Taxi in sciopero contro il Pirellone: «La pazienza è finita»
Dopo anni di proteste spontanee, il fermo proclamato dai sindacati: servono aiuti economici dalla Regione
Dopo il corteo da Linate, i clacson suonati in tutta la città, la sfilata sotto il Pirellone, i taxi milanesi hanno proclamato ieri lo sciopero per la giornata di mercoledì 3 giugno (dalle 8 alle 22) per protestare contro il Pirellone, colpevole di non aver previsto aiuti per la categoria, a differenza di altre regioni come Campania, Piemonte e Sicilia: «La pazienza ora è finita». Rispetto alle numerose proteste spontanee andate in scena nell’ultimo decennio contro l’abusivismo, gli Ncc, le app delle multinazionali, stavolta l’agitazione è stata indetta dai sindacati. Tolte le proteste nazionali (l’ultimo fermo era del 2017), bisogna tornare al 2014 allo sciopero «europeo» contro Uber, appena sbarcata in Italia.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso, mercoledì, era stato un email con cui l’assessorato regionale alla Mobilità rinviava a data da destinarsi l’incontro fissato con i tassisti sull’emergenza Covid-19, suscitando l’irritazione della categoria che dal «polmone» — il grande posteggio taxi — di Linate e dalle piazzole, in primis quelle della Centrale, decideva di mettersi in moto per raggiungere il Pirellone.
La richiesta — firmata da tutte le principali sigle della categoria, dal Tam al Satam all’Unione artigiani fino a Unica Cgil, Fit Cisl e Confcooperative — è un sostegno economico per un servizio crollato al 5 per cento durante il lockdown («ma sempre garantito anche nel momento di massima pericolosità»), e ancora oggi rimasto al palo, con corse ridotte dell’80% rispetto al periodo pre-virus. Un sostegno economico «previsto dalla Costituzione» spiegano i tassisti, in quanto a tutela del diritto alla mobilità che la Regione deve garantire. Dopo la protesta di ieri, tuttavia, la porta era stata chiusa definitivamente dall’assessore Claudia Maria Terzi che aveva escluso aiuti ad hoc, rimandando la «palla» al governo, e indicando per i tassisti la possibilità di richiedere i contributi già predisposti per i lavoratori autonomi. (g. valt.)