«Benvenuti in hotel Buona quarantena»
Primi diciotto ospiti nell’albergo vicino alla Centrale La proprietà offre spazi, Palazzo Marino paga le spese Altre nove strutture approvate o in fase di valutazione
L’ hotel Michelangelo apre le porte. Il primo gruppo di ospiti è arrivato ieri sera: 12 poliziotti e sei agenti penitenziari, avanguardia di quello che è destinato a diventare il più grande «hub» per la quarantena della città. Per abbreviare i tempi si è scelta la via della convenzione con la proprietà (il gruppo Finleonardo) e non lo strumento dell’esproprio. L’accordo prevede un rimborso mensile per le spese di 162mila euro più altri 71mila di una tantum.
Il primo gruppo di ospiti è arrivato ieri sera, in tempo per la cena (distribuita da Milano Ristorazione). Diciotto in tutto, 12 poliziotti e 6 agenti penitenziari, piccolissima avanguardia di quello che è destinato a diventare il più grande «hub» per la quarantena in città e probabilmente in Italia. L’hotel Michelangelo, 17 piani e 4 stelle a fianco della Stazione Centrale, apre le porte delle sue 290 (su 306) stanze a pazienti costretti in isolamento, perché appena dimessi dall’ospedale o perché privi di una residenza idonea ai protocolli sanitari. Soprattutto infermieri e, appunto, poliziotti fuori sede. Il Michelangelo è certamente la prima struttura privata coinvolta nel progetto. Il Comune ha scelto la via della convenzione con la proprietà (nello specifico col gruppo Finleonardo) e non lo strumento dell’esproprio con indennizzo, pure previsto dai decreti ministeriali. «Per ragioni pratiche», hanno spiegato gli assessori Pierfrancesco Maran (Urbanistica) e Gabriele Rabaiotti (Welfare) nel corso della commissione consiliare convocata sul tema. Perché l’accordo con il privato permette di accorciare i tempi e di ottenere l’indispensabile collaborazione del legittimo proprietario dell’immobile. L’accordo prevede un rimborso mensile per le spese di 162 mila euro, più altri 71 mila di una tantum. Soldi che il Comune anticiperà e che si farà poi rimborsare dalla Protezione civile. Alla somma vanno poi aggiunti gli investimenti per la sanificazione dell’ambiente e per i pasti. Il totale fa un milione di euro in due mesi (durata prevista della convenzione comunque prorogabile).
Il Michelangelo rappresenta un progetto pilota, hanno spiegato in coro Maran e Rabaiotti. Il fabbisogno di letti per la quarantena non è ancora stato quantificato dalle autorità sanitarie, ma l’imperativo di Palazzo Marino è di non farsi cogliere impreparati all’appuntamento con la fase 2 dell’emergenza, quella delle progressive dimissioni dagli ospedali e delle necessarie quarantene sanitarie da garantire a chi ne farà richiesta. Il Comune a giorni pubblicherà allora un bando per reperire nuovi alloggi, strutture, appartamenti. «La nostra impressione è che ci sia ampio bisogno di strutture di questo tipo. Ci rivolgeremo ancora ai soggetti privati per avere a disposizione un set di immobili in caso di necessità», ha detto Maran che non ha nascosto di preferire soluzioni vicine all’«hub» della Stazione Centrale. Si cercano alberghi, ben sapendo che si troveranno disponibilità in abbondanza all’ospitalità del personale sanitario, molto meno per offrire un letto a chi è positivo al coronavirus.
Ma qualcosa, anche prima del Michelangelo, si era già mosso in città. Una decina di persone è per esempio ospite da una settimana negli alloggi comunali di via Carbonia, a Quarto Oggiaro, e ancora prima era stato dirottato al centro sportivo Saini, uno dei più grandi della città, un centinaio di clochard dal dormitorio di viale Ortles. Alleggerire «Casa Jannacci» è infatti una delle assolute priorità individuate dall’amministrazione per scongiurare nuovi focolai di contagio. Per questo oggi arriveranno altri senzatetto al «Lorenzini district», una tensostruttura utilizzata per concerti ed eventi all’interno dello Scalo Romana, anche questa messa a disposizione da un privato per il periodo della pandemia.
All’emergenza Covid verrà probabilmente convertito persino il vecchio l’Ostello della Gioventù della città al QT8. Pronti e disponibili, per le persone con disabilità costrette alla quarantena, anche gli alloggi di via Pusiano, «mentre — ha raccontato Rabaiotti — l’Oasi di San Francesco si è fatta avanti con 200 posti a Primaticcio e Ikea con i Moxy Hotel a Linate e a Malpensa». Seicento letti, in totale. Basteranno?