I dipendenti dimenticati e il certificato infinito
Chiusura delle zone
No al coprifuoco
Caro Schiavi, capisco che dopo tre mesi di arresti domiciliari la gente abbia voglia di rifarsi: nessuno pensa che la propria libertà finisca quando comincia quella degli altri.
Alla luce di questo consiglio il sindaco Sala di chiudere tra le 17 e le 24 la Darsena e i Navigli, corso Garibaldi e zone limitrofe, corso di Porta Ticinese e le Colonne di San Lorenzo. Grazie...
Ermanno Montermini
Il coprifuoco no, spero si possa evitare: ne abbiamo un triste ricordo e non bisogna evocarlo. Maggiore attenzione e responsabilità invece si, da parte di tutti, i giovani in particolare: ci si salva insieme e se ne esce insieme da questa pandemia, non aiuta fare i ganassa. Poi a proposito di movida, mi viene un dubbio e quasi un timore: ma è possibile che questo rito sia diventato il distintivo della nostra città, l’argomento del giorno, quello di cui si è parlato (due mesi fa, con le fatali parole «Milano non si ferma»…) e si parla ancora oggi, quasi ignorando che c’è un problema di ripartenza, di nuovo inizio, di idee forti, di sostegni economici e anche morali, di depressione da vincere e di lavoro da ritrovare. Insomma, Milano io la vedo in un altro modo, c’è lo spritz ma non solo… Ci sono anche i milanesi responsabili, la città non può essere trasformata in un gigantesco chiringuito: per quello è meglio Formentera.
Crisi del lavoro
Dipendenti dimenticati
Ieri, giovedì 21 maggio, l’Inps ha dichiarato di aver versato nuove quote per i lavoratori autonomi che saranno disponibili sul conto corrente il prossimo lunedì. Erano state versate in precedenza altre quote ai lavoratori autonomi: giusto e corretto.
Ma ai lavoratori dipendenti in attesa della cassa integrazione, con imprenditori che non hanno anticipato nulla, chi ci pensa?
I lavoratori autonomi e imprenditori sono tutelati da gruppi situati nell’orbita dell’opposizione. I lavoratori dipendenti non sono invece tutelati da nessuno, visto che a oggi in Lombardia nulla è arrivato per la cassa integrazione e nessuno a livello istituzionale si preoccupa.
Solo parole.
Leonardo Ricci
Vedo una moltitudine di persone nella stessa barca: molti sommersi e pochi salvati. Gli autonomi hanno i loro guai, non mi risulta che se la passino bene. La cassa integrazione doveva essere pagata dal governo, per tempo. Non è stato così.
Maggioranza e opposizione c’entrano poco: usano lo scaricabarile, qui è il sistema dello Stato che si è inceppato.
Uffici pubblici
Il certificato infinito
La burocrazia ai tempi del virus, evidenzia i mali storici del nostro Paese.
Per un certificato di residenza storica lo sportello telematico del Comune di Milano è infatti del tutto inutile — per quello semplice non basta per una richiesta di tutela legale —. Bisogna recarsi di persona presso gli uffici pubblici, ma prima di tutto serve prendere l’appuntamento, secondo le nuove disposizioni post Covid-19.
Il centralino prende nota, dopo la solita interminabile attesa al telefono, e cortesemente vi chiede di aspettare. L’ufficio competente comunicherà la data dell’appuntamento che potrebbe richiedere anche più di 30 giorni.
Ed è solo uno della decina di documenti richiesti.
Tiziana Giovannetti
Noi speriamo che lo smart working abbia insegnato qualcosa e ci siano amministratori in grado di farne una bandiera per superare le barriere della burocrazia inutile.
Liti di condominio
«Per un’ora di gioco...»
Nonostante l’avviso dell’amministratore molti condomini si avventurano in litigi per i bambini che per un’ora giocano tra loro .... così non può andare in quanto esternare rancori riposti è veramente “piccolo”, molto piccolo.
Paolo Leoni
Contro certe inutili rampogne suggerisco il passo dantesco: «Non ti curar di lor, ma guarda e passa».
Senso civico e sicurezza
E la mascherina?
Vorrei mandare qualche maledizione a chi circola senza mascherina, senza guanti, (introvabili) o con mascherina abbassata per poter fumare. L’altra mattina, per esempio, in via Padova, la strada tanto multietnica, tanto globalizzata e tanto celebrata dai benpensanti, c’era buona parte di questi gentiluomini e gentildonne che aspettavano il famigerato bus 56 erano senza mascherina e con sorrisini beffardi, come se le letali conseguenze dei loro atti non ricadranno poi anche su di loro, stolidi individui.
Questo è il mio grido d’allarme che devono sentire assolutamente anche il sindaco Beppe Sala ed il governatore Attilio Fontana, che tanto ha fatto per gestire al meglio la situazione lombarda checché ne dicano gli invidiosi e i rosiconi. Sindaco Sala e presidente Fontana vi scongiuro, mandate i controlli e le pattuglie nelle vie perché questo è il momento della massima attenzione, altrimenti sarà il disastro per tutti.
Umberto Bartolini
Mascherine, guanti, lavaggio delle mani e distanziamento. Possiamo ripeterlo all’infinito, servono e ce ne dobbiamo fare una ragione. Prima o poi l’emergenza finirà.