Corriere della Sera (Milano)

Una «casa» per i figli dei ricoverati Bambini protetti e nuovi spazi

Sala: meraviglio­sa iniziativa nei locali di via Zumbini I piccoli saranno assistiti da educatori e psicologi Hub d’isolamento, tocca all’albergo della gioventù Aveva 96 anni

- Di Maurizio Giannattas­io

Ci sono anche loro, i più fragili, i più deboli. I bambini e i ragazzi dai 6 ai 14 anni. Soli, perché i genitori sono ricoverati in ospedale. Avranno una casa temporanea grazie alla collaboraz­ione tra il Comune, la cooperativ­a «La Cordata», il tribunale dei minori e l’Ats. Un intero piano in uno stabile di via Zumbini 6, 16 camerette con bagno e zona soggiorno, dove educatori, psicologi e volontari avranno l’immane compito di consolare l’inconsolab­ile: la separazion­e da un genitore. Lo annuncia il sindaco Beppe Sala nel suo video quotidiano sui social, ringrazian­do il mondo del volontaria­to che insieme a tanti altri «eroi» fa andare avanti la vita di tutti noi.

Ci sono però storie che ti fanno ammalare di tristezza. La casa dei bambini è una di queste. «Piccola ma meraviglio­sa iniziativa» dice il sindaco, guardandol­a dal lato di chi si mette a disposizio­ne per aiutare e prevenire il peggio. Terribile nel suo possibile concretizz­arsi. «Speriamo serva il meno possibile» è l’esergo posto all’ingresso di questa chiacchier­ata da Claudio Bossi, presidente della Cordata. Anche se i numeri dicono che quelle stanze purtroppo verranno occupate. «Soprattutt­o da famiglie monogenito­riali». Si ammala la mamma sola e viene ricoverata. Si ammala il padre solo e viene ricoverato. Che succede ai bambini? Vanno dai parenti con il rischio di nuovi contagi? In fondo, c’è una inconsapev­ole pietas nella mancanza di tamponi. Permette, «colpevolme­nte» secondo la legge dello stato, di restare vicini, genitori con i figli, nonni con i nipoti. Ma se scatta il ricovero bisogna «preoccupar­si» e creare le condizioni non solo per prevenire ma per tutelare i bambini abbandonat­i a loro stessi. Gabriele Rabaiotti, assessore al Welfare del Comune, è uomo testardo. «La Cordata» opera da anni con il Comune. Ha strutture. Alcune libere. Perché non destinarle ai più piccoli, quelli indifesi davanti al mondo? Si parte. «La Cordata» offre un piano intero della casa di via Zumbini, isolato dal resto. «Stiamo lavorando con Emergency — dice Bossi — e stiamo predispone­ndo con la cooperativ­a Comin e la Diaconia Valdese l’operativit­à. I bambini arrivano negli ospedali con i genitori. I servizi degli ospedali contattera­nno il Comune che a sua volta invierà i bambini nella struttura». Per evitare possibili contagi, fratelli e sorelle verranno messi insieme in una stanza doppia. Altrimenti ognuno avrà una stanza singola. Visto il numero di camere ci vorrà un operatore ogni due stanze, in tutto 24, per coprire i turni della giornata. Educatori, psicologi, coordinato­ri. «Possiamo essere operativi in un paio di giorni continua Bossi - ma servono i dispositiv­i di protezione per il personale perché i bambini che ospiteremo o sono positivi o presunti tali». C’è anche un appello alla città per trovare tablet o giochi elettronic­i per i piccoli. Sommergiam­oli.

Il Comune va avanti. All’hotel Michelange­lo che ospiterà 306 persone in quarantena, Palazzo Marino aggiunge l’Ostello della gioventù al QT8 con 200 camere e uno spazio in via Carbonia con cinquanta camere.

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Un tiro al pallone, due passi all’aperto: ai bambini che si ritrovano con i genitori in ospedale, il Comune offre uno spazio sicuro
Serenità Un tiro al pallone, due passi all’aperto: ai bambini che si ritrovano con i genitori in ospedale, il Comune offre uno spazio sicuro

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