«Via i turisti dalla Valtellina»
Ventuno primi cittadini della comunità montana scrivono a prefetto e ministero degli Interni: «Assistiamo impotenti al viavai dei non residenti»
«Le forze dell’ordine respingano i non residenti». La proposta è di Renata Petrella, sindaco di Chiesa in Valmalenco.
LECCO Risponde al telefono mentre sta gestendo il primo caso di coronavirus nel suo paese. «Dovevamo aspettarcelo, non siamo immuni e nemmeno un’isola felice. Forse dovrebbe iniziare a capirlo anche chi in queste ore sta continuando a raggiungere le località turistiche. Venerdì sera sono salite moltissime auto. La maggior parte sono proprietari di seconde case, che hanno portato qui la famiglia e poi fanno avanti indietro nel fine settimana». Renata Petrella è il sindaco di Chiesa in Valmalenco, 2.700 abitanti, cime ancora innevate alle porte di Sondrio. È stata lei, prima che gli impianti sciistici chiudessero per decreto, a lanciare l’allarme per le code davanti alla funivia. «I gestori che cercavano di distanziare gli sciatori in alcuni casi si sono sentiti rispondere con pesanti insulti. Adesso l’emergenza è un’altra. Ci sono case che erano chiuse da anni riaperte in questi giorni, intere famiglie che arrivano di notte. Noi viviamo di turismo e li abbracceremmo tutti se potessimo, ma in questo momento serve un po’ di responsabilità. Il problema, e qui parlo da avvocato, è che il decreto dice che è consentito rientrare nelle proprie abitazioni, forse era il caso di precisare dimora abituale».
Il prefetto di Sondrio avrebbe chiesto delucidazioni in merito al ministero, intanto i 21 sindaci che fanno capo alla Comunità montana Valtellina, insieme ai primi cittadini di sei comuni della bassa valle, Ardenno, Buglio in Monte, Delebio, Mello, Rogolo e Talamona, hanno scritto una lettera al presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana e all’assessore Massimo Sertori, per chiedere di «dare il potere alle forze dell’ordine di respingere i non residenti». «Polizia e carabinieri possono solo invitarli a tornare indietro — dicono —. La popolazione locale vive con paura e nervosismo questo stato di cose e in alcuni paesi potrebbero anche verificarsi episodi sgradevoli».
«Da noi la situazione è tranquilla, ma capisco la difficoltà dei centri più piccoli dove i servizi sono limitati e si fa più fatica a garantirli se aumenta la popolazione —, spiega il sindaco di Sondrio Marco Scaramellini —. Non rimandiamo indietro nessuno, solo chiedo a chi ha raggiunto la Valtellina di non muoversi da casa se non per stretta necessità. Non sono in vacanza». Appello rilanciato anche dal sindaco di Bormio Roberto Volpato: «Qualcuno alla spicciolata continua ad arrivare. Li invitiamo ad avere comportamenti responsabili». «Siamo un popolo solidale — gli fa eco l’assessore regionale alla Montagna Massimo Sertori —. Prendiamo atto della lettera dei sindaci e sproniamo tutti a rispettare le regole».
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