Corriere della Sera (Milano)

Hotel requisiti e lite sui divieti

Hub per le quarantene. Fontana: seguite noi e non Roma. Frenano i contagi, più morti lombardi che in Cina

- Chiale, Ferrarella, Gerosa, Giannattas­io, Giuzzi, Landi, Morandi e Santucci

Il Comune requisisce un albergo destinato alle quarantene. Bertolaso annuncia l’imminente apertura dell’hub alla Fiera. Frena l’andamento dei contagi, ma in Lombardia più morti che

in Cina. Fontana e la lite con il governo: valgono i nostri divieti.

Il colpo di mercato della Regione per la sfida al coronaviru­s preferisce ragionare di squadra. «Vogliamo combattere fino in fondo, fino all’ultima goccia di sangue. Le maestranze sono all’opera, si lavora 24 ore su 24. Le attrezzatu­re le stiamo reperendo in giro per il mondo. È un grande gioco di squadra che sta funzionand­o», dice Guido Bertolaso con l’aria di chi sa che il

Milano è spettrale, deserta, silenziosa. Milano ha capito. Per la prima volta dall’inizio dell’emergenza la città che ora teme di essere investita dal virus è davvero chiusa dietro le porte di casa, affacciata alle finestre dove sventolano i tricolori, rispettosa di quanti in prima linea cercano di arginare i contagi, curarne le ferite, garantire che la vita di tutti giorni, l’essenziale, vada avanti. Il giorno dopo l’ordinanza del governator­e Attilio Fontana e il discorso del premier Giuseppe Conte con l’annuncio di nuove strette, il giorno dopo quei numeri che mai come sabato hanno continuato a salire — contagi, ricoverati, decessi — nonostante due settimane di stop a spostament­i, negozi e locali, Milano sembra aver capito.

Per le strade, solo qualche rider, proprietar­i di cani e cittadini in fila per la spesa, ma senza le lunghe code di ieri. Vie e piazze svuotate, come in un gigantesco De Chirico. Alle vetrine dei negozi, i cartelli promoziona­li raccontano di un tempo sospeso. I mezzi nuovo ospedale nei padiglioni della Fiera potrebbe essere il grande argine davanti a eventuali picchi di crescita del contagio, ma soprattutt­o diventare un modello in Europa realizzato a tempi da record. Ieri pomeriggio un nuovo sopralluog­o insieme al presidente Attilio Fontana: «Il cantiere prosegue spedito e presto dovremmo poter contare anche sui medici e operatori che ci servono per avviare definitiva­mente l’ospedale in tempi brevi», dice il governator­e lombardo. E i tempi potrebbero essere davvero brevi, dato che entro la fine della prossima settimana potrebbero inaugurare i primi quattro moduli dell’hub di rianimazio­ne all’interno della Fiera. Il progetto poi andrà avanti nella sua realizzazi­one fino ad arrivare a oltre 200-250 letti di terapia intensiva e sub intensiva. «Non abbiamo voluto creare un lazzaretto dove mettere quelli che non avevano più speranza. Sarà una grande struttura dotata di tutti i servizi diagnostic­i», dice Bertolaso facendo appello a tutti i medii termoscann­er sono irreperibi­li. Salvo eccezioni, come quella di Carrefour, che li aveva «pensati per un controllo della temperatur­a dei dipendenti, poi fermato per parere negativo del garante della privacy», fa sapere il gruppo. Risultato: «I termometri sono già distribuit­i in tutti i negozi diretti. Stiamo valutando come organizzar­ci nei prossimi giorni». Difficile capire i tempi invece di un altro colosso della grande distribuzi­one alimentare, come Esselunga, che si sta «muovendo per reperirli». «I termometri a scansione sono introvabil­i al momento», dice Annarosa Racca, presidente di Federfarma Lombardia. «Verrà garantita la misurazion­e della temperatur­a del personale, ma al momento è impossibil­e provare quella dell’utenza». Stesso discorso per le farmacie comunali della Lombardia: «Le farmacie devono essere dotate di tutte le disposizio­ni di protezione individual­e a tutela di chi ci lavora — spiega Venanzio Gizzi, presidente nazionale di Assofarm —. È difficile capire quando e come riusciremo a reperire dei termoscann­er. Chiediamo alle autorità di aiutarci ad adempiere anche a questa ordinanza».

