Spesa online in 14 giorni Gli ordini sono decuplicati
L’aumento della domanda intasa l’ecommerce Mentre i «big» si riorganizzano, i clienti s’ingegnano: frigorifero di condominio e ritorno alle botteghe
Nel Paese chiamato a rimanere a casa per arginare la pandemia da coronavirus, la spesa alimentare online — complici le lunghe file ai supermercati — ha subito un salto nella domanda che per alcuni protagonisti della grande distribuzione è arrivata ad essere dieci volte superiore rispetto ai tempi pre-Covid. Nonostante gli sforzi per garantire il servizio, i tempi di attesa per la consegna a domicilio si attestano, a un mese dall’inizio dell’emergenza, attorno alle due settimane per la maggior parte dei supermercati con servizio ecommerce.
Le nuove iniziative Spazio dunque ai piccoli. Se nuove procedure di consegna, aumento di mezzi e personale tengono impegnati i big, le piccole realtà si adattano e nanell’ecommerce: scono dal basso nuovi modelli di business o di servizio per tentare di aggirare il problema. Senza uscire dalla porta di casa. O del condominio: succede nel complesso residenziale Social Village Cascina Merlata, e potrebbe rivelarsi un esperimento esportabile in altri condomini della città. Nel palazzo sono stati installati cinque frigoriferi intelligenti, accessibili 24 ore su 24, in grado di servire le oltre 900 persone residenti nei 397 appartamenti. L’idea del «supermercato di condominio» è stata sviluppata dalla startup FrescoFrigo e l’assortimento nei frigoriferi è fornito da negozi di alimentari di quartiere. Che mai come in questo momento sono in sofferenza ma possono rivelarsi, per le piccole dimensioni e il radicamento territoriale, una grande risorsa. Da ieri il Comune di Milano ha messo a disposizione una mappa con 370 attività commerciali che, oltre ad essere aperte, sono disponibili a effettuare consegne a domicilio. «Le piccole realtà economiche di vicinato costituiscono una valida alternativa per la propria spesa alla grande distribuzione che oggi richiede lunghe code e tempi di attesa, anche per la consegna a domicilio», commenta l’assessora al Commercio Cristina Tajani.
Sempre dal basso nasce un sito, www.iorestoacasa.delivery, che riunisce in un’unica piattaforma le botteghe di quartiere non (o poco) attive chi può fare consegna a domicilio, si iscrive gratuitamente, senza dover versare percentuali sulle vendite. I cittadini devono unicamente fare una ricerca per localizzazione o per categoria merceologica.
Acquisti in Rete
In casa Coop le vendite online hanno registrato un +90%, fa sapere il gruppo, e l’attesa per la consegna si attesta sui 6-8 giorni minimo. I tempi della spesa a domicilio in Esselunga, dove le richieste sono dieci volte superiori al normale, sono ancora fermi sulle due settimane. Non solo: l’azienda fa sapere che «solo una persona su dieci ha probabilità di trovare uno slot di consegna entro due settimane». Tempi ancora lunghi anche per i clienti Carrefour e vita non semplice per chi si affida al colosso dell’ecommerce: Amazon garantisce «un paio di giorni per la consegna dei prodotti prioritari, con possibili tempi più lunghi in base alla loro ubicazione». Mentre quelli non prioritari, per scelta dell’azienda, «arriveranno ad aprile». Chi usa Prime Now, al momento di finalizzare l’acquisto trova in questi giorni l’avviso che «tutte le finestre di consegna restanti per oggi e domani non sono attualmente disponibili» e che «nuove finestre verranno rese disponibili durante la giornata».
I gruppi si stanno organizzando per garantire corsie preferenziali, o gratuite, per diversamente abili e per gli over 65. Esselunga fa inoltre sapere che sta vagliando «l’ipotesi di creare dei locker in giro per la città per il ritiro della merce da parte dei clienti». Carrefour ha attivato un nuovo servizio gratuito per le persone anziane, che potranno in quattro punti Express della città ordinare la spesa telefonicamente con la garanzia di riceverla a casa al più tardi entro la mattinata successiva. Infine Coop ricorda che «in media vengono consegnate gratuitamente ogni giorno 600 spese a persone in condizione di fragilità».
Tajani Le realtà di quartiere oggi rappresentano una valida alternativa