Plasma superimmune da maiali clonati «Siero pronto entro la fine dell’estate»
Cremona, lo studio del professor Galli: verrà prodotto su scala industriale
da specie diverse (Galli è il ricercatore che con la fecondazione artificiale cerca di salvare il rinoceronte bianco dall’estinzione).
«Sin qui abbiamo sempre considerato il maiale come un potenziale donatore di organi — spiega il professore —. Lo stesso concetto vale per le immunoglobuline, che in questi animali sono meno immunogene e funzionano meglio». Ovvero? «Non sono soggette a effetti collaterali, se somministrate per endovena. È una procedura collaudata. In premessa va detto che il siero iperimmune viene spesso ricavato dagli animali: ad esempio il siero antivipera viene prodotto nel cavallo. I maiali che noi cloniamo sono geneticamente modificati. Anzitutto l’anticorpo del maiale non lega la cosiddetta frazione C, che si trova invece nella cellula umana e nell’uomo può avere un effetto contrario, facilitando l’entrata del virus nell’organismo. Questo con l’anticorpo del maiale non avviene. In secondo luogo questi maiali vengono immunizzati con le proteine spike, che fanno entrare il virus nella cellula in modo controllato. A quel punto dal maiale, tra Belgio e Francia, viene prelevato il siero spedito al Pasteur Institute di Hong Kong, dove viene testato». Quanto tempo occorrerà? «La fase 1, relativa alla sicurezza, si può considerare superata; la fase 2 è quella che testa l’efficacia del siero, per capire se sia in grado di neutralizzare il virus. A metà estate ci aspettiamo una risposta e siamo ottimisti: produrre il siero iperimmune dal maiale su scala industriale sarà più semplice, perché avremo a che fare con animali da noi prodotti e il processo sarà standardizzabile. Ad oggi abbiamo spedito in Belgio quattro maiali immunizzati, ma altri undici sono già pronti».
In estate dunque si dovrebbe passare alle prove cliniche. «Senza timori. Ricordiamoci che quando un paziente riceve un organo da un altro essere umano deve essere immunosoppresso e questo processo si realizza con gli anticorpi di un animale, il coniglio. Di fatto stiamo solo allargando l’orizzonte di una frontiera già nota e sicura».
Gli animali Sono geneticamente modificati. Ci aspettiamo risposte positive nella lotta al virus