«Contagi, svolta lombarda»
Gli esperti: picco superato. La Regione: gravissima circolare del ministero, non si abbassa la guardia. E lancia la app
Frenano i contagi e pure il numero dei ricoveri. Il picco in Lombardia sembra raggiunto e superato ovunque, spiegano dall’Istituto farmacologico Mario Negri. Perché le curve di crescita dei nuovi casi sono scese dal 30 al 3 per cento. C’è ottimismo, ma senza margine per potersi rilassare, come ricorda l’assessore Gallera, in polemica aperta con il Governo per aver «allentato» i toni. Intanto la Regione lancia l’app per tracciare la mappa del rischio-infezioni, garantendo la privacy. Stocchetti alla guida del padiglione lancia l’ospedale inaugurato in Fiera: «È il simbolo della reazione di Milano». Specializzandi e neolaureati con lo staff del Policlinico.
«In Lombardia il picco è superato ormai ovunque». L’epidemiologo Guido Bertolini dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Bergamo, nonché uno degli esperti dell’Unità di crisi di Regione Lombardia, alle 8 di ieri sera lo dice con cognizione di causa: da giorni e giorni studia le curve sull’evoluzione del contagio. L’assessore alla Sanità Giulio Gallera, anche se con più prudenza, va nella stessa direzione: «I dati sono la conferma di una speranza. Diminuisce il numero dei positivi (ieri più 1.047 nuovi contagi, per un totale di 43.208,
ndr) e degli accessi alle terapie intensive (nessun nuovo ingresso, ndr)».
Ormai abbiamo capito che non bisogna guardare i dati di un singolo giorno sui nuovi contagi, ma il trend. Il motivo, come più volte raccontato, è che il numero dei test eseguiti può essere fuorviante perché vengono comunicati i risultati dei tamponi e non la data della loro esecuzione. Insomma, l’informazione sconta il tempo necessario alla refertazione delle analisi che, a seconda dei giorni, può essere più o meno veloce. Ma la tendenza su più giorni è attendibile. Prendiamo, allora, in considerazione gli ultimi 5: dal 27 marzo a oggi a Lodi l’incremento dei nuovi contagi in media è cresciuto del 2%, a Bergamo del 3,2% e a Brescia del 3,6%. In numeri assoluti sono ancora centinaia di casi (rispettivamente 29, 138 e 154). Ma la crescita rallenta il ritmo: è il segnale che guardano gli epidemiologi per capire l’evolversi della situazione. Dopo la prima settimana dall’entrata in vigore delle misure di contenimento sociale (scattate nella notte tra il 7 e l’8 marzo), l’aumento medio in percentuale di nuovi casi viaggia sopra il 20% (27% a Brescia e 21% a Bergamo), poi la settimana dopo intorno al 10, quindi al 6, e adesso intorno al 3%. Cremona: 16% (tra
il’8 e il 15 marzo), 6% (tra il 16 e il 20),5% (tra il 21 e il 26), e dal 27 marzo ad oggi 2,8%.
Milano che, come sottolineato ancora ieri da Gallera, resta sotto sorveglianza speciale, ha un’evoluzione simile: 22%, 17%, 9% e 5%.
Percentuali incoraggianti,anche se il bollettino dei morti resta impietoso: ieri più 381, complessivamente 7.199.
L’errore maggiore in questo momento — ribadiscono con forza gli esperti — sarebbe allentare le misure. «Bisogna restare a casa», è il parere unanime del mondo scientifico. «Non è questo il momento di abbassare la guardia — ribadisce Gallera —. La circolare diffusa dal Ministero dell’Interno (sulla possibilità della cosiddetta ora d’aria con i bambini) rischia di creare un effetto psicologico devastante vanificando gli sforzi e i sacrifici compiuti finora. Il provvedimento ministeriale potrebbe essere inteso come un segnale di allentamento delle misure di contenimento assunte finora. Misure importanti che hanno però consentito di contenere la curva dei contagi del coronavirus. La luce in fondo al tunnel rischia di allontanarsi o di spegnersi del tutto nel momento in cui vengono trasmessi messaggi ambigui: l’indicazione utile per tutti deve essere quella di rimanere a casa, ancora per qualche settimana. Solo così riusciremo a sconfiggere questo nemico subdolo». E per monitorare meglio la diffusione del virus, Regione Lombardia lancia l’app allertaLOM, sviluppata dalla holding regionale Aria Spa, per raccogliere informazioni sul grado di contagio della popolazione. È definita una sorta di tampone virtuale: «È un triage a distanza che ha l’obiettivo di scovare il numero dei veri contagiati e di individuare i quartieri in cui si sta diffondendo di più il virus», spiega Fabrizio Sala, assessore per l’Innovazione della Lombardia. L’obiettivo è di raggiungere un milione di lombardi. Di qui l’appello al senso civico di ciascuno: «Scaricatela».