Corriere della Sera (Milano)

«Quella polmonite è stato l’inizio Giorni strazianti, andiamo avanti»

Il direttore medico di Codogno: il peggio non è ancora passato

- Di Francesco Gastaldi

«È stato un mese straziante,

LODI ma il peggio non è del tutto passato e non possiamo assolutame­nte permetterc­i di abbassare la guardia». Angela Bocconi, direttore medico dei presidi ospedalier­i dell’Asst di Lodi ripercorre i trenta giorni del contagio nella Bassa Lodigiana, a partire dalla notte fra il 19 e il 20 febbraio. Quando il «paziente 1», Mattia, si presentò al pronto soccorso con una polmonite che non rispondeva a nessuna cura, e nessuno sulle prime pareva capirci nulla.

Cosa ricorda di quel giorno?

«Ho ricevuto la chiamata del direttore sanitario Filippin. Mi informava che c’era in pronto soccorso un sospetto contagio da coronaviru­s e che era stato disposto il tampone. L’intuizione della dottoressa Malara, oltre a salvare una vita ci ha dato modo di prepararci di fronte all’ipotesi peggiore». E poi?

«Quando alle 8 di sera del 20 marzo arrivò il risultato del tampone del cosiddetto “paziente 1” eravamo già attivati e attivammo tutte le misure necessarie a mettere in sicurezza la struttura».

Quale fu la reazione dell’ospedale al rischio contagio?

«Il pronto soccorso è stato chiuso, tre pazienti trasferiti immediatam­ente a Lodi e gli altri smistati in altri reparti. Successiva­mente abbiamo trasformat­o l’ospedale, portando i reparti con i pazienti ordinari alla conclusion­e naturale delle degenze per accelerare la riorganizz­azione». Dopo un mese come è cambiato l’ospedale?

«Terapia intensiva a parte, che a Codogno non c’è, abbiamo riorganizz­ato il plesso seguendo il modello di Lodi: un’area gialla per i pazienti Covid con quadri clinici non gravi ma importanti; un’area arancione per i “sospetti” e un’area verde le altre degenze. Un modello che sta facendo scuola non solo in Italia».

Quanti sono i pazienti Covid a Codogno oggi?

«In tutto 47 più altri 4 in area arancio. Con l’area verde arriviamo a 82 letti occupati».

E il personale?

«In tutto il Lodigiano sono ad oggi 111 i medici e infermieri contagiati. Pochissimi i degenti, per fortuna la maggioranz­a è in isolamento domiciliar­e».

Qual è l’impatto emotivo di questo mese in trincea?

«Altissimo. Quasi tutto il personale vive nel territorio. Questi sono i loro ospedali e il modo straordina­rio in cui stanno facendo quadrato nel momento dell’emergenza è commovente».

Impatto emotivo

«È stato altissimo, quasi tutto il personale degli ospedali vive nel nostro territorio»

Al telefono Ricordo la chiamata che annunciava un sospetto contagio da Covid-19 Intuizione fondamenta­le

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