«Guardia alta, l’indice Rt risale»
A Milano parametro di rischio da 0,60 a 0,86. Movida, giro di vite del sindaco: multe e locali chiusi se sgarrano
Risale l’indice Rt: ieri ha toccato lo 0,86. L’indicatore rivela il numero di persone che in media vengono infettate da ogni caso positivo: se resta sotto l’1, vuol dire che l’epidemia è in remissione. Dal 12 maggio tutti i tecnici hanno iniziato a fissare la curva perché ha ripreso a salire: l’11 maggio, sette giorni dopo le prime (parziali) riaperture, la forza dell’epidemia era al suo punto più basso. Se la curva dovesse superare la soglia dell’1, obbligherebbe a rivedere la gestione della «Fase 2». Intanto ieri Beppe Sala ha lanciato l’allarme: con la ripresa della movida «il rischio è molto elevato». Il sindaco minaccia tolleranza zero: controlli a tappeto, multe ai ribelli, addirittura i sigilli per i locali che non rispettano le regole. «Chi ancora sottovaluta la situazione e le regole, chiuderà», è la sponda offerta dal governatore Attilio Fontana.
Milano, abbiamo un problema. Beppe Sala lancia l’allarme. Dopo la quarantena, la febbre da movida dei milanesi potrebbe complicare la delicata Fase 2. «Così il rischio è molto elevato», avverte il sindaco. Dal suo osservatorio di Palazzo Marino, le immagini della città all’ora dell’happy hour non si conciliano con il distanziamento imposto dalla battaglia al virus. E il sindaco minaccia tolleranza zero: controlli a tappeto, multe ai ribelli, addirittura i sigilli per i locali che non rispettano le regole. E ieri sera pattugliamenti straordinari della polizia in Darsena e corso Como.
La linea della fermezza raccoglie consensi politici trasversali, anche al Pirellone. «Chi ancora sottovaluta la situazione e le regole, chiuderà. A Milano, come in tutta la Lombardia», è la sponda offerta dal governatore Attilio Fontana. Il problema è comune a molte città, un po’ in tutta Italia. E non è neanche del tutto nuovo. Le prime avvisaglie s’erano viste a inizio maggio, non appena s’era deciso di allentare il rigido lockdown della fase più acuta della pandemia. «Purtroppo ero stato buon profeta arrabbiandomi sulla questione Navigli prima della riapertura», ricorda Sala. All’epoca, «l’incazzatura» per le foto della folla con il bicchiere in mano si declinò in un impegno extra di polizia locale e forze dell’ordine. Anche questa volta la ricetta resta la stessa, ma con ancor maggior rigore: «Ho incontrato il prefetto e abbiamo definito un piano d’intervento più deciso», rivela il sindaco. Il nuovo corso prevede, già da ieri sera, una maggiore presenza dei «ghisa», con 14 pattuglie espressamente dedicate al capitolo movida. L’ordine di scuderia è «procedere con più severità alle multe». «Soprattutto — insiste Sala — ho chiesto al prefetto di chiudere i locali che sono lontanissimi da ogni rispetto delle regole».
Sulla stessa linea Fontana: «Ringrazio la stragrande maggioranza dei cittadini che continua a seguire le regole. Ai quattro “stupidotti” che non stanno alle norme — è il suo sfogo — dico solo che vanificare gli sforzi compiuti fin qui è follia. Ho quindi chiesto, a prefetto e sindaco di intensificare i controlli».
Un piano sicurezza per la movida era già stato concordato domenica mattina in Prefettura in occasione della riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza. Chi non rispetta le regole, come previsto dal Dpcm sarà sanzionato, ma le chiusure (la revoca della licenza) arriveranno solo in caso di «gravi o reiterate violazioni». E ieri la Questura ha predisposto pattugliamenti extra sui Navigli e nella zona di piazza XXV Aprile. Una stretta maggiore arriverà nel weekend.
I dati dei contagi ancora non evidenziano una ripresa forte dell’epidemia dovuta alle riaperture. I timori dei medici ci sono, ma anche la speranza che il caldo sia davvero il miglior alleato contro il coronavirus. I gestori dei locali, finiti subito nel mirino, si difendono e rivendicano il rispetto delle regole. Il problema non è tanto rappresentato dai tavolini, quanto dalla «gente in giro». Chi beve può farlo passeggiando, anche se molto spesso finisce per sostare nei dintorni dei locali. Tanto che si registra la protesta dei titolari del pub «Pogue Mahone’s» di via Salmini a Porta Romana che hanno abbassato la serranda ed esposto uno striscione contro i clienti irrispettosi: «Se rispetto il Pogue, rispetta le regole».
Capitolo a parte riguarda le aree gioco per i bambini. Negli ultimi giorni sono scomparsi i nastri che impacchettavano le strutture. L’ultimo Dpcm ne ha infatti disposto la riapertura, non senza creare qualche imbarazzo ai Comu
Supervisione
Agibili le aree gioco per i bimbi con l’obbligo di sanificare. Il Comune: non è cosa semplice
ni: «Ci chiede la sanificazione quotidiana e la supervisione costante: non è semplice», aveva spiegato Sala. Città come Roma e Torino hanno scelto la strada dell’ordinanza per prolungarne la chiusura. A Milano un primo trattamento è stato fatto a inizio mese su 402 aree, ora i tecnici stanno valutando se sia possibile rispettare le disposizioni del governo.