Positivo il sindaco di Cremona «Devo rallentare, sono stanco»
Dopo un mese passato in terapia intensiva, paziente si risveglia
Alle sette del mattino di ieri, il sindaco Gianluca Galimberti ha dato l’annuncio su Facebook: «Ho il Coronavirus. Sono risultato positivo al tampone. Anch’io, come tanti altri cittadini, purtroppo». L’esito del tampone, lo ha saputo sabato, «ma ho atteso a comunicarlo, perché prima ho voluto condividerlo con la mia famiglia. In questo momento, sono preoccupato per loro». Lo è per la moglie Anna, per i suoi tre ragazzi e per gli anziani genitori. Il sindaco spiega di avere «febbre e un po’ di tosse e raffreddore, ma non ho problemi respiratori e spero di non averne anche nei prossimi giorni. Devo tenermi monitorato e rallentare i ritmi, perché non sono in forma». In casa si sono riorganizzati «con la divisione degli spazi». Lui isolato, i familiari in quarantena. «Molti altri lo hanno già sperimentato». Nonostante l’isolamento, Galimberti continua a lavorare «per la città in contatto con la squadra della giunta e del Comune
che ringrazio infinitamente, con le altre istituzioni, con Governo, Regioni e gli altri sindaci».
Venerdì scorso, all’apertura dell’ospedale da campo allestito dall’ong statunitense Samaritans’ Purse, Galimberti aveva il viso stanco. «Da un mese questo territorio sta lottando — aveva detto —. È stato un enorme gioco di squadra». E aveva lanciato un appello: «Queste cose sono fondamentali, ma solo se i cittadini, noi tutti capiamo che dobbiamo avere comportamenti adeguati ancora per molto tempo». Il sindaco ieri ha rilanciato l’appello: «Vi chiedo ancora di rispettare le misure che ci sono, comprese le ultime introdotte, che sono, come noi sindaci avevano chiesto, ancora più restrittive». Infine, un messaggio di speranza: «Dobbiamo avere forza e coraggio. Uniti, insieme, riusciremo a farcela!».
Nel giorno più nero della Lombardia, un’iniezione di speranza arriva da una paziente che dopo trenta giorni si è risvegliata dalla Terapia intensiva dell’ospedale Maggiore. Ha 52 anni. Con il suo consenso, i medici stremati dalla guerra contro il Covid19, hanno condiviso la sua storia e la sua foto su Facebook, mentre fa ok con il pollice dal suo letto. «Laura (nome di fantasia) non vede l’ora di tornare a casa. Per questo, chiede a voi, che potete, di starci a casa». E «per chi si è preso cura di lei, il suo risveglio, è una gioia che allevia la fatica, restituisce senso alla cura e alimenta la speranza. Anche se è importante ricordare che ieri in tutta Italia ci sono stati 800 decessi (545 in Lombardia) e 4.821 nuovi contagiati. Le persone con coronavirus in Italia sono 42.681».
Il tampone Ha dato la sua risposta, la stessa che ricevono molti cittadini Mi preoccupa la mia famiglia