Nel nome di Gesù Cure evangeliche a Cremona come a New York
Italia e Usa, gli specialisti della Samaritan’s Purse hanno allestito ospedali da campo gemelli «I nostri dottori trasmettono l’amore di Cristo»
CREMONA Curano i pazienti, pregano per loro e con loro. Ma anche per i colleghi medici e infermieri che combattono nelle corsie dell’ospedale di fronte, il Maggiore. Accade ogni giorno, nei quindici tendoni dell’ospedale da campo messo in piedi in sole 36 ore dalla Samaritan’s Purse, l’organizzazione internazionale di soccorso cristiano evangelico che si dedica ad aiutare le persone in tutto il mondo in seguito a guerre, catastrofi naturali. E malattie: prima l’Ebola in Africa, ora il Covid19 a Cremona e a New York dove hanno allestito un ospedale da campo a Central Park, la stessa struttura approntata nella Bassa lombarda.
Dal 20 marzo, giorno dell’apertura del campo mobile con 60 posti letto e otto di Terapia intensiva, sono stati trattati oltre cento pazienti e, ad oggi, più di 50 sono stati mandati a casa. «La situazione migliora leggermente grazie alla stretta collaborazione con l’ospedale cremonese», dice Kalli Sutter, direttrice sanitaria. «Vogliamo dedicare questa Unità respiratoria alle persone qui in Italia e a Dio. Speriamo che voi possiate sentire davvero l’amore di Cristo attraverso i nostri dottori, i nostri infermieri, il nostro staff. Non vediamo l’ora di poter iniziare a collaborare per aiutare e servire le famiglie di Cremona e le persone in difficoltà, affette da coronavirus, nel nome di Gesù», aveva detto il giorno dell’inaugurazione Eric Timmens, il team leader. Da quando hanno iniziato «i medici e gli infermieri offrono costantemente un incoraggiamento spirituale e una speranza ai pazienti di coronavirus», raccontano davanti al campo mobile. Qui, dove si combatte, si soffre, si piange per ogni persona sconfitta dal coronavirus e si versano lacrime di gioia per ogni paziente guarito, succede che quindici membri delle due «sorelle americane» Samaritan’s Purse e Billy Graham Evangelistic Association, abbiano atteso, all’ingresso, i colleghi di Cremona che in auto, a passo lento, si infilavano nel parcheggio per cominciare il loro turno di lavoro. I samaritani li hanno accolti con gli applausi. E con grandi cartelli di color giallo e le scritte in nero: «Dio vi ama», «Siate forti e coraggiosi», «Good morning eroi». Insieme alle scritte, i cuori disegnati. Michael e Jason, due di loro, dicono che «i cremonesi sono persone fantastiche». Ecco perché «abbiamo voluto regalare loro un sorriso ed un incitamento: stanno lavorando da molti giorni ininterrottamente. Siamo fieri di loro e abbiamo voluto accoglierli così, facendo sentire la nostra presenza, per dire che li stimiamo e che siamo qui anche per scambiare qualche parola di incoraggiamento. Noi siamo pronti a dare loro supporto spirituale nel nome di Gesù».
Nei tendoni si continua curare e a pregare. Un ringraziamento ai samaritani, lo ha rivolto il vescovo Antonio Napolioni: «Grazie, fratelli evangelici!». Dimesso da Pneumologia, il vescovo ha sperimentato il carico di lavoro su medici e infermieri. «La solidarietà dei cristiani degli Statin Uniti è una delle risposte della Provvidenza. A voi la stima e la gratitudine della nostra Chiesa».