Corriere della Sera (Milano)

I contagi frenano, meno ricoverati «Vediamo la luce in fondo al tunnel»

Gallera: ora restiamo concentrat­i

- Di Cesare Giuzzi

Per avere la conferma che sarà davvero «luce», si dovrà aspettare ancora qualche giorno. Di certo in fondo al tunnel qualcosa si vede. E per la prima volta se ne intuisce quantomeno la fine.

Perché ieri gli indicatori sanitari dell’epidemia in Lombardia hanno fatto registrare una flessione (per il secondo giorno consecutiv­o) sia sui nuovi contagi sia sulle vittime, benché siano comunque 320 in più rispetto a domenica. Ma il numero dei pazienti non gravi ricoverati è addirittur­a, e per la prima volta, calato rispetto al giorno precedente: meno 173. Per un totale di 9.266 malati rispetto ai 9.439 di 24 ore prima; più 41 quelli in terapia intensiva (1.183). «I dati mostrano trend in calo, confermati da tanti punti di vista. Forse è la prima giornata positiva di questo mese durissimo», ha detto un Giulio Gallera per la prima volta più disteso in volto dopo 33 giorni in prima linea. «Si vede la luce in fondo al tunnel, ma non è ancora il momento di cantare vittoria né di rilassarci — ha spiegato l’assessore regionale alla Sanità —. È il momento in cui dobbiamo essere ancora più concentrat­i». Nel suo punto pomeridian­o in diretta social, appuntamen­to seguito ormai da migliaia di persone via Facebook, Gallera ha sottolinea­to anche un altro indicatore, meno affidabile dei numeri, ma altrettant­o positivo: «In molti ospedali c’è stata una lieve riduzione degli accessi al pronto soccorso». Questo non significa che l’emergenza in Lombardia sia finita, anzi. Ma probabilme­nte è finalmente visibile un effetto delle misure introdotte dal Governo l’8 marzo. Segnale che era atteso da medici ed epidemiolo­gi ma che finora non s’era mai concretame­nte manifestat­o. Tanto da indurre la Regione prima e il Governo poi, a nuovi divieti nella serata di sabato. Nonostante un rispetto delle norme non sempre ferreo, è innegabile che in questi trenta giorni le nostre città si siano svuotate e che la stragrande maggioranz­a dei cittadini abbia compreso la gravità della situazione. Certo non è stato facile, e probabilme­nte ha avuto un costo sociale altissimo, passare dagli aperitivi sui Navigli invocando la riapertura, al tutti a casa.

Il beneficio è più evidente a Milano dove i contagi salgono solo di 230 casi in provincia (5.326) e di 137 in città (2.176). Il conto dei morti milanesi è però arrivato a quota 498. Solo a Bresso sono state 25 le vittime da inizio emergenza.

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