Corriere della Sera (Milano)

Cto, appello dalla trincea «L’infezione è dilagata Così è meglio chiudere»

Colpita l’intera linea di comando oltre a medici e infermieri «Personale esposto al rischio, non è garantita la sicurezza»

- Di Federica Cavadini

«Tutto l’ospedale ormai è un’area infetta. E se il Covid arriva anche nei reparti dei pazienti più fragili può essere un disastro. Si dovrebbe chiudere, e riaprire in sicurezza». L’appello è di un medico del Cto. Dottori e infermieri di via Bignami sono in allarme. Tanti si sono ammalati e sono a casa. Parla chi è rimasto in corsia («in forma anonima perché la direttiva è evitare stampa e social»), e racconta dell’emergenza scattata qui come in tutti gli ospedali ormai da un mese.

«Siamo un Centro traumatolo­gico ortopedico, di riabilitaz­ione, di cura per il Parkinson. Abbiamo aperto un reparto Covid con venti posti letto, poi aumentati fino a trenta. Il virus da lì è uscito e tutto il Cto adesso è area infetta — spiegano — . In cardiologi­a ormai un solo paziente non è contagiato. Ma la preoccupaz­ione è per l’area Medulloles­i, pazienti con lesioni spinali, che hanno già difficoltà respirator­ie. Per adesso è intatta. E sono riusciti anche ad avere una fornitura di mascherine. Ma non si deve correre il rischio che l’infezione arrivi lì. Come nell’area della cardiologi­a riabilitat­iva, dove l’età dei pazienti è più alta e c’è una maggiore fragilità». Il numero di contagi fra medici e infermieri in via Bignami sarebbe più alto della media: «Almeno il trenta per cento del personale è assente per Covid, abbiamo più casi rispetto ad altri ospedali che sono più strutturat­i per l’emergenza, dal Sacco a Niguarda, e quindi hanno potuto contenere il contagio. Noi adesso siamo al collasso. Non abbiamo infettivol­ogi. E mancano anche medici internisti».

In via Bignami «è atterrata anche l’intera linea di comando», sottolinea un professore. «Dal direttore sanitario, al vice, all’unica segretaria. Tutti ammalati. Del gruppo formato per gestire questa crisi e che si riunisce ogni mattina, ormai non è rimasto quasi nessuno. Si è ammalato anche il capo del reparto Covid. E il primario di Ortopedia». Ed è alto anche il numero degli infermieri contagiati. «Abbiamo saputo oggi che due di loro sono gravi. Sono più esposti dei dottori. Sono davanti al paziente, lo toccano, misurano la febbre».

In prima linea e senza le protezioni per evitare il contagio. Al Cto raccontano come stanno lavorando ormai da settimane, dall’inizio dell’emergenza. «I medici stazionano in reparto dodici ore senza poter più uscire perché hai una sola mascherina e un solo camice. Le infermiere devono venire a lavorare con il pannolone perché non possono andare in bagno e rientrare». Dicono delle mascherine, che ancora non arrivano: «Le ffp2 e p3, filtranti, sono poche e le lasciamo a chi visita ed è a contatto stretto con i pazienti. I medici che sono meno esposti devono usare le chirurgich­e, perché le altre non bastano. E ci dicono anche di tenerle due giorni perché non ne abbiamo».

Una soluzione che intravvedo­no in via Bignami è la chiusura almeno di alcuni reparti. «O se andiamo avanti così si rischia la chiusura totale». Spiega uno specialist­a: «Occorre trasferire i malati non Covid. Sanificare. Poi sottoporre al test chi entra. E tenere separato chi è infettato da chi non lo è. Il nostro ospedale non è strutturat­o come altri che hanno l’infettivol­ogia o comunque la possibilit­à di isolare i pazienti. Qui evitare il contagio è difficile».

Raccontano ancora: «Se arriva un fratturato va in sala operatoria e poi non posso metterlo fra i pazienti Covid fino a quando non ho esito del tampone, che però arriva dopo un giorno. Intanto il virus viaggia. Ecco è cosi che una struttura sanitaria è diventato un luogo di alto contagio».

Bloccare tutto, per poter ripartire, è la richiesta. «La decisione sin qui non è stata presa. Anzi sarebbe prevista l’apertura di un nuovo reparto per pazienti Covid di ortopedia. Progetto ambizioso. Ma non c’è personale per coprire i turni. E non ci sono strumenti e condizioni di sicurezza. Occorre intervenir­e nella direzione opposta. Se non si cambia ad oggi si rischia più di ammalarsi entrando in ospedale che in strada».

La stima

«La percentual­e degli assenti per Covid è superiore alla media degli ospedali»

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Il personale sanitario della residenza per anziani Anni Azzurri in via San Faustino: anche qui sarebbero avvenuti decessi per Covid-19
Alla finestra Il personale sanitario della residenza per anziani Anni Azzurri in via San Faustino: anche qui sarebbero avvenuti decessi per Covid-19

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