Corriere della Sera (Milano)

Così si riparte dopo la crisi E sui fondi scontro a sinistra

Del Conte, presidente di Afol, e le stime sulla ripresa «Forte richiesta di addetti nel settore alimentare Temo l’impatto di centomila nuovi disoccupat­i»

- Di M. Giannattas­io e G. Rossi 7

Prima o poi l’emergenza finirà. Ma non tutti ritroveran­no il posto di lavoro o il proprio pezzetto di mercato. Una volta superata la crisi sanitaria, la nuova emergenza sarà quella occupazion­ale. «Ma non tutte le filiere economiche ripartiran­no subito», premette Maurizio Del Conte, presidente di Afol metropolit­ana, l’Agenzia per la formazione e l’orientamen­to al lavoro, che ha il compito di riavviare all’attività i disoccupat­i. Professor Del Conte, quante persone si rivolgono alla Afol, in tempi normali? «L’anno scorso i nostri sportelli in città e nell’area Metropolit­ana hanno registrato oltre 230 mila accessi. Non erano solo persone che cercavano un lavoro, poiché offriamo anche altri servizi».

In ogni caso tutto lascia presupporr­e che quando questa emergenza sanitaria potrà dirsi superata avrete parecchio da fare...

«Ne siamo assolutame­nte consapevol­i. Impossibil­e prevedere le nuove dimensioni della domanda, ma non mi stupirei se ci trovassimo di fronte a un incremento di centomila nuovi utenti».

E dove potranno trovare lavoro?

«La ripartenza sarà selettiva, non tutte le filiere si rimetteran­no in moto nello stesso momento: per esempio, il turismo avrà probabilme­nte tempi di ripresa più lunghi, ma altri avranno un immediato bisogno di forza lavoro e noi vogliamo essere pronti a favorire l’incontro tra l’offerta e quella domanda».

E quali settori ripartiran­no subito?

«Noi prevediamo un’espansione in tutto il comparto cosiddetto delivery, che oltre alle consegne a domicilio include anche logistica e automazion­e, quindi figure profession­ali molto diverse. Poi è legittimo attendersi un impulso anche in tutto il sistema della vendita e della distribuzi­one alimentare. Già adesso, tra turni straordina­ri e contagi, è un settore in sofferenza, che ha bisogno di persone ma soprattutt­o dobbiamo immaginare quali e quanti cambiament­i subentrera­nno dopo questa epidemia: gli stessi spazi della grande distribuzi­one saranno ridisegnat­i in base a una nuova educazione e formazione sanitaria».

L’economia trasformat­a dal passaggio del virus?

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Serrande abbassate La prospettiv­a di una strada commercial­e milanese con i negozi chiusi

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