La fioraia-detective Libera indaga con mamma e figlia tra Como e il Giambellino
«La protagonista investiga su un caso che la riguarda da vicino, la morte della nonna dopo la guerra»
Le «Miss Marple del Giambellino» tornano in libreria giovedì prossimo con la quinta indagine, «La memoria del lago» (Sonzogno). Ci presenta questo nuovo romanzo la stessa autrice, Rosa Teruzzi, scrittrice e giornalista, caporedattore della trasmissione di Rete 4 «Quarto grado». «È una commedia gialla, protagonista ancora la fioraia-detective Libera, che vive in un casello ferroviario del quartiere Giambellino con la madre, un’eccentrica insegnante di yoga, teorica dell’amore libero, e con la figlia poliziotta. Benché, per professione, Libera realizzi bouquet di nozze, si trova quasi suo malgrado invischiata in indagini