Ultimo saluto a Lanfranco Cazzaniga
VARESE «La temperatura non sale più e ho solo l’ossigeno che da domani inizieranno a ridurre. Credo che ora la strada sia in discesa. Grazie a tutti per la vostra vicinanza. E ricordate: perdere non è ammesso». È il messaggio che ieri pomeriggio il poliziotto ricoverato all’ospedale di Circolo di Varese ha fatto recapitare tramite WhatsApp ai colleghi della questura che stanno seguendo con apprensione le sue sorti dopo la diffusione della notizia della sua positività al coronavirus in seguito ai primi problemi di salute. L’assistente di polizia, 39 anni, originario della Puglia era di servizio presso lo scalo di Malpensa ancora ai primi di marzo, in forza presso l’ufficio di polizia di frontiera. Le prime avvisaglie sono state accusate il 2 di marzo dopo un turno di notte: malessere, febbre e mal di gola. Nei giorni successivi altri sintomi da Covid-19 e il successivo ingresso all’ospedale avvenuto il 10 marzo. A seguito del ricovero è stata messa in quarantena un’intera squadra di agenti, in tutto 18 uomini della polizia che hanno lavorato col trentanovenne ed è stata ricostruita l’intera filiera dei contatti che il contagiato ha avuto con le persone in servizio allo scalo varesino.
Dopo la diffusione della notizia, le condizioni di lavoro degli operatori di pubblica sicurezza sono state al centro di dure prese di posizione sindacali: «Quanto accaduto ai colleghi dell’aeroporto di Malpensa dimostra che, se ve ne
I componenti
Era un collega che ha fatto crescere molti di noi. Quando disegnava «Corriere Soldi» e poi del «Corriere Economia», riusciva a rendere tutto semplice. Quel suo gusto raffinato, la pazienza di guidare i disegnatori in terreni complicati, dai Bot alle azioni. Sempre con il sorriso. Era fatto cosi, Lanfranco Cazzaniga, nato il 14 gennaio 1946. Amante della montagna e della sua famiglia. Lascia la moglie Loredana, i figli Marco e Francesca. E i suoi cari nipoti. Si è spento ieri all’ospedale di Legnano, colpito dal Covid19. Un saluto, Lanfranco (n.sa.) trovasse di fronte un caso conclamato di contagiato». In una nota dello scorso 23 febbraio, inviata a questura e prefettura di Varese all’indomani del primo caso di contagio in Italia conclamatosi a Codogno, il 21 febbraio il segretario provinciale di Varese del Siap, Giuseppe Tedesco, aveva chiesto «di reperire al più presto guanti e mascherine facciali Ffp3 anche con provvedimenti di somma urgenza». Il rimedio per evitare altri contagi riguarda non solo la dotazione individuale degli agenti ma anche la turnazione. «È necessario adottare importanti accorgimenti per evitare che episodi del genere si ripropongano: occorre alternare le squadre in servizio che mai devono incrociarsi, in modo che se un collega si ammala scatti la quarantena per non si rischiare di infettare gli altri».