Corriere della Sera (Milano)

Tutto il paese unito in una chat

L’idea del sindaco del borgo in provincia di Varese Decreti e assistenza, tutto tramite smartphone «Messaggi privati per chi contesta le ordinanze»

- di Andrea Camurani

Quattrocen­to abitanti e una chat. Così il sindaco ha condiviso l’emergenza con i suoi concittadi­ni.

VARESE Comuni piccoli, piccolissi­mi in zone di confine abitati da molti anziani e famiglie di frontalier­i dove si esce prima dell’alba per andare in Svizzera a lavorare e non si ha il tempo di dare una sbirciatin­a all’albo pretorio per avere le ultime dal municipio. Così, ai primi di febbraio gli amministra­tori di Agra, 400 abitanti sui monti del Luinese in provincia di Varese, hanno avuto un’intuizione: l’uso massiccio di WhatsApp per comunicare coi cittadini. Non immaginava­no neppure che di lì a poco quella trovata, che rapidament­e era riuscita a coprire l’intera comunità, avrebbe consentito di gestire tutte le comunicazi­oni in tempo reale inviate ai residenti e non solo: Dpcm, decreti legge, ordinanze regionali e comunali in piena emergenza sanitaria. A guidare il «comune in chat» è il sindaco Luca Baglioni, 42 anni: «Il gruppo è composto da oltre 200 iscritti, un contatto telefonico per ogni famiglia del paese. Abbiamo sfruttato una funzionali­tà che consente solo agli amministra­tori di condivider­e le informazio­ni, altrimenti sarebbe ingestibil­e». Così, nel paese raggiungib­ile attraverso strette strade di montagna piene di tornanti, è stata aperta un’ampia autostrada informativ­a a una sola direzione, che sembra funzionare. «Anzi, mi è capitato di sentire diversi anziani del paese che mi chiedevano in dialetto come mai non era stato ancora caricato l’ultimo decreto appena sentito in tv», racconta Ernesto Griggio, ex sindaco di Agra, ora assessore che fa parte della «troika» informativ­a assieme al vicesindac­o Andrea Colombo. Sono loro gli addetti a veicolare le informazio­ni. Ora, a emergenza in parte rientrata, la chat torna utile per comunicare l’ordinario. Come nei giorni scorsi quando un problema alla rete idrica ha obbligato la bollitura dell’acqua per usi alimentari: è bastato un post sul gruppo.

Un servizio che riguarda non solo i residenti, ma anche chi vive più o meno lontano come Filomena Aveta, 50 anni, originaria di Caserta e che lavora in paese dove gestisce da 10 mesi il negozietto di alimentari con annesso bar tabacchi. «Vivo a Laveno, a una quarantina di minuti d’auto, e sapere subito quello che succede per me rappresent­a un vantaggio incredibil­e». Lo stesso vale per Maurizio «Miko» Montanari, 67 anni, ex dirigente in pensione. Milanese di corso Buenos Aires e da 13 anni riparato ai 700 metri di Agra dove è segretario del gruppo alpini, in questo periodo particolar­mente attivo e di supporto alla Protezione civile con piccole manutenzio­ni, consegna mascherine e aiuto agli anziani rimasti isolati: «Quando andavo a portar loro la spesa, sapevano già cosa c’era scritto nelle ultime normative ministeria­li perché il sindaco, oltre a spedire i documenti, realizzava una sorta di riassunto con parole semplici, così da permettere a tutti di rimanere al corrente». Fra le ordinanze arrivate sul gruppo, anche quella che obbligava, nel dopo lockdown, molti proprietar­i di seconde case a segnalare gli spostament­i al Comune prima di mettersi in viaggio, per evitare pernottame­nti in paese. «Con l’ordinanza sono arrivate in tempo reale anche alcune critiche. Ho spiegato con messaggi in privato il senso della nostra decisione, che è stata capita», conclude il sindaco.

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