Le casalinghe di Cocquio tagliano e cuciono le mascherine fai da te
«Reclutate» dal Comune: prodotti 250 pezzi
Per aver cucito un bottone non si diventa sarti, recita un proverbio. Eppure, nel momento del bisogno, saper anche solo mettere assieme ago e filo può fare la differenza per aiutare a superare le difficoltà, se non addirittura a salvare una vita. Un concetto colto al volo dalle casalinghe di Cocquio Trevisago, 5 mila abitanti nel Varesotto. Anche qui, come avviene quasi dappertutto, le mascherine risultano introvabili e il Comune ha dunque chiesto aiuto ai cittadini per proteggere i compaesani più esposti al virus. «Abbiamo bisogno di mascherine in stoffa lavabili da destinare agli over 65, chi avesse una macchina da cucire e del cotone, si faccia avanti». L’appello ha dato i frutti sperati e sono oltre 250 le mascherine realizzate e già in distribuzione.
Merito di mani veloci ed esperte che in poco tempo hanno raggiunto l’obiettivo sperato. «Faccio da sempre lavori di cucito e quando ho visto il messaggio di aiuto ho dato la mia disponibilità», racconta Rosmarie, classe 1959, volontaria della Croce Rossa Italiana dal 2003 che proprio dalla sua esperienza nel settore del soccorso in emergenza ha trovato l’ispirazione per il «taglio» della protezione fatta in casa. «Ho copiato la forma di quelle chirurgiche che si trovano anche nei pronto soccorso o in ambulanza e le ho realizzate con due strati di cotone, azzurro fuori e bianco all’interno, dotate di elastici. Ne ho fatte 32 al giorno: è il numero di rettangoli di stoffa che escono da una divisione dei teli in cotone che avevo».
Vecchie lenzuola, federe e tovaglie per anni rimaste in fondo ai cassetti tornano in pista per una seconda vita. Non solo i residenti hanno risposto all’appello: una signora di Chiavari che non ha tagliato i ponti col paese d’origine ne ha realizzate un centinaio già spedite dalla Liguria. «Queste mascherine in cotone lavabile, e quindi riutilizzabili, non sono un presidio medico e non possono certamente sostituire le regole imposte come le uscite da casa, la distanza da mantenere e le norme igieniche da adottare in questo particolare periodo. Ma possono servire da supporto alle corrette norme di isolamento», ricorda Danilo Centrella, sindaco del paese e chirurgo.