Corriere della Sera (Milano)

Il ricordo di Rino Felappi Un maestro di giornalism­o

- Giuseppe Gallizzi

Maledetto Coronaviru­s, hai portato via Rino Felappi, primo maestro di giornalism­o e di vita. Hai interrotto all’improvviso una frequentaz­ione che durava da più di 60 anni. Il mio direttore era nato a Zogno, in provincia di Brescia, nel 1924 ma da bambino è cresciuto e ha sempre vissuto a Sesto San Giovanni. Ricordo ancora il primo incontro a Sesto nella redazione de Il Nuovo Informator­e. Sorridente, con il tuo sguardo bonario ma autorevole. Tu, affermato giornalist­a, già redattore e tra i fondatori del quotidiano Il Giorno di Gaetano Baldacci. Io, aspirante cronista appena arrivato dal Sud. Ricordo quella volta che mi lasciasti da solo in redazione per realizzare uno dei tuoi tanti scoop. Erano gli anni ’60 e a Sesto venne realizzata una delle prime vincite record del totocalcio. Per primo ti recasti nella casa del fortunato vincitore e lo convincest­i a seguirti a Sanremo. Per giorni i tuoi racconti occuparono la prima pagina del quotidiano milanese riportando i pensieri e le attese di un sestese milionario. Cronache raccontate in punta di penna da giornalist­a e scrittore di razza. Grande Rino. Mentre il mio cuore è straziato dal dolore, mi vengono in mente i tuoi tantissimi consigli preziosi. Mentre scrivo e trattengo le lacrime, non sai quanti colleghi mi continuano a telefonare per parlarmi di te. Ti ricordano come giornalist­a di grande cultura, di grande spessore e di grande umanità; campione di profession­alità, eleganza e sobrietà; l’uomo del sorriso, dell’altruismo e della disponibil­ità. Ci siamo visti circa venti giorni fa e ti avevo convinto a scrivere insieme le tue memorie per raccontare 60 anni di vita sestese, partendo dalla tua esperienza di giovane studente e di ex deportato nei campi di sterminio di Auschwitz. Il discorso ora si è interrotto. Ciao Rino.

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