Kit affidati senza gara al gruppo Diasorin Esposto dei concorrenti: fascicolo in Tribunale
Non è al momento una vera indagine, ma un fascicolo conoscitivo (senza indagati e senza ipotesi di reato) originato dall’esposto di un concorrente, quello che la Procura di Milano ha aperto con i pm Maurizio Romanelli e Stefano Civardi sulla scelta della Regione Lombardia di incaricare con affidamento diretto, senza gara, la multinazionale Diasorin per la sperimentazione dei test sierologici sul virus Covid-19in collaborazione col Policlinico San Matteo di Pavia.
I test sierologici, che rilevano la presenza di anticorpi (ancora però di incerta prospettiva) dopo un’infezione da Covid, sono iniziati in Lombardia il 23 aprile scorso. Il San Matteo di Pavia ha effettuato la validazione testando i sieri della Diasorin, che ha sede a Saluggia (Vercelli), per valutare se fossero affidabili. E tra l’ospedale e la multinazionale è stato siglato un contratto proprio su questa validazione, un accordo che prevede che la società versi una royalty dell’1 per cento per tutti i test venduti nel mondo (Lombardia esclusa), soldi con i quali l’ospedale San Matteo
intenderebbe poi finanziare la ricerca.
Questo contratto San Matteo-Diasorin sarà al centro di una camera di consiglio proprio oggi al Tar, chiamato a decidere su un ricorso della TechnoGenetics, azienda concorrente di Lodi, per la quale la collaborazione tra l’ospedale e l’altra società violerebbe i principi della concorrenza. L’impresa lodigiana aveva già chiesto una sospensiva del contratto al Tar, bocciata dai giudici e anche dal Consiglio di Stato.
Allo stesso tempo, però, TechnoGenetics, ha presentato un esposto appunto anche in Procura contro l’affidamento diretto da parte della Regione alla Diasorin della sperimentazione dei test.
Nella denuncia, in particolare, si contestano i presupposti dell’accordo esclusivo del 26 marzo tra Regione, Diasorin e ospedale sul progetto sviluppato dalla società piemontese.