Delpini: affrontiamo la grande libertà che dà senso alla vita
Messa dell’arcivescovo nella chiesa del Policlinico
«La situazione drammatica che si è creata in questa nostra terra può indurre a inseguire ogni minuzia, ogni informazione che sia resa disponibile, allo scopo di rassicurare o di spaventare, di confondere o di fare chiarezza. Siamo disposti ad ascoltare di tutto, a vedere di tutto, a credere a tutto. Forse abbiamo nostalgia delle piccole libertà, delle scelte che non impegnano troppo, della normalità confusa in cui si parla, si vive, si pensa, di agisce, gratis e senza impegno». Nella terza domenica di Quaresima, l’omelia dell’arcivescovo Mario Delpini — alla messa celebrata nella chiesa di San Giuseppe, al Policlinico — propone un distinguo tra piccole e grandi libertà. «Si vive spesso il tempo delle piccole libertà, di quelle scelte che occupano molto, ma valgono poco o niente — premette l’arcivescovo —. Le piccole libertà sono quelle che rientrano nel capitolo “faccio quello che voglio”: si giocano nelle scelte da fare tra i prodotti in vendita, scelgo quello che mi piace di più; le piccole libertà si giocano nelle cose di tutti i giorni e amano il grigiore, forse persino la confusione, là dove si immagina che una scelta non sia né buona né cattiva». E ancora: «Le piccole libertà sono proprie di chi si sente sicuro, a torto o a ragione, non so. “So di essere vivo, sto bene, so chi sport, ma in solitaria, anche al Parco delle Cave, come racconta Gianni Bianchi, presidente degli Amici di Cascina Linterno. Pattuglie di vigili a cavallo e della Protezione civile hanno battuto invece il Parco Nord, dove la direzione, con un messaggio su Facebook, ha invitato la gente a non frequentare il Parco. Messaggio aspramente contestato. «Oggi non c’era quasi nessuno, ma in settimana la gente ha strappato il nastro bianco e rosso attorno alle aree giochi o ai tavoli dove gli anziani giocano a carte — dice il presidente Marzio Marzorati —. Nessuno vuole togliere un diritto, ma è un momento in cui dobbiamo avere una responsabilità comune».
Nel fine settimana, sono stati quasi diecimila i controlli delle forze dell’ordine in tutta la città: 221 le persone denunciate per inottemperanza del decreto #iorestoacasa o per falsa autocertificazione, fra cui 19 commercianti. sono, la mia vita non dipende dalle scelte che faccio. Posso fare e disfare, tanto sono sempre io, sono sempre vivo, vivo del mio”». Ma l’arcivescovo sottolinea che «viene anche il tempo della grande libertà». Cioè «quella che si trova davanti al bivio, là dove si decide della vita e della morte; la grande libertà è intelligente, consapevole: avverte il peso decisivo della scelta; la grande libertà, pur abitando il chiaroscuro, il grigio del quotidiano, la confusione delle chiacchiere, la piazza dove si entra gratis e ciascuno dice la sua, gratis e senza impegno, prende in mano la vita e ne decide il senso». Le Letture sono state affidate a due medici dell’ospedale, con un attimo di commozione al ricordo delle vittime nella Preghiera dei fedeli.
Che cos’è che in aria vola? C’è qualcosa che non so? Come mai non si va a scuola? Ora ne parliamo un po’. Virus porta la corona, ma di certo non è un re, e nemmeno una persona: ma, allora, che cos’è? È un tipaccio piccolino, così piccolo che proprio, per vederlo da vicino, devi avere il microscopio. È un tipetto velenoso, che mai fermo se ne sta: invadente e dispettoso, vuol andarsene qua e là. È invisibile e leggero e, pericolosamente, microscopico guerriero, vuole entrare nella gente. Ma la gente siamo noi, io, te, e tutte le persone: ma io posso, e tu puoi, lasciar fuori quel briccone. Se ti scappa uno starnuto, starnutisci nel tuo braccio: stoppa il volo di quel bruto: tu lo fai, e anch’io lo faccio. Quando esci, appena torni, va a lavare le tue mani: ogni volta, tutti i giorni, non solo oggi, anche domani. Lava con acqua e sapone, lava a lungo, e con cura, e così, se c’è, il birbone va giù con la sciacquatura. Guarda se mamma o papà, quando torna, se le lava. Digli «Ok!» se lui lo fa, alla mamma dì: «Sei brava!» Non toccare, con le dita, la tua bocca, il naso, gli occhi: non che sia cosa proibita, però è meglio che non tocchi. Quando incontri della gente, rimanete un po’ lontani: si può stare allegramente senza stringersi le mani. Baci e abbracci? Non li dare: finché è in giro quel tipaccio, è prudente rimandare ogni bacio e ogni abbraccio. C’è qualcuno mascherato, ma non è per Carnevale, e non è un bandito armato che ti vuol fare del male. È una maschera gentile per filtrare il suo respiro: perché quel tipaccio vile se ne vada meno in giro. E fin quando quel tipaccio se ne va, dannoso, in giro, caro amico, sai che faccio? io in casa mi ritiro. È un’idea straordinaria, dato che è chiusa la scuola, fino a che, fuori, nell’aria, quel tipaccio gira e vola. E gli amici, e i parenti? Anche in casa, stando fermo, tu li vedi e tu li senti: si sta insieme sullo schermo. Chi si vuole bene, può mantenere una distanza: baci e abbracci adesso no, ma parole in abbondanza. Le parole sono doni, sono semi da mandare, perché sono semi buoni, a chi noi vogliamo amare. Io, tu, e tutta la gente, con prudenza e attenzione, batteremo certamente l’antipatico birbone. E magari, quando avremo superato questa prova, tutti insieme, impareremo una vita saggia e nuova.