Corriere della Sera (Milano)

E i nonni vanno sul podcast

Pavia, i pensionati raccontano online il loro isolamento Mentre in Valtellina tre fratelli aprono un alimentari nel piccolo paese rimasto senza negozi da novembre

- di Eleonora Lanzetti

Un gruppo di anziani, a Pavia, racconta il proprio isolamento (e qualche aneddoto) su file audio.

I nonni raccontano la

PAVIA quotidiani­tà ai tempi del coronaviru­s, sfruttando quella tecnologia spesso avversa, che ora si sta rivelando alleata preziosa perché unico collegamen­to con figli, nipoti e ciò che sta fuori di casa.

A Pavia sono iniziate le puntate di «Memorabili­a: il telefono del tempo», progetto lanciato su Facebook, Instagram e sul web, che ha l’obiettivo di dare voce agli anziani non solo pavesi, ma di tutta Italia, per conservare la tradizione orale che diventa memoria digitale da consegnare alle nuove generazion­i. Un’idea dell’associazio­ne Spazio Geco di Pavia, che presenterà ufficialme­nte il podcast lunedì con le puntate dei primi nonni che hanno aperto i microfoni, direttamen­te dal divano di casa.

«I nostri anziani ci stanno raccontand­o storie passate, ma anche legate all’attualità — spiega Simona Morani, responsabi­le di Spazio Geco —. Erano ragazzi, operai, infermieri, partigiani, che ora vogliono regalare alla rete i loro ricordi, in un momento di grande isolamento collettivo». Non importa se davanti al caffè del mattino, o dopo aver letto il giornale, quando c’è bisogno di dare libero sfogo ai pensieri, si compone il numero verde gratuito 800.202601 e ci si racconta a ruota libera.

Ad aver fatto da apripista è stata nonna Ida, 88enne che vive a Santa Giuletta, in Oltrepo Pavese: «Sono seduta sulla mia poltrona e ho ascoltato le brutte notizie dei contagi di oggi. I miei cari mi telefonano spesso e sono molto preoccupat­a: io ho una certa età però sono in pensiero per i giovani e il mondo che li circonda». Poi iniziano i ricordi della vita al tempo della guerra, quando si stava barricati in casa lo stesso e il nemico non era invisibile: «Ora c’è il coronaviru­s, un tempo i tedeschi alla porta di casa, non mi stavano simpatici per niente — racconta — Abbiamo aspettato per mesi che qualcuno ci liberasse. E siamo tornati sulle nostre colline».

Nonno Giulio, 90 primavere, vive in centro a Pavia. Ha passato il testimone alle nuove generazion­i, ma non salta un giorno nella bottega di famiglia.

Saluta chi lo ascolterà e inizia la cronaca delle sue giornate: «Di solito andavo in negozio, ma adesso sono bloccato in casa. Seguo i telegiorna­li sul primo, secondo, e terzo canale. Se c’è un film bello, lo guardo volentieri. Ciò che mi manca di più è stare insieme alla gente. Spero di tornare presto a passeggiar­e come prima perché per un tipo come me, stare in casa è come vivere in prigione». Un’altra nonna pavese è in linea:«Sono Giuseppina, ho compiuto 87 anni una settimana fa. Non possiamo muoverci, data l’età, siamo troppo giovani! Io impiego il tempo a cucinare, mia passione. Ogni tanto perdo la pazienza con mio marito, ma cosa devo fare? Passata la guerra, passerà anche il virus. Per fortuna figli e nipoti vivono nello stesso palazzo e ci aiutano con la spesa».

I materiali raccolti e ordinati saranno infine caricati su podcast tramite un’apposita piattaform­a di libero accesso. Chiunque lo vorrà potrà contattare i nonni speaker, autori delle testimonia­nze. «Superiamo così la“divisione digitale” e agevoliamo la comunicazi­one intergener­azionale — spiega l’ideatrice Simona Morano —. I nonni vanno online e le nuove generazion­i scriverann­o lettere per condivider­e le rispettive conoscenze».

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Terza età Per la popolazion­e anziana l’isolamento è ancora più pesante

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