Il ricordo di Rino Felappi Un maestro di giornalismo
Maledetto Coronavirus, hai portato via Rino Felappi, primo maestro di giornalismo e di vita. Hai interrotto all’improvviso una frequentazione che durava da più di 60 anni. Il mio direttore era nato a Zogno, in provincia di Brescia, nel 1924 ma da bambino è cresciuto e ha sempre vissuto a Sesto San Giovanni. Ricordo ancora il primo incontro a Sesto nella redazione de Il Nuovo Informatore. Sorridente, con il tuo sguardo bonario ma autorevole. Tu, affermato giornalista, già redattore e tra i fondatori del quotidiano Il Giorno di Gaetano Baldacci. Io, aspirante cronista appena arrivato dal Sud. Ricordo quella volta che mi lasciasti da solo in redazione per realizzare uno dei tuoi tanti scoop. Erano gli anni ’60 e a Sesto venne realizzata una delle prime vincite record del totocalcio. Per primo ti recasti nella casa del fortunato vincitore e lo convincesti a seguirti a Sanremo. Per giorni i tuoi racconti occuparono la prima pagina del quotidiano milanese riportando i pensieri e le attese di un sestese milionario. Cronache raccontate in punta di penna da giornalista e scrittore di razza. Grande Rino. Mentre il mio cuore è straziato dal dolore, mi vengono in mente i tuoi tantissimi consigli preziosi. Mentre scrivo e trattengo le lacrime, non sai quanti colleghi mi continuano a telefonare per parlarmi di te. Ti ricordano come giornalista di grande cultura, di grande spessore e di grande umanità; campione di professionalità, eleganza e sobrietà; l’uomo del sorriso, dell’altruismo e della disponibilità. Ci siamo visti circa venti giorni fa e ti avevo convinto a scrivere insieme le tue memorie per raccontare 60 anni di vita sestese, partendo dalla tua esperienza di giovane studente e di ex deportato nei campi di sterminio di Auschwitz. Il discorso ora si è interrotto. Ciao Rino.