Da Casa Fogazzaro al Balbianello Una boccata d’ossigeno nei parchi delle ville lombarde
All’italiana, sull’acqua o all’inglese? Scegliete il «vostro» giardino tra le ville storiche di Lombardia Visite solo su prenotazione nei beni del Fai e della rete Ggi
«Se possedete una biblioteca e un giardino avete tutto ciò che vi serve nella vita». L’aforisma di Cicerone si è rivelato molto attuale in questi mesi: l’isolamento, oltre a farci riscoprire il valore dei libri, ha sottolineato il privilegio di chi, anche in contesti urbani, poteva godere di uno spazio aperto. A maggior ragione, post-clausura vale il piacere di ritrovarsi nel verde quando parliamo di giardini storici: aree naturali curate e protette, dove alla freschezza di prati, alberi e piante fiorite si aggiunge la bellezza del bene culturale. Ne abbiamo sentito la mancanza, ma ora possiamo goderne di nuovo, almeno a livello regionale: maggio, mese delle rose, è il momento ideale per riscoprire questi piccoli eden. Stanno infatti spalancandosi i cancelli, uno per volta e in giorni diversi, dei parchi che compongono il network di Grandi Giardini Italiani, un nome una garanzia: sul sito si possono verificare le date, gli orari e le modalità adottate da ciascun socio nel lockout e nell’adeguamento alle regole del distanziamento sociale. Nato in sordina nel 1997 per iniziativa dell’italoscozzese Judith Wade, CEO dell’associazione, oggi il circuito conta più di 120 aderenti, 36 in Lombardia: mete ideali per un turismo di prossimità che permette di apprezzare il territorio.
Tra le strutture già aperte alle visite c’è la Fondazione Zani a Cellatica, novità di charme. Dove al piccolo, curatissimo giardino si unisce una collezione d’arte di qualità museale, in prevalenza opere del XVIII secolo, sconosciuta al pubblico fino a pochi mesi fa: mobili Maggiolini, scenette di Pietro Longhi, paesaggi di Guardi e Canaletto, cineserie, commessi marmorei, quadri di Tiepolo e Boucher. Natura e architettura creano un binomio inscindibile anche a Villa D’Este di Cernobbio
e Villa Cipressi di Varenna: in entrambi i casi gli edifici storici sono stati trasformati in hotel, ma le aree verdi, affacciate sulle onde del lago, sono accessibili al pubblico. Mentre chi preferisce il puro relax lungo viali e sentieri può optare per il parco di Villa Annoni a Cuggiono, suddiviso in due aree secondo due gusti, quello più regolare «all’italiana» e quello più pittoresco «all’inglese», oppure per il Giardino Botanico Heller di Gardone Riviera, che aprirà il 1° giugno, o ancora per i vasti spazi del Parco della Villa Reale di Monza.
In contemporanea, da oggi tornano a rivivere anche i beni del Fai, che tra l’altro appartengono alla rete Ggi. Si potrà scegliere l’appartata Villa Fogazzaro Roi di Oria Valsolda, dimora ottocentesca dell’autore di «Piccolo mondo antico» dove il tempo sembra essersi fermato. Oppure i fasti rococò di Villa Bozzolo di Casalzuigno, con il suo roseto che vanta cinquecento specie diverse. E ancora Villa del Balbianello a Tremezzina, dove il giardino terrazzato e scosceso conduce fino alla loggia panoramica che domina il lago, o Villa Panza di Biumo a Varese, dove contesto antico e opere d’arte contemporanea convivono in armonia. Naturalmente visite contingentate, su prenotazione e con mascherina.