoria dei farmacisti sembri essere stata abbandonata a se stessa. Lasciare la libertà di operare a battenti aperti ha prodotto, di fatto, situazioni di costante assembramento, soprattutto nelle periferie, dove è davvero difficile far rispettare le norme. Le farmacie devono essere sanificate e devono operare a battenti chiusi. Ne va della salute e della capacità di resistenza, in questo momento in cui i dipendenti non possono permettersi di ammalarsi. Le aziende che gestiscono le farmacie sembra stiano facendo poco o nulla per proteggere il loro personale, approfittando di questo momento così critico per trarne il maggior profitto possibile. Servono regole ferree, non discrezionalità.
Istruzione online
Sono un’insegnante di scuola primaria a Milano. Nonché mamma di un giovane iscritto a un corso di laurea magistrale alla Cattolica. Lavoro da casa, molte ore al giorno, tentando di mantene
Caro Schiavi, ho letto la risposta alla lettera sul Corriere di ieri e un riferimento al contributo della sanità privata che non mi pare corretto, soprattutto nei confronti dei medici, infermieri, ricercatori e staff che stanno lavorando senza sosta per curare i pazienti in questo momento difficile per tutti. Gli ospedali Humanitas, da quando è iniziata l’epidemia, si sono subito prodigati per intervenire e curare il maggior numero di pazienti Covid-19 positivi. Lo stesso mi risulta sia fatto da altri Irccs e ospedali della sanità privata. L’Humanitas di Rozzano fin dall’inizio dell’emergenza ha accolto, tramite la rete regionale di emergenza e urgenza, pazienti provenienti da Lodi e dagli ospedali delle zone rosse.
Negli ultimi giorni, anche numerosissimi pazienti del territorio. Al momento in Humanitas sono presenti più di 120 pazienti affetti da Covid-19, di cui 18 ricoverati in Terapia intensiva. Da ieri iniziamo a dimettere i primi pazienti guariti. L’ospedale, come parte della Rete regionale, è stata designata come hub del territorio per lo Stroke e la Chirurgia oncologica, oltre che come struttura di riferimento per i pazienti affetti da Covid-19. Ogni attività chirurgica programmata è stata sospesa, come ogni attività rimandabile, per garantire disponibilità di postazioni di Terapia intensiva e di re viva la comunicazione con i miei alunni e dare loro la sensazione di essere comunque una classe. Sono collegata con loro attraverso una delle piattaforme per la didattica online, ricevo e invio video saluti, email, partecipo e organizzo momenti di incontro collettivo video, scrivo su Whatsapp alla rappresentante di classe... Insomma nel personale da destinare alle aree critiche. A Bergamo, Humanitas Gavazzeni, 220 posti letto dei 260 di cui dispone l’ospedale, sono per pazienti Covid-19 in Terapia intensiva, degenze e Pronto soccorso. Nei laboratori di ricerca i nostri immunologi sono al lavoro, in stretta collaborazione con la virologia di San Raffaele e Spallanzani. Siamo tutti in prima linea.
Caro Bruno, la sanità milanese e lombarda sta facendo miracoli, è sotto gli occhi di tutti. In pochi giorni i posti in terapia intensiva da 723 sono diventati 1.100, con altri 1.500 letti di terapia sub intensiva. È una corsa a tamponare la moltiplicazione dei casi, un impegno che dimostra professionalità, disponibilità e coraggio: chi opera in questa trincea merita il grazie di noi tutti. Pubblico e privato si sono allineati e il gioco di squadra funziona, il mio riferimento era a qualche piccola struttura nella fase iniziale dell’emergenza. Se c’è stata una leggerezza di cui mi scuso, invece riguarda il presidente Fontana: la sua mascherina era un vero allarme. Dal primo giorno la Regione ha tenuto una linea coerente: circoscrivere il virus. Tiremm innanz. mio piccolo mi sono organizzata per far sentire la presenza della scuola ai miei bambini, oltre a mandare qualche attività da svolgere.
Intanto, però, mio figlio si aggira per casa come un leone in gabbia perché dalla sua prestigiosa università non riceve quasi nulla. Le video lezioni sono lasciate alla volontarietà dei docenti, i materiali ricevuti ormai li ha letti tutti, sta perdendo il suo tempo e i nostri soldi. Sono arrabbiata e delusa. So che è faticoso, so che si lavora anche più del solito, ma so anche che si può fare, che si deve fare, che abbiamo l’obbligo morale e professionale di far sentire agli studenti che la scuola non si ferma davvero.
Contagiati e presunti tali
I segnali che vanno dati
Vademecum per il virus
Si parla molto dei sintomi e dell’incubazione ma non si hanno risposte per chi ha contratto il virus o per chi manifesta sintomi solo lievi. I medici di base sottovalutano la situazione. Serve un vademecum per i contagiati.