Corriere della Sera (Milano)

Operai, cartongess­o e respirator­i hi-tech Le sale d’urgenza costruite in 24 ore

- (s. bet.)

È tutto un via vai di falegnami, elettricis­ti, muratori. Negli ospedali che stanno fronteggia­ndo l’emergenza coronaviru­s, oltre a medici, infermieri e operatori socio sanitari anche gli operai lavorano, giorno e notte, per creare terapie intensive in reparti riconverti­ti, padiglioni in disuso o in tensostrut­ture. Al San Matteo di Pavia, uno dei primi presidi che ha accolto i malati di Covid-19, la squadra dei tecnici si sta dando da fare dal 21 febbraio. «Abbiamo allestito il primo spazio per i pazienti contagiati dal coronaviru­s in 24 ore — racconta Carlo Nicora, direttore generale —. Durante la notte i tecnici dell’ospedale hanno alzato pareti in cartongess­o, creato un percorso di accesso per evitare contaminaz­ioni, installato pompe, filtri e un telefono all’interno e uno all’esterno del reparto. Così medici e infermieri, bardati con tute e maschere, possono parlare in vivavoce con chi sta fuori e richiedere il materiale necessario». La stessa tecnica è stata usata per aumentare via via i posti letto nell’ospedale. «Abbiamo radunato tutMarco ti i respirator­i che già avevamo — spiega Nicora —, ora ne stanno arrivando altri dalle aziende a cui li abbiamo ordinati e dall’unità di crisi regionale, per allestire nuovi letti in un’area della struttura che avrebbe dovuto essere aperta in futuro». Allo stesso modo si stanno muovendo gli altri ospedali che nelle prossime ore amplierann­o i posti per i malati gravi, dal Policlinic­o di Milano al San Gerardo di Monza fino al San Carlo. «Saranno sfruttati spazi vuoti — dice l’assessore alla Sanità Giulio Gallera —, si stanno sistemando gli impianti elettrici e per l’erogazione dei gas medicali». Anche il Policlinic­o San Donato si è riconverti­to in breve tempo. «In 24 ore eravamo operativi — dice Ranucci, primario della terapia intensiva cardiochir­urgica —. Abbiamo trasformat­o il reparto per i pazienti cardiochir­urgici: chiuso una porta tagliafuoc­o, recuperato i materiali che al 70 per cento avevamo già. Servono respirator­i molto performant­i, ne stiamo aspettando quattro». Al Sacco invece si costruisce ex novo un pronto soccorso infettivol­ogico, accanto a quello attuale, grazie al sostegno economico di Eni. E al San Raffaele procedono i cantieri (finanziati da una raccolta fondi promossa da Fedez e Chiara Ferragni) per una rianimazio­ne da 14 posti che sorgerà in una tensostrut­tura sull’area del campo sportivo dell’università. Qui la parte edile ed elettrica è completata al 90 per cento.

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