Doppia commissione sulle Rsa
Svolta della Regione. Per il Trivulzio il Comune indica Colombo. «Ma si farà luce anche sulle altre strutture»
La Regione istituisce due commissioni di indagine sul Pio Albergo Trivulzio e sulle altre Rsa al centro di inchieste e denunce per l’aumento di contagi e vittime. «Massima trasparenza», chiede il governatore Fontana. Palazzo Marino indica l’ex pm Gherardo Colombo per la commissione. La replica del Pat: «Nessuna “strage nascosta”. Regole rispettate». Dalla caccia ai contagi sommersi dei medici di famiglia su 30 mila assistiti emerge che i positivi in città sono almeno l’1,5%. Nota positiva il calo dei contagi e dei ricoveri, ma aumentano le persone fuori casa e le multe. Sulle mascherine, mentre il primo lotto da 3 milioni e 300 mila è in arrivo tra Comuni e farmacie, la Regione attacca: «Lo Stato non rimborsa gli acquisti sanitari». L’ex segretario nazionale della Cgil: «Grande amarezza per un 25 aprile senza cortei».
Una commissione sul Pio Albergo Trivulzio e una seconda sulle altre Rsa lombarde che hanno ospitato pazienti Covid: è la risposta di Regione Lombardia alle polemiche, alle denunce, alle indagini su quelli che sono diventati gli epicentri della pandemia di coronavirus a Milano: le case di riposo, dove il contagio dilaga e le vittime aumentano giorno dopo giorno.
«Quella di ospitare pazienti Covid nelle case di riposo per anziani è stata una proposta, non un’imposizione. Abbiamo mandato delle linee guida molto precise proprio perché lì ci sono soggetti fragili»: è mattina presto ieri quando il governatore della Lombardia Attilio Fontana difende l’operato della Regione. Ma proprio sui provvedimenti regionali in materia di emergenza sanitaria, si concentrano le indagini della Procura. A pardi
Sala I cittadini stanno facendo la loro parte la ripartenza dell’Italia dipende dalla sua capitale economica e sociale
Fontana Mattarella è sempre stato presente, ci ha detto di continuare così e ci ha fatto i complimenti per quanto fatto
dalla delibera dell’8 marzo: giorno in cui la Giunta chiedeva alle Rsa, se avessero potuto, di accogliere pazienti Covid-19 dimessi dagli ospedali per «liberare posti letto di terapia intensiva e sub intensiva». I pm guidati dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano indagano su diverse case di cura milanesi, con l’accusa di diffusione colposa di epidemia e reati in materia di sicurezza del lavoro.
Sul Pio Albergo Trivulzio ora si concentra l’attenzione di governo, Regione e Comune. Nel polo geriatrico più importante del Paese sono morti da inizio marzo oltre 110 anziani. Nella prima settimana aprile, comunica la struttura, sono 27 i decessi sospetti Covid (su 37 complessivi). Per fare chiarezza sui fatti avvenuti al Pat negli ultimi mesi, la Regione ieri ha dato mandato ad Ats Città metropolitana di istituire una Commissione di verifica: «Vogliamo essere i primi a capire — dice l’assessore al Welfare Giulio Gallera —: è necessario analizzare ogni elemento con la massima trasparenza. La commissione rimetta una relazione obiettiva sugli ultimi tre mesi all’interno del Pio Albergo Trivulzio». Il gruppo sarà presieduto da Vittorio Demicheli, direttore sanitario dell’Ats Milano. Il componente indicato dal sindaco Beppe Sala è l’ex pm Gherardo Colombo, ora presidente del Comitato per la legalità, la trasparenza e l’efficacia amministrativa del Comune. Il sindaco ha scritto a Fontana dicendo che il Comune resta però «in attesa di conoscere le finalità e la composizione della commissione». Le competenze sanitarie sul Pat resterebbero infatti di orbita regionale. Nella stessa struttura è in corso un’indagine del ministero della Salute: i tecnici del ministero stanno raccogliendo e visionando cartelle cliniche e certificati di morte degli ospiti.
Una seconda commissione, ha annunciato il governatore
Fontana, «è stata istituita sulle altre Rsa lombarde su cui è stata fatta grande polemica negli ultimi giorni». Specificando che la Regione «ha solo un potere di controllo delle condizioni poste dalle strutture (che sono a gestione privata o pubblico-privata)», Fontana chiede che la commissione accerti la reale situazione nelle case di riposo. E aggiunge: «Quelle che spontaneamente hanno aderito al nostro invito sono state 15 sulle oltre 700 presenti sul territorio regionale». Il trasferimento in strutture extra ospedaliere «ha riguardato in tutto 2 mila pazienti — ricorda Gallera —: di questi, solo 145 sotire
no stati ospitati nelle 15 Rsa che hanno aderito». Sulla commissione relativa alle altre case di riposo coinvolte, l’assessore al Welfare ricorda come la «Regione chiedesse alle strutture di ospitare pazienti Covid solo in presenza di padiglioni separati e personale dedicato».
Duro l’attacco di Cgil, Cisl e Uil, che scrivono a Fontana, Sala e a Walter Bergamaschi, dg dell’Ats Città Metropolitana: «Le Rsa non avevano protocolli adeguati per affrontare questa emergenza». In particolare, i sindacati sottolineano come andassero «distribuiti i dispositivi di protezione individuale a tutto il personale e fatta un’accurata formazione e informazione affinché potessero operare in sicurezza». Non solo: si chiede un’inversione di rotta rispetto a quella richiesta dalla delibera regionale dell’8 marzo: «Occorre dotare tutte le Rsa di personale specialistico, di attrezzature e di farmaci specifici per poter curare i malati meno gravi, trasportando quelli più gravi negli ospedali».
In riferimento ai 27 decessi sospetti Covid della prima settimana di aprile, la direzione del Pat spiega che «la situazione clinica di estrema fragilità di questi pazienti, così come la loro età, non sempre ne consente il trasporto in ospedale e la ventilazione assistita». La respirazione artificiale non è infatti offerta dal Pat, ricorda la struttura. Che si difende: «Nel mese di marzo non vi è stata alcuna “strage nascosta”. Il mese di aprile sta mostrando i primi segni dell’ondata pandemica che ha investito l’intero Paese e che era impossibile che risparmiasse le Rsa, dove sono state messe in campo tutte le misure di protezione dettate dalla legge e della buona pratica clinica».
Delibera contestata Sono 145 i pazienti dimessi dagli ospedali ospitati in quindici residenze lombarde