Bertolaso

Al Portello non intendiamo creare capannoni con brande per i senza speranza ma una struttura diagnostic­a di livello

 Maran Vogliamo sfruttare gli spazi in disuso come gli hotel per offrire soluzioni di isolamento a persone con dei sintomi lievi

ci e infermieri sparsi per il Paese, ma anche all’estero. «Vi stiamo dando tutte le garanzie, di sicurezza e tranquilli­tà per le vostre famiglie, per dare il massimo di voi stessi».

Oggi inaugurerà invece il reparto di terapia intensiva ricavato al San Raffaele. Intanto nella battaglia al coronaviru­s, si muove un nuovo fronte. Il comune di Milano destinerà alla causa l’hotel Michelange­lo, che sorge a due passi dalla stazione Centrale. Sarà a disposizio­ne per ospitare (e isolare) persone in quarantena. «Ha circa 300 camere ed era un hotel già in chiusura prima del coronaviru­s — spiega il sindaco Beppe Sala —. Noi lo prendiamo per metterlo a disposizio­ne di prefettura e autorità sanitaria, pensando che potrà servire per chi dovrà fare la quarantena. Ma questo principio di trovare spazi e metterli a disposizio­ne ci porterà a fare ulteriori azioni nei prossimi giorni». Il fronte che si apre è proprio quello delle strutture alberghier­e, chiuse, nel 99 per cento dei casi, per decreto a causa dell’epidemia. Nei giorni scorsi la prefettura aveva avviato una ricognizio­ne per sondare strutture, possibilme­nte ubicate vicino agli ospedali per favorire la logistica. Come ha spiegato ieri l’assessore Pierfrance­sco Maran, l’idea più che concreta è quella di sfruttare questi spazi momentanea­mente in disuso per offrire soluzioni di isolamento a persone con sintomi lievi, ma che possono contagiare i familiari. «Il nostro scopo — dice Maran — è quello di creare un prototipo da replicare in breve tempo». E l’ex assessore Pierfrance­sco Majorino: «Servono mille posti. C’è il Cpr di via Corelli già pronto e la caserma Montello». Parla Maurizio Naro, presidente di Federalber­ghi: «Noi siamo disponibil­i a riaprire le strutture in caso di necessità, come già avviene in altre regioni. Bisogna solo considerar­e i tempi tecnici per fare ripartire la macchina. Quindi richiamand­o e mettendo in sicurezza il personale degli alberghi». Sul tema della sensibilit­à tra le mura di casa è tornato ieri anche il sindaco Sala. «Blindate gli anziani in casa, non fateli uscire», ha detto rivolgendo­si ai giovani. Sala poi in serata è tornato sulla polemica per la sua maglietta «Milano non si ferma»: «Mi pento, ma non accetto la lezione dai leghisti che in quei giorni dicevano di riaprire tutto». Il sindaco di Milano poi ha ribadito la sua ricetta sulla crisi sanitaria: «Più Corea e meno Cina, meno militari, più tecnologia».

La Lombardia ora ha fretta. Come ha ribadito ieri sera l’assessore Davide Caparini, replicando al ministro Boccia: «Noi non possiamo più aspettare, qui si muore. Quelli del governo invece di farsi i selfie a Malpensa, vengano a Brescia o Bergamo dove non si sono mai visti». Sullo sfondo resta la differenza sulla portata delle ordinanze, con il governo che non ha recepito, come avvenuto in Lombardia, l’obbligo di chiudere anche studi profession­ali e cantieri. «I lombardi devono considerar­e valida l’ordinanza che ho firmato per la nostra regione. Ci sono elementi certi sia dal punto di vista delle prescrizio­ni sia per le tempistich­e», attacca Fontana. Il volume dello scontro si è definitiva­mente rialzato.

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(Ansa) Sostegno Uno dei medici cubani sbarcati ieri all’aeroporto di Malpensa per portare aiuto negli ospedali che gestiscono l’emergenza coronaviru­s
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A sinistra, l’Hotel Michelange­lo davanti alla stazione Centrale che ospiterà le persone in quarantena. Al centro i lavori nei padiglioni del Portello e il reparto di terapia intensiva ricavato al San Raffaele
I progetti in campo A sinistra, l’Hotel Michelange­lo davanti alla stazione Centrale che ospiterà le persone in quarantena. Al centro i lavori nei padiglioni del Portello e il reparto di terapia intensiva ricavato al San Raffaele
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