Corriere della Sera (Milano)

A Livigno

La passeggiat­a dell’orso alla ricerca di cibo nei filmati del campeggio

- di Barbara Gerosa

Un maschio giovane svegliatos­i dal letargo e alla ricerca di cibo. Questa volta l’orso non è stato solo avvistato, come accaduto in passato, ma filmato dalle telecamere del sistema di videosorve­glianza di un campeggio. L’animale avanza nel buio, fruga nei cassonetti, li rovescia, muove qualche passo, viene illuminato dai fari di un’auto che poi però non appare nelle immagini: si scoprirà solo qualche ora più tardi che la vettura con due giovani a bordo trovandose­lo di fronte ha fatto retromarci­a. La mezzanotte tra martedì e mercoledì è passata da poco. La sequenza è stata immortalat­a a Livigno, in località Forcola, a 1.900 metri di quota. La periferia del paese, ci sono case e attività, e a meno di una cinquantin­a di metri anche pecore, capre e un asino che raglia in un recinto. Ma il plantigrad­e non sembra interessat­o: non si avvicina, continua imperterri­to a rovistare tra i rifiuti e poi si allontana.

L’orso è tornato in Valtellina. In questi giorni in cui le strade sono deserte per l’emergenza Covid non ha avuto timore ad avvicinars­i all’abitato dove di solito migliaia di turisti provenient­i dal tutto il mondo si godono uno dei panorami più suggestivi delle Alpi. «Di notte non abbiamo sentito alcun rumore — racconta Lorenza Cantoni, titolare del camping Letizia —. Al risveglio abbiamo visto tutti i cassonetti rovesciati, la spazzatura sparsa lungo la strada e abbiamo pensato a un atto vandalico. Poi, però, raccoglien­do i bidoni siamo rimasti senza parole di fronte all’impronta inconfondi­bile lasciata dall’orso sul terriccio. Nessuna sorpresa, quindi, quando abbiamo visto il filmato che ha sempliceme­nte confermato i nostri dubbi. Più tardi abbiamo saputo che un’auto con a bordo due ragazzi l’aveva incrociato». Stupore, ma anche una certa abitudine a incontri ravvicinat­i. «Non è un evento così raro — dice il sindaco di Livigno, Damiano Bormolini —. Gli animali selvatici spesso fanno capolino da queste parti. Lo scorso anno abbiamo avuto persino la visita dello sciacallo dorato, simile al lupo. Comunque pensiamo che l’orso dell’altra notte abbia già lasciato il nostro territorio, forse arrivava dalla Svizzera, dalla Val Poschiavo e lì è tornato». Le immagini sono state consegnate alle guardie forestali e dell’avvistamen­to si sta occupando anche Maria Ferloni, referente faunistico della Provincia di Sondrio. «Si tratta di un esemplare giovane, a giudicare dal filmato — spiega l’esperta —. La scorsa settimana c’è stato un caso simile, un orso che ha rovesciato i cassonetti in cerca di cibo a Ponte di Legno. Non escludiamo, visto che in entrambe le situazioni si è registrato un comportame­nto simile, che possa trattarsi dello stesso animale, probabilme­nte giunto attraverso il Passo del Gavia. Abbiamo avuto anche altre segnalazio­ni tra Bormio e la Valfurva e ormai è da più di una decina di anni che ci sono avvistamen­ti in alta valle. Nell’intero comprensor­io, tra la Valtellina e il Trentino, dovrebbero esserci almeno una cinquantin­a di orsi bruni». Pochi hanno il radiocolla­re come M19, che due anni fa ha fatto strage di arnie fra Ponte, Teglio e Bianzone; in passato erano state predate anche alcune pecore in Valmasino e Valgerola. In questo caso a Livigno ha fatto la sua comparsa un orso «gentile». Ha risparmiat­o capre e asini accontenta­ndosi dei rifiuti e limitandos­i a creare un po’ di scompiglio in paese.

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L’orso ripreso dalle telecamere di sorveglian­za del camping. Gli esperti ipotizzano che sia arrivato dalla Svizzera, dalla Val Poschiavo, e che poi sia tornato in quella zona
Passeggiat­a L’orso ripreso dalle telecamere di sorveglian­za del camping. Gli esperti ipotizzano che sia arrivato dalla Svizzera, dalla Val Poschiavo, e che poi sia tornato in quella zona
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I proprietar­i del camping «Letizia» hanno inizialmen­te pensato a vandalismo. Poi hanno individuat­o le impronte
L’impronta I proprietar­i del camping «Letizia» hanno inizialmen­te pensato a vandalismo. Poi hanno individuat­o le impronte

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