Tutto il paese unito in una chat
L’idea del sindaco del borgo in provincia di Varese Decreti e assistenza, tutto tramite smartphone «Messaggi privati per chi contesta le ordinanze»
Quattrocento abitanti e una chat. Così il sindaco ha condiviso l’emergenza con i suoi concittadini.
VARESE Comuni piccoli, piccolissimi in zone di confine abitati da molti anziani e famiglie di frontalieri dove si esce prima dell’alba per andare in Svizzera a lavorare e non si ha il tempo di dare una sbirciatina all’albo pretorio per avere le ultime dal municipio. Così, ai primi di febbraio gli amministratori di Agra, 400 abitanti sui monti del Luinese in provincia di Varese, hanno avuto un’intuizione: l’uso massiccio di WhatsApp per comunicare coi cittadini. Non immaginavano neppure che di lì a poco quella trovata, che rapidamente era riuscita a coprire l’intera comunità, avrebbe consentito di gestire tutte le comunicazioni in tempo reale inviate ai residenti e non solo: Dpcm, decreti legge, ordinanze regionali e comunali in piena emergenza sanitaria. A guidare il «comune in chat» è il sindaco Luca Baglioni, 42 anni: «Il gruppo è composto da oltre 200 iscritti, un contatto telefonico per ogni famiglia del paese. Abbiamo sfruttato una funzionalità che consente solo agli amministratori di condividere le informazioni, altrimenti sarebbe ingestibile». Così, nel paese raggiungibile attraverso strette strade di montagna piene di tornanti, è stata aperta un’ampia autostrada informativa a una sola direzione, che sembra funzionare. «Anzi, mi è capitato di sentire diversi anziani del paese che mi chiedevano in dialetto come mai non era stato ancora caricato l’ultimo decreto appena sentito in tv», racconta Ernesto Griggio, ex sindaco di Agra, ora assessore che fa parte della «troika» informativa assieme al vicesindaco Andrea Colombo. Sono loro gli addetti a veicolare le informazioni. Ora, a emergenza in parte rientrata, la chat torna utile per comunicare l’ordinario. Come nei giorni scorsi quando un problema alla rete idrica ha obbligato la bollitura dell’acqua per usi alimentari: è bastato un post sul gruppo.
Un servizio che riguarda non solo i residenti, ma anche chi vive più o meno lontano come Filomena Aveta, 50 anni, originaria di Caserta e che lavora in paese dove gestisce da 10 mesi il negozietto di alimentari con annesso bar tabacchi. «Vivo a Laveno, a una quarantina di minuti d’auto, e sapere subito quello che succede per me rappresenta un vantaggio incredibile». Lo stesso vale per Maurizio «Miko» Montanari, 67 anni, ex dirigente in pensione. Milanese di corso Buenos Aires e da 13 anni riparato ai 700 metri di Agra dove è segretario del gruppo alpini, in questo periodo particolarmente attivo e di supporto alla Protezione civile con piccole manutenzioni, consegna mascherine e aiuto agli anziani rimasti isolati: «Quando andavo a portar loro la spesa, sapevano già cosa c’era scritto nelle ultime normative ministeriali perché il sindaco, oltre a spedire i documenti, realizzava una sorta di riassunto con parole semplici, così da permettere a tutti di rimanere al corrente». Fra le ordinanze arrivate sul gruppo, anche quella che obbligava, nel dopo lockdown, molti proprietari di seconde case a segnalare gli spostamenti al Comune prima di mettersi in viaggio, per evitare pernottamenti in paese. «Con l’ordinanza sono arrivate in tempo reale anche alcune critiche. Ho spiegato con messaggi in privato il senso della nostra decisione, che è stata capita», conclude il sindaco.