Ex Ticosa, un rilancio da 96 milioni
Como: municipio, centro direzionale e verde nell’area in stato di abbandono da anni
Un progetto da 96 milioni di euro. Il Comune di Como ha presentato il masterplan per l’ex area della Ticosa, in stato di abbandono da anni. La riqualificazione prevede il trasferimento del municipio, un centro direzionale, parcheggi interrati e verde. Critiche le opposizioni.
COMO La bonifica non è ancora conclusa e pure l’idea di riaprire almeno un parcheggio è un miraggio. Il Comune di Como però sogna in grande e per la ex Ticosa propone un progetto da oltre 96 milioni di euro che prevede nell’area abbandonata da decenni, all’ingresso della città, una piazza, un percorso sopraelevato a forma di lago, mille posti auto interrati, palazzi di vetro e verde. La ex tintostamperia, simbolo di degrado e immobilismo, diventerebbe anche la nuova sede del Comune. Il masterplan, redatto dagli uffici comunali ha sollevato critiche e polemiche.
Il Comune è tornato in possesso dell’area — venduta nel 2006 a una multinazionale che avrebbe dovuto realizzare un nuovo quartiere, progetto mai decollato — due anni fa. Da allora, è ripartito l’iter per dare un futuro al comparto abbandonato. In attesa di una nuova idea concreta, si sarebbe dovuto almeno riattivare un parcheggio, ma dei posti auto ancora non c’è traccia. La giunta di Mario Landriscina, con l’assessore all’Urbanistica Marco Butti, ha invece sviluppato un progetto che prevede il trasferimento in Ticosa del Comune. Un nuovo centro direzionale che accorperebbe tutti gli uffici, con la realizzazione di due livelli parzialmente interrati da destinare ad archivio generale. Il nuovo volto dell’area Ticosa, così come ridisegnato dal Comune, vedrebbe un piano di servizi, ufficio postale, banche, bar, ristoranti e negozi, spazi per mostre ed eventi. Il masterplan, realizzato dagli uffici di Palazzo Cernezzi, mostra edifici con ampie vetrate e un lungo percorso sopraelevato con la inconfondibile forma del lago di Como. La Santarella, l’ex centrale termica tutelata dalla Sovrintendenza, diventerebbe un polo culturale.
Qualche cifra. L’assessore Butti ha parlato di un investimento di oltre 96 milioni di euro, con ricavi stimati in 106 milioni. Alla presentazione del progetto sono seguite molte critiche. Le opposizioni hanno contestato la scelta di chiedere agli uffici di Palazzo Cernezzi di occuparsi del masterplan quando «la città avrebbe ben altre priorità». Gli esponenti di Svolta Civica precisano: «Spostare il Comune sembra il debole baricentro di un’operazione da
La riqualificazione In futuro la zona ospiterà il municipio, uffici, parcheggi interrati e verde
definire. Rigenerare significa prima di tutto pensare a un serio disegno dello spazio pubblico, dei suoi percorsi, piazze e funzioni che diano senso alla città che cambia». Critiche anche dall’architetto Attilio Terragni : «Povera città, morta anche nel disegno».