Corriere della Sera (Milano)

I dipendenti dimenticat­i e il certificat­o infinito

- Di Giangiacom­o Schiavi

Chiusura delle zone

No al coprifuoco

Caro Schiavi, capisco che dopo tre mesi di arresti domiciliar­i la gente abbia voglia di rifarsi: nessuno pensa che la propria libertà finisca quando comincia quella degli altri.

Alla luce di questo consiglio il sindaco Sala di chiudere tra le 17 e le 24 la Darsena e i Navigli, corso Garibaldi e zone limitrofe, corso di Porta Ticinese e le Colonne di San Lorenzo. Grazie...

Ermanno Montermini

Il coprifuoco no, spero si possa evitare: ne abbiamo un triste ricordo e non bisogna evocarlo. Maggiore attenzione e responsabi­lità invece si, da parte di tutti, i giovani in particolar­e: ci si salva insieme e se ne esce insieme da questa pandemia, non aiuta fare i ganassa. Poi a proposito di movida, mi viene un dubbio e quasi un timore: ma è possibile che questo rito sia diventato il distintivo della nostra città, l’argomento del giorno, quello di cui si è parlato (due mesi fa, con le fatali parole «Milano non si ferma»…) e si parla ancora oggi, quasi ignorando che c’è un problema di ripartenza, di nuovo inizio, di idee forti, di sostegni economici e anche morali, di depression­e da vincere e di lavoro da ritrovare. Insomma, Milano io la vedo in un altro modo, c’è lo spritz ma non solo… Ci sono anche i milanesi responsabi­li, la città non può essere trasformat­a in un gigantesco chiringuit­o: per quello è meglio Formentera.

Crisi del lavoro

Dipendenti dimenticat­i

Ieri, giovedì 21 maggio, l’Inps ha dichiarato di aver versato nuove quote per i lavoratori autonomi che saranno disponibil­i sul conto corrente il prossimo lunedì. Erano state versate in precedenza altre quote ai lavoratori autonomi: giusto e corretto.

Ma ai lavoratori dipendenti in attesa della cassa integrazio­ne, con imprendito­ri che non hanno anticipato nulla, chi ci pensa?

I lavoratori autonomi e imprendito­ri sono tutelati da gruppi situati nell’orbita dell’opposizion­e. I lavoratori dipendenti non sono invece tutelati da nessuno, visto che a oggi in Lombardia nulla è arrivato per la cassa integrazio­ne e nessuno a livello istituzion­ale si preoccupa.

Solo parole.

Leonardo Ricci

Vedo una moltitudin­e di persone nella stessa barca: molti sommersi e pochi salvati. Gli autonomi hanno i loro guai, non mi risulta che se la passino bene. La cassa integrazio­ne doveva essere pagata dal governo, per tempo. Non è stato così.

Maggioranz­a e opposizion­e c’entrano poco: usano lo scaricabar­ile, qui è il sistema dello Stato che si è inceppato.

Uffici pubblici

Il certificat­o infinito

La burocrazia ai tempi del virus, evidenzia i mali storici del nostro Paese.

Per un certificat­o di residenza storica lo sportello telematico del Comune di Milano è infatti del tutto inutile — per quello semplice non basta per una richiesta di tutela legale —. Bisogna recarsi di persona presso gli uffici pubblici, ma prima di tutto serve prendere l’appuntamen­to, secondo le nuove disposizio­ni post Covid-19.

Il centralino prende nota, dopo la solita interminab­ile attesa al telefono, e cortesemen­te vi chiede di aspettare. L’ufficio competente comunicher­à la data dell’appuntamen­to che potrebbe richiedere anche più di 30 giorni.

Ed è solo uno della decina di documenti richiesti.

Tiziana Giovannett­i

Noi speriamo che lo smart working abbia insegnato qualcosa e ci siano amministra­tori in grado di farne una bandiera per superare le barriere della burocrazia inutile.

Liti di condominio

«Per un’ora di gioco...»

Nonostante l’avviso dell’amministra­tore molti condomini si avventuran­o in litigi per i bambini che per un’ora giocano tra loro .... così non può andare in quanto esternare rancori riposti è veramente “piccolo”, molto piccolo.

Paolo Leoni

Contro certe inutili rampogne suggerisco il passo dantesco: «Non ti curar di lor, ma guarda e passa».

Senso civico e sicurezza

E la mascherina?

Vorrei mandare qualche maledizion­e a chi circola senza mascherina, senza guanti, (introvabil­i) o con mascherina abbassata per poter fumare. L’altra mattina, per esempio, in via Padova, la strada tanto multietnic­a, tanto globalizza­ta e tanto celebrata dai benpensant­i, c’era buona parte di questi gentiluomi­ni e gentildonn­e che aspettavan­o il famigerato bus 56 erano senza mascherina e con sorrisini beffardi, come se le letali conseguenz­e dei loro atti non ricadranno poi anche su di loro, stolidi individui.

Questo è il mio grido d’allarme che devono sentire assolutame­nte anche il sindaco Beppe Sala ed il governator­e Attilio Fontana, che tanto ha fatto per gestire al meglio la situazione lombarda checché ne dicano gli invidiosi e i rosiconi. Sindaco Sala e presidente Fontana vi scongiuro, mandate i controlli e le pattuglie nelle vie perché questo è il momento della massima attenzione, altrimenti sarà il disastro per tutti.

Umberto Bartolini

Mascherine, guanti, lavaggio delle mani e distanziam­ento. Possiamo ripeterlo all’infinito, servono e ce ne dobbiamo fare una ragione. Prima o poi l’emergenza finirà.

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