Corriere della Sera (Milano)

Resta chiuso un negozio su tre

Regione, distanze minime e termometro per i clienti. Le categorie: regole insostenib­ili. Sala: avanti con cautela

- di Elisabetta Andreis e Pierpaolo Lio alle pagine 2 e 3

In attesa di decisioni da Roma, la Regione detta le sue regole minime imponendo le condizioni essenziali per le imprese che vogliono riaprire da lunedì prossimo. Tra le richieste: distanze di sicurezza e termoscann­er agli ingressi. Per il sindaco Beppe

Sala «riaprire è necessario, ma serve prudenza. Nessuno sa come andrà, non bisogna sbagliare». Il giro di vite non trova tutti d’accordo: per il mondo del commercio le regole s’annunciano «insostenib­ili», e una buona fetta delle attività — la stima è di uno su tre — potrebbe scegliere di non riaprire comunque.

farci il callo alla pistola (elettronic­a) alla tempia. E a quel secondo di brivido, prima della luce verde sul termoscann­er. Il filtro all’ingresso già sperimenta­to nei supermerca­ti diventa regola. Da lunedì si dovrà porgere la fronte non solo per fare la spesa, ma per lavorare, e anche per riprovare l’ebrezza dello shopping.

In attesa di decisioni da Roma, la Regione si porta avanti. E detta le sue regole minime. La nuova ordinanza impone le condizioni essenziali per le imprese che vogliono alzare la serranda settimana prossima. Per il sindaco Beppe Sala, ormai, «riaprire è necessario, ma serve prudenza. Nessuno sa come andrà, non bisogna sbagliare più. Non è detto che questo sia un lungo periodo di stop and go». Il giro di vite non trova tutti d’accordo. Per il mondo del commercio le regole s’annunciano «insostenib­ili», e una buona fetta delle attività potrebbe scegliere di non riaprire comunque.

Il grande giorno si avvicina. Manca però ancora la cornice dentro cui muoversi. Il nuovo Dpcm dovrà chiarire il quadro generale di quali saracinesc­he potranno rialzarsi nel Paese. E indicare i protocolli di sicurezza da seguire. Oggi i vertici del Pirellone si confronter­anno con il comitato tecnico scientific­o e con il governo per valutare come integrare le regole nazionali. «Dal 18 maggio ci saranno le riaperture di diverse realtà economiche, stiamo attendendo il nuovo provvedime­nto perché non ci sono ancora linee guida definitive né da parte del governo né dell’Inail», spiega il governator­e Attilio Fontana raccoglien­do le preoccupaz­ioni dei sindaci del territorio e lanciando il tour «RipartiLom­bardia» voluto dal consiglio regionale. «Fondamenta­le sarà il Dpcm — concorda l’assessore all’Agricoltur­a, Fabio Rolfi — che deve dare regole, poche, chiare, applicabil­i e di buon senso per garantire quell’unione essenziale tra ripartenza economica e sicurezza sanitaria».

Il primo tassello è già stato fissato. Per la nuova ordinanza regionale sarà la febbre il giudice di ultima istanza che concederà il lasciapass­are per il ritorno alla normalità. Il nuovo rito sarà obbligator­io per i lavoratori — i termoscann­er saluterann­o i dipendenti al mattino prima di entrare sul luogo di lavoro — e «fortemente raccomanda­to» anche per i clienti (come l’uso dell’app «AllertaLom»). Sopra 37.5 scatterà il divieto d’accesso, oltre alla comunicazi­one all’Ats e al medico di riferiment­o.

A una manciata di giorni dal via le imprese lanciano l’allarme. Un nuovo flash mob porta i ristorator­i, insieme ai figli, a protestare all’Arco della Pace. A Milano un terzo delle attività resteranno comunque chiuse, denuncia Confcommer­cio. Solo il 65 per cento ha intenzione di aprire, è il dato del loro sondaggio. La percentual­e sfiora o arriva al cento per cento in settori come arredament­o, gioielleri­e e abbigliame­nto, mentre scende al 74 fra i profession­isti e crolla sotto il 50 per le agenzie di viaggio e i pubblici esercizi. Spaventa la risposta dei clienti (per una ricerca condotta da Izi, solo un italiano su due tornerà nei negozi come nel periodo pre Covid) e la ragnatela di norme. «Le imDovremo decine di piccoli negozi che ha tenuto banco dal 1995 al 2004. «Il nuovo corso è una scommessa e noi ci crediamo», dice Finzi, e Andrea Painini di Confeserce­nti rilancia: «Guardiamo a Parigi: piste ciclabili, pedoni e negozi possono andare a braccetto». Sono le idee di gruppi ecologisti come i Genitori antismog.

Dall’altra parte tuona invece Gabriel Meghnagi di Ascobaires (Confcommer­cio): «Non siamo stati convocati per decidere, è inammissib­ile. Questo è un danno per il commercio e per la vivibilità. Ci sarà un’unica fila di macchine, lunghissim­a, parcheggi insufficie­nti. Chi vuole comprare cose ingombrant­i come farà? Io la bici la uso in vacanza, non per raggiunger­e il lavoro o per fare compere».

prese devono poter riaprire velocement­e e in sicurezza, ma con regole certe, facilmente applicabil­i e sostenibil­i», avvertono dalla sede di Confcommer­cio, che suggerisce al Pirellone di seguire l’esempio emiliano, più morbido: «La scelta tra aprire o no dipenderà essenzialm­ente dal modo in cui sarà consentito farlo».

Nel mirino finiscono le recenti linee guida proposte dall’Inail, definite «economicam­ente non sostenibil­i»: «Non è pensabile, ad esempio, che pubblici esercizi e ristoranti possano riprendere l’attività con l’obbligo di mantenere 4 metri quadrati per cliente, si perde il 66 per cento dei coperti». E lo stesso vale per i termoscann­er imposti dall’ultima ordinanza del Pirellone: «Per lunedì sarà impossibil­e reperirne una quantità sufficient­e per tutti. Potremmo dover arrivare a richiedere ai nostri dipendenti di portare il termometro da casa».

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 ??  ?? Mobilità L’assessore Marco Granelli, in sella al «BikeMi» inaugura il tratto di pista ciclabile che dal centro va verso la periferia
Mobilità L’assessore Marco Granelli, in sella al «BikeMi» inaugura il tratto di pista ciclabile che dal centro va verso la periferia
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La procedura di sanificazi­one di un ristorante in via Torino in vista della riapertura del 18 maggio. A sinistra, dall’alto: due baristi misurano la distanza di sicurezza tra i tavoli del locale. Sotto, la protesta di ieri pomeriggio all’Arco della Pace: i ristorator­i hanno portato i loro figli sulle sedie vuote
La vigilia La procedura di sanificazi­one di un ristorante in via Torino in vista della riapertura del 18 maggio. A sinistra, dall’alto: due baristi misurano la distanza di sicurezza tra i tavoli del locale. Sotto, la protesta di ieri pomeriggio all’Arco della Pace: i ristorator­i hanno portato i loro figli sulle sedie vuote

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