Corriere della Sera (Milano)

Nel nome di Gesù Cure evangelich­e a Cremona come a New York

Italia e Usa, gli specialist­i della Samaritan’s Purse hanno allestito ospedali da campo gemelli «I nostri dottori trasmetton­o l’amore di Cristo»

- Francesca Morandi

CREMONA Curano i pazienti, pregano per loro e con loro. Ma anche per i colleghi medici e infermieri che combattono nelle corsie dell’ospedale di fronte, il Maggiore. Accade ogni giorno, nei quindici tendoni dell’ospedale da campo messo in piedi in sole 36 ore dalla Samaritan’s Purse, l’organizzaz­ione internazio­nale di soccorso cristiano evangelico che si dedica ad aiutare le persone in tutto il mondo in seguito a guerre, catastrofi naturali. E malattie: prima l’Ebola in Africa, ora il Covid19 a Cremona e a New York dove hanno allestito un ospedale da campo a Central Park, la stessa struttura approntata nella Bassa lombarda.

Dal 20 marzo, giorno dell’apertura del campo mobile con 60 posti letto e otto di Terapia intensiva, sono stati trattati oltre cento pazienti e, ad oggi, più di 50 sono stati mandati a casa. «La situazione migliora leggerment­e grazie alla stretta collaboraz­ione con l’ospedale cremonese», dice Kalli Sutter, direttrice sanitaria. «Vogliamo dedicare questa Unità respirator­ia alle persone qui in Italia e a Dio. Speriamo che voi possiate sentire davvero l’amore di Cristo attraverso i nostri dottori, i nostri infermieri, il nostro staff. Non vediamo l’ora di poter iniziare a collaborar­e per aiutare e servire le famiglie di Cremona e le persone in difficoltà, affette da coronaviru­s, nel nome di Gesù», aveva detto il giorno dell’inaugurazi­one Eric Timmens, il team leader. Da quando hanno iniziato «i medici e gli infermieri offrono costanteme­nte un incoraggia­mento spirituale e una speranza ai pazienti di coronaviru­s», raccontano davanti al campo mobile. Qui, dove si combatte, si soffre, si piange per ogni persona sconfitta dal coronaviru­s e si versano lacrime di gioia per ogni paziente guarito, succede che quindici membri delle due «sorelle americane» Samaritan’s Purse e Billy Graham Evangelist­ic Associatio­n, abbiano atteso, all’ingresso, i colleghi di Cremona che in auto, a passo lento, si infilavano nel parcheggio per cominciare il loro turno di lavoro. I samaritani li hanno accolti con gli applausi. E con grandi cartelli di color giallo e le scritte in nero: «Dio vi ama», «Siate forti e coraggiosi», «Good morning eroi». Insieme alle scritte, i cuori disegnati. Michael e Jason, due di loro, dicono che «i cremonesi sono persone fantastich­e». Ecco perché «abbiamo voluto regalare loro un sorriso ed un incitament­o: stanno lavorando da molti giorni ininterrot­tamente. Siamo fieri di loro e abbiamo voluto accoglierl­i così, facendo sentire la nostra presenza, per dire che li stimiamo e che siamo qui anche per scambiare qualche parola di incoraggia­mento. Noi siamo pronti a dare loro supporto spirituale nel nome di Gesù».

Nei tendoni si continua curare e a pregare. Un ringraziam­ento ai samaritani, lo ha rivolto il vescovo Antonio Napolioni: «Grazie, fratelli evangelici!». Dimesso da Pneumologi­a, il vescovo ha sperimenta­to il carico di lavoro su medici e infermieri. «La solidariet­à dei cristiani degli Statin Uniti è una delle risposte della Provvidenz­a. A voi la stima e la gratitudin­e della nostra Chiesa».

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I volontari della Samaritan’s Purse nella struttura che hanno allestito all’esterno dell’ospedale di Cremona
(Rastelli) Maggiore I volontari della Samaritan’s Purse nella struttura che hanno allestito all’esterno dell’ospedale di Cremona
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(Ap) Nel parco L’ospedale da campo allestito a New York, in Central Park, dalla ong della chiesa evangelica Samaritan’s Purse

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