Trenord, i pendolari cambiano strada: solo il 30% torna a viaggiare sui vagoni
Ricavi in calo di 50 milioni di euro. Nuova flotta in ritardo di sei mesi
Reintegro dei posti al 75 per cento dal 18 maggio e al 100 per cento entro la fine del mese. Trenord rimette i treni sui binari, dopo la riduzione del servizio nella Fase 1 dell’epidemia di coronavirus. L’amministratore delegato Marco Piuri ieri in commissione regionale ha dato i dettagli dell’offerta ferroviaria per le prossime settimane. Da lunedì circoleranno 1.540 treni con il tre quarti dei posti previsti dall’orario invernale. Sulle linee a maggiore carico di passeggeri è già garantito il cento per cento del servizio nelle ore di punta.
Entro il 31 maggio sarà ripristinato un milione di posti che, con le norme di distanziamento, si riduce a 460mila. Attenzione però: l’offerta sarà parzialmente rimodulata per evitare affollamenti. Tradotto: la composizione dei treni negli orari di punta verrà rafforzata, dove possibile, ma alcune corse poco frequentate potrebbero cambiare o persino sparire.
Anche le abitudini dei passeggeri si sono modificate. Secondo Trenord nella Fase 2 viaggia il dieci per cento degli utenti pre-Covid 19, con picchi del trenta in alcuni momenti del mattino. E in base ai risultati del sondaggio inviato dall’azienda ai pendolari, con la riapertura delle attività solo tre su dieci torneranno in carrozza. Piuri ha parlato anche degli impatti negativi dell’epidemia su Trenord. A causa del lockdown si stima un ritardo di sei mesi nella consegna dei tanto attesi nuovi treni.
Tra marzo e aprile i mancati ricavi ammontano a 50 milioni di euro, che potrebbero arrivare a 200 a fine anno. Nel periodo di lockdown la metà dei viaggiatori non ha pagato il biglietto.
L’azienda aspetta infine un «protocollo chiaro» prima di sottoporre a test sierologico i suoi dipendenti. Al momento, circa dieci ferrovieri sono stati ricoverati a causa del virus e 40/60 messi in quarantena.