Corriere della Sera (Milano)

«Edoardo non si è ucciso»

Edoardo Miotti trovato senza vita un mese fa. La famiglia: troppe cose non tornano. Sequestrat­i cellulare e pc

- Ba. Ger.

«Non è suicidio». Il giallo della morte di Edoardo Miotti trovato senza vita un mese fa. La famiglia: troppe cose non tornano. Sequestrat­i telefono cellulare e pc.

Inginocchi­ato su una sedia. Al collo una sciarpa leggera legata alla ringhiera del soppalco dove c’era il letto in cui dormiva. Lo hanno trovato così i soccorrito­ri entrati da una finestra perché la porta era chiusa a chiave. Morto con tutta probabilit­à da alcune ore. Suicidio la prima ipotesi, a cui i familiari si rifiutano di credere tanto da aver presentato un’istanza alla Procura di Milano, che su quanto accaduto ha aperto un fascicolo come notizia di reato a carico di ignoti. Edoardo Miotti, 31 anni, lavorava come commesso nell’atelier di uno stilista giapponese, nella centraliss­ima via Bagutta. Viveva in una traversa di viale Monza, nel capoluogo lombardo: un appartamen­to in via Angelo Mosso dove si sarebbe impiccato lo scorso 19 aprile. Un condiziona­le a cui le sorelle, Julia e Maddalena, chiedono una risposta certa da parte delle autorità, decise ad andare fino in fondo a quello che, supportate da un legale, definiscon­o un mistero. «Ci siamo sentiti pochi giorni prima della sua morte. Era allegro — racconta Julia —. Poi quella telefonata di un agente della Questura di Milano. Non ci volevo credere. Troppi particolar­i non tornano in questa storia. Vogliamo solo la verità». La stessa per cui si sta battendo l’avvocato Fabrizio Consoloni, che per conto dei familiari ha chiesto la consulenza di un medico legale e di un criminolog­o, ottenendo che le indagini non venissero archiviate. A distanza di un mese è stato disposto il sequestro del cellulare e del computer di Edoardo, e l’iniziale iscrizione come fatto non costituent­e reato è stata modificata proprio in queste ore dal magistrato che coordina gli accertamen­ti. Si attende che venga disposta l’autopsia. Il giovane non è ancora stato sepolto. Edoardo era un ragazzone con gli occhi scuri e la passione per il Giappone, dove aveva vissuto per più di un anno. Cresciuto a Sondrio, dove vivono le sorelle, si era laureato in Scienze della comunicazi­one intercultu­rale giapponese alla Bicocca di Milano. «Edoardo era sensibile, aveva sofferto molto per la morte dei nostri genitori quando era ancora un ragazzino, io stessa gli avevo consigliat­o di rivolgersi a uno psicologo. Ma non era una persona fragile. Quella terribile domenica quando per ore il suo telefono è rimasto muto ho chiesto al suo ex compagno di provare a contattarl­o.

Un amico comune è andato a casa sua, ma non è riuscito ad entrare e allora ha chiamato i soccorsi». «Siamo molto soddisfatt­i che il pubblico ministero abbia accolto la nostra istanza. A questo punto confido in indagini accurate e precise che diano le risposte dovute ai famigliari», dice l’avvocato Fabrizio Consoloni. Indagini che possano escludere altre ipotesi, come l’istigazion­e al suicidio, e chiariscan­o come un giovane allegro e dinamico possa essere morto in circostanz­e ritenute dai sui cari oscure.

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Chi era Edoardo Miotti, 31 anni, nato a Sondrio: viveva a Milano, dove lavorava come commesso

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