Fiera, scelto lo specialista che guiderà i reparti
Il padiglione (in costruzione) crescerà con il tempo Ipotesi Stocchetti per la guida della nuova struttura Belleri: mettiamo a disposizione esperienza e qualità
Il Policlinico avrà un 33esimo «padiglione»: l’hub per i malati di coronavirus in allestimento in Fiera. Lo ha annunciato ieri il governatore Attilio Fontana. All’ospedale viene assegnata la proprietà dei moduli che sono in Fiera così come la ricerca e l’assunzione di personale e la realizzazione degli impianti. Moduli pronti dall’inizio di settimana prossima.
Il Policlinico avrà un 33esimo «padiglione»: l’hub per i malati di coronavirus in allestimento in Fiera. Lo ha annunciato ieri il governatore Attilio Fontana. «In pratica diventerà un reparto del Policlinico — spiega — che gestirà il personale, le degenze, i beni e i servizi». I dettagli della decisione sono contenuti in una delibera di giunta approvata ieri. All’ospedale «viene assegnata la proprietà dei moduli che sono in Fiera — continua il governatore — così come la ricerca e l’assunzione personale e la realizzazione di tutti gli impianti». L’elenco delle cose da fare per completare il padiglione extra sono tante, il tempo invece risicato. Fontana stima che per l’inizio della prossima settimana ci sarà il taglio del nastro e non prevede rallentamenti, nonostante il virus abbia colpito Guido Bertolaso.
In via Sforza si continua a lavorare alacremente, come negli altri presidi lombardi, per affrontare l’emergenza Covid-19. Sono appena stati creati 16 posti letto di terapia intensiva, grazie anche al sostegno della Fondazione Francesca Rava, portando così a oltre 300 il totale di letti dedicati ai pazienti positivi al Covid-19. Ora l’ospedale dovrà occuparsi anche del nuovo reparto, che a regime dovrebbe poter ospitare circa 200 persone. «Siamo fieri e orgogliosi della scelta — commenta il direttore generale del Policlinico Ezio Belleri —. Metteremo a disposizione la nostra esperienza e tutto quello che abbiamo costruito in queste settimane di duro e intenso lavoro di riorganizzazione. Abbiamo raccolto la sfida con grande entusiasmo». Quello in Fiera diventerà un «pezzo di Policlinico che si aggiunge alla nostra organizzazione». Il personale del presidio nel cuore di Milano dovrà guidare i colleghi che presteranno servizio al Portello. Spiega
Belleri: «I nostri medici e infermieri che in quota parte lavoreranno nella struttura svolgeranno una funzione di formazione nei confronti delle persone che verranno per assistere centinaia di pazienti in ambito intensivistico».
Due gli obiettivi: assistere il maggior numero possibile di malati, mantenere un alto livello di cure. Per la guida dell’hub si starebbe pensando a
Nino Stocchetti, a capo della terapia intensiva neurologica. Si pensa a una progressiva espansione del padiglione in Fiera: si partirà con numeri gestibili così da mettere a punto l’organizzazione per poi aumentare i posti letto. Condizione indispensabile, la disponibilità di medici, infermieri, tecnici e di tutte le figure necessarie per mandare avanti il reparto distaccato. La delibera spiega che il Policlinico potrà «utilizzare il personale interno che dovesse essere disponibile e ad acquisire l’ulteriore personale necessario mediante tutti gli strumenti e gli istituti disponibili, ivi inclusa la collaborazione di medici e infermieri provenienti da altri Stati». Probabile che si ricorrerà anche ai bandi regionali già aperti. E poi si dovrà pensare alla mensa, alle pulizie, al collegamento con i sistemi informativi dell’ospedale. La Regione ha deciso di realizzare il polo per affrontare il numero crescente di malati di Covid-19 che hanno bisogno di cure. Non bastano gli sforzi degli ospedali lombardi, che hanno sospeso tutte le attività non urgenti e si sono riconvertiti per affrontare l’epidemia. Il progetto, per il quale sono arrivate numerose donazioni, è cambiato nel tempo. Inizialmente puntava ad accogliere più pazienti possibili. Poi, con la nomina a consulente di Bertolaso, è stato rivisto in modo da rendere la struttura più autonoma.
La Ca’ Granda
Creati altri 16 posti di terapia intensiva grazie alla Fondazione Francesca Rava
Le prime mascherine prodotte da oggi verranno distribuite, secondo le priorità che il momento impone: si parte con gli ospedali più sotto stress, poi Rsa e strutture socio sanitarie, quindi imprese con lavoratori ancora attivi, infine cittadini. «Su consiglio del Politecnico ci siamo fatti fornire il materiale dalla Atex di Settala, che opera nel campo dei medicali e ha familiarità con certi prodotti. Esteticamente la nostra ricorda più una bandana, ma è comoda oltre che funzionale, ci dicono i nostri dipendenti che la stanno usando», aggiunge Guarnerio.
A tempo di record sono state rimodulate le macchine di una parte degli impianti, compresi rulli di incollaggio. E fatti i turni, rinforzando la squadra per coprire anche le notti. Dal giorno in cui è nata l’idea alla realizzazione della prima mascherina sono passate due settimane. «Ho affidato il controllo dell’attività a mio figlio Lorenzo: è un momento che tutti qui stanno vivendo con grande orgoglio. In futuro torneremo ai pannolini, ma ora è giusto che ognuno dia il suo contributo».