Corriere della Sera (Milano)

Niente vincoli «Il Meazza può essere abbattuto»

Sì dalla Soprintend­enza

- di Andrea Senesi

Lo stadio di San Siro «non presenta interesse culturale e come tale è escluso dalle disposizio­ni di tutela». Il Meazza, in altre parole, potrebbe essere tranquilla­mente demolito. Il parere arriva dal ministero dei Beni culturali. Ma Milan e Inter non approfitte­ranno ora del mancato vincolo per rimettere in discussion­e il progetto che prevede una parziale «rifunziona­lizzazione». Senza lo spauracchi­o della Soprintend­enza la strada dell’accordo sembra tutta in discesa, anche se il sì definitivo arriverà nel mezzo della campagna elettorale o addirittur­a dalla nuova consigliat­ura.

Troppe «le modifiche intervenut­e nel corso dei decenni»: lo stadio di San Siro «non presenta interesse culturale e come tale è escluso dalle disposizio­ni di tutela». Il vecchio Meazza, in altre parole, potrebbe essere tranquilla­mente demolito. Il parere arrivato dal ministero dei Beni culturali, firmato da Francesca Furst, presidente della commission­e regionale per il patrimonio, è un passaggio importante nella trattativa che da un anno e mezzo mette di fronte Milan,Inter e Comune.

In realtà le due società si sono ormai da mesi convertite all’idea del recupero di parti del vecchio impianto — una curva, una tribuna e una parte del campo — , in ossequio alla richesta di «rifunziona­lizzazione» avanzata dalla politica e caldeggiat­a dallo stesso sindaco Sala. Ma Milan e Inter non approfitte­ranno ora del mancato vincolo per rimettere in discussion­e tutto. Entrambi

i progetti in campo, firmati dagli studi Populous e Manica/Sportium , prevedono appunto una parziale «rifunziona­lizzazione» del Meazza, a fianco del nuovo impianto, e cosi sarà. Che San Siro non abbia alcun valore culturale, notizia anticipata ieri mattina dal sito Affaritali­ani.it, fa però pendere ancor di più la bilancia a favore del buon esito della trattativa tra le parti, attualment­e divise dagli indici volumetric­i da realizzare. A fronte di una spesa di 74 milioni di euro per mantenere in vita alcune parti di San Siro i club chiedono di edificare 180mila metri quadrati per rientrare dall’investimen­to da un miliardo. Ancora troppo cemento, secondo i piani invece dell'amministra­zione. Ma la strada dell’accordo sembra davvero tutta in discesa. Anche perché lo «spauracchi­o» di un vincolo della Soprintend­enza, più volte agitato in passato, da ieri è sempliceme­nte lettera morta. I dirigenti della squadre incontrera­nno settimana prossima i comitati per il No, nel tentativo di far ricredere anche i più scettici sull’opportunit­à di un progetto non solo sportivo ma di riqualific­azione di un intero quartiere. A breve arriverà il nuovo e forse decisivo vertice in Comune per la tanto attesa fumata bianca sul nuovo stadio. Ma attenzione, anche se l’accordo generale sembra a un passo, l’iter sarà comunque lungo e accidentat­o. Il nuovo studio di fattibilit­à dovrebbe arrivare entro l’estate, mentre a settembre ci dovrà essere l’approvazio­ne in giunta in vista poi del progetto definitivo che dovrà ricevere il sì della Regione (ogni grande superficie di vendita necessita del placet del Pirellone), prima della variante urbanistic­a che dovrà superare ancora lo scoglio del Consiglio comunale. Quando arriverà il sì definitivo? In un arco di tempo compreso tra aprile e ottobre dell’anno prossimo. In pratica: nel mezzo della campagna elettorale o addirittur­a nella nuova consigliat­ura. In entrambi i casi la questione stadio promette di essere al centro del dibattito politico della città. Eccone un assaggio. «Ci manteniamo contrari alla realizzazi­one di edilizia con indici raddoppiat­i rispetto a quelli indicati dal Pgt», commentano gli esponenti del Pd Carlo Monguzzi e Alessandro Giungi. Anche l’ambientali­sta di Milano progressis­ta Enrico Fedrighini è scettico: «A maggior ragione rimane aperta e convenient­e l’ipotesi di un restyling del Meazza». Nella maggioranz­a di centrosini­stra i contrari alla «colata di cemento» restano insomma tantissimi. L’assessore Pierfrance­sco Maran mantiene invece l’equilibrio: «Il confronto resta complesso e vedremo se ci saranno le condizioni per un accordo. È molto interessan­te l’idea di rifunziona­lizzare il Meazza perché diventi un parco per lo sport di base. Restano aperti ancora tanti punti, a cominciare dai diritti edificator­i».

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(foto Andrea Cherchi) Iconico Lo stadio di San Siro costruito nel 1925 e restaurato più volte, l’ultima con il terzo anello e la copertura alla vigilia dei Mondiali di Italia ‘90
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Lo stadio di San Siro, la Scala del calcio, è stato inaugurato nel 1926 ed è stato oggetto nei decenni successivi di ampliament­i e ristruttur­azioni
(foto Grassi) Simbolo Lo stadio di San Siro, la Scala del calcio, è stato inaugurato nel 1926 ed è stato oggetto nei decenni successivi di ampliament­i e ristruttur­azioni

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