«Plasma di chi è guarito e farmaci Il cocktail per curare gli infetti gravi»
Pavia, il professor Cesare Perotti guida l’équipe italo-cinese del San Matteo
PAVIA «Raccomandiamo l’uso del plasma dei pazienti guariti per trattare gli infetti gravi. In Cina ha dato ottimi risultati». A confermare la validità del protocollo messo a punto dal San Matteo di Pavia, sono stati anche i medici della delegazione cinese di Whuan in visita ieri al Policlinico. Il professor Cesare Perotti, responsabile del servizio di Immunoematologia e medicina trasfusionale del San Matteo, è capofila della proposta sull’utilizzo del plasma iper immune per la cura dei malati di coronavirus.
I medici cinesi hanno portato esperienza e soluzioni cliniche. Consiglieranno anche ai centri italiani l’impiego del plasma?
«I colleghi cinesi ci daranno preziose indicazioni terapeutiche sui cocktail che hanno utilizzato in patria e che si sono dimostrati efficaci. Parliamo di antivirali, antibatterici di protezione e, ovviamente, di infusione del plasma iper immune».
I pazienti guariti verranno selezionati e invitati a donare?
«Metteremo a punto la scelta dei pazienti convalescenti da contattare per il prelievo del plasma, che sarà una sorta di donazione. Definiremo la dose da somministrare ai malati, e la qualità pre infusione del plasma raccolto».
Il super plasma andrà a potenziare le terapie attuali? «Sì, è un metodo semplice ed efficace: questo plasma è ricco di anticorpi. Una volta prelevato da pazienti guariti e convalescenti, verrà aggiunto alle terapie, dando forza ai cocktail somministrati. Nei numeri, l’efficacia della terapia dipenderà da quanto plasma sano si ha a disposizione».
L’Unità di crisi dell’Asst ha dato il via libera al prelievo. Per le infusioni ai malati si attende quindi l’Istituto Superiore di Sanità?
«Il Policlinico ha fatto subito approvare il protocollo al comitato etico. Il Centro Nazionale Sangue, a cui ho chiesto il via libera per la raccolta, ha già acconsentito. Abbiamo deciso che il protocollo potesse essere open, per dare la possibilità ad altri centri di aderire. C’è stata una risposta straordinaria, e quasi tutti i centri lombardi hanno condiviso il protocollo messo a punto a Pavia. Stanno arrivando richieste anche da Toscana e Veneto».
Dal via libera, quanto tempo dovrà passare per l’applicazione del «modello Pavia»?
«Non è il momento di tergiversare, non abbiamo la bacchetta magica, ma è un’opzione terapeutica razionale, già sperimentata. Appena ottenuto il via libera ci attiveremo immediatamente. È una corsa contro il tempo e non abbiamo un solo minuto da perdere: la gente sta morendo, ci sono tantissimi malati in condizioni gravi, è nostro dovere fare di tutto per salvarli».