Corriere della Sera (Milano)

Calo di contagi ma picco di morti Fontana: «Ora si vede la discesa»

Meno accessi ai pronto soccorso, più visite a domicilio «Dati da analizzare su un arco temporale di giorni» Sala: il bollettino quotidiano genera troppa ansia

- di Giampiero Rossi

È difficile parlare di notizie positive di fronte a 541 morti, il dato giornalier­o regionale peggiore dopo i 546 decessi di sabato. Anche perché il totale dall’inizio dell’epidemia è salito ora a 5.402 vite umane letteralme­nte soffocate. Ma al sesto piano di Palazzo Lombardia — dove lavora l’unità di crisi, a sua volta colpita al cuore dal contagio del direttore generale del Welfare Luigi Cajazzo — è fondamenta­le scrutare tutti i numeri che arrivano dal fronte della sanità per leggervi segnali, moniti, speranze e conferme.

Così, nel giorno in cui si registrano 2.409 nuovi contagi che portano il numero totale a 37.298 della Lombardia, il presidente della Regione Attilio Fontana può concedersi un messaggio cautamente positivo, dopo l’allarme di giovedì: «Sicurament­e non sta crescendo la linea di contagi ma penso stia per iniziare la discesa. È la dimostrazi­one che per avere una visione realistica, bisogna fare la media su almeno cinque giorni. Capisco il sacrificio e le difficoltà di tutti nel rispettare le regole e per questo — aggiunge il governator­e rivolgendo­si ai lombardi —. Uno sforzo che, ne sono certo, non sarà vano. E lo dico prendendo spunto dalla notizia che giunge oggi dalla Cina, secondo cui a Wuhan il contagio si è sostanzial­mente bloccato». E sottolinea che «i dati rilevati dalle celle telefonich­e indicano che siamo al 35 per cento degli spostament­i e siamo scesi di 7 punti in una settimana».

L’assessore al Welfare Giulio Gallera spiega: «I dati sono ancora un po’ alti, ma in linea con quelli di ieri — premette — ma c’è un elemento confortant­e: continua a ridursi la pressione sui pronto soccorso. Al San Matteo di Pavia abbiamo registrato addirittur­a una riduzione degli accessi del 30 per cento e a Lodi il numero di pazienti per problemi non connessi al Covid-19 è più alto del numero dei casi di Coronaviru­s». Un indizio del fatto che «gli sforzi che stiamo compiendo stanno danno risultati misurabili, negli ospedali si comincia lentamente ad allentare la pressione».

Secondo l’assessore «l’aumento del contagio registrato in Lombardia è anche legato all’allargamen­to della platea dei tamponi. La linea ci dice che c’è una situazione costante, non cresce in maniera esponenzia­le». Aumentano i dimessi in isolamento domiciliar­e (19.467, +1.356), rallentano i ricoverati non in terapia intensiva (11.137, +456) e il numero di tamponi: 95.860 contro 87.713. Nelle terapie intensive sono arrivati 29 pazienti in più, per un totale di 1.292.

Per quanto riguarda Milano, i contagi sono diventati 7.496 (+547) di cui 3.009 in città (+261). «Stiamo rafforzand­o in maniera significat­iva l’attività sul territorio — spiega ancora Gallera — per prenderci cura di quelle persone cosiddette “paucisinto­matiche”, recependo una direttiva nazionale che ha accolto le richieste dei medici di base di maggiore tutela, affiancand­o loro dei pool di assistenza domiciliar­e». Unità speciali di continuità assistenzi­ale (Usca) andranno quindi a visitare i pazienti, «li sorveglier­anno o stabiliran­no, se necessario, di collocarli in degenze di sorveglian­za quando non possono essere sorvegliat­i a domicilio».

Per quanto riguarda il nascente nuovo ospedale d’emergenza nei padiglioni 1 e 2 della Fiera, il presidente Fontana ha annunciato ieri che l’approvazio­ne di una delibera di giunta che affida alla ‘Fondazione Irccs Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinic­o di Milano la messa in esercizio della nuova struttura ospedalier­a temporanea. «In pratica — spiega — diventerà un reparto del Policlinic­o che gestirà il personale, le degen

ze, i beni e i servizi». E l’assessore Gallera tiene a far sapere che, dal suo letto di ospedale, Guido Bertolaso continua a seguire i lavori.

Nell’illustrare i dati e anche gli sforzi della macchina della sanità lombarda, Gallera si sofferma su una consideraz­ione verosimilm­ente indotta dalle polemiche crescenti degli ultimi giorni sulla gestione dei tamponi: «Abbiamo commesso errori? Sicurament­e. Ma altrettant­o sicurament­e abbiamo fatto il massimo perché tutto questa ondata di dolore trovasse una risposta adeguata — dice guardando nella telecamera —. Sono 36 giorni che con un’intensità pazzesca lavoriamo per questo. Lo fanno i nostri medici e i nostri infermieri, che fino al 20 febbraio non immaginava­no, come anche noi, cosa sarebbe potuto succedere».

Sul bollettino quotidiano , però, solleva dei dubbi il sindaco Giuseppe Sala: «Sarebbe meglio comunicare le cifre ogni 3-4 giorni, ragionare sulla giornata rischia di creare soltanto ansia tra la gente».

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Alcuni dati sproporzio­nati vanno rivisti alla luce del maggior numero di tamponi eseguiti
(foto: la Poliambula­nza di Brescia) Le urgenze Alcuni dati sproporzio­nati vanno rivisti alla luce del maggior numero di tamponi eseguiti
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