Corriere della Sera (Milano)

Il treno e la catena dei contagi contestata

- Fabrizio Ciprani direttore centrale di Sanità della Polizia

Resto disorienta­to dalla lettura dell’articolo intitolato «Il treno e la linea del contagio». Quali sono i dati, i fatti, le fonti scientific­he, le evidenze alla base della fantasiosa ricostruzi­one operata dal giornalist­a? Non si capisce. Come si giustifica­no i «salti temporali» tra la data dell’incidente al treno, l’evidenza dei focolai e i contagi tra gli operatori di polizia? Nulla si dice nell’articolo. A dimostrazi­one di quanto sia infondata la teoria proposta riporto un solo dato, oggettivo e pubblico: il primo operatore della Polizia di stato risultato positivo al Covid-19 ha contratto il virus dopo aver frequentat­o un locale a Codogno alla fine di febbraio, ben oltre i tempi di eventuale incubazion­e se si parla dell’incidente ferroviari­o. Nessun poliziotto è stato tenuto in servizio se ha avuto contatti con persone affette da Covid-19 o sospette di esserlo. Il nostro personale, oltre che dalle Asl, è controllat­o dal servizio sanitario interno che ha diramato circolari esplicativ­e già da gennaio e distribuit­o i dispositiv­i di protezione individual­e per tutte le situazioni a rischio. Nessuna procedura di profilassi ha violato il principio di massima precauzion­e. A oggi sono più di mille i provvedime­nti di quarantena nei riguardi del nostro personale, che può far rientro in servizio solo quando non vi sia alcun rischio di contagio. In questo momento così difficile è fondamenta­le la massima trasparenz­a nella comunicazi­one, ma è altrettant­o importante che le informazio­ni diffuse siano verificate.

Confermo quanto scritto, sulla base di testimonia­nze anche di vostri uomini, poliziotti che lavorarono nei giorni del deragliame­nto del treno. In quel periodo in Italia non c’era la «presa di coscienza» dell’emergenza virus, un’emergenza sulla quale, ancora oggi, mancano certezze medicoscie­ntifiche specie sull’origine del contagio. Resta confermato che successiva­mente, nei giorni della «zona rossa» di Lodi, non tutte le misure di sicurezza per gli operatori, compresi i vostri, furono adottate, anzi. (a.ga.)

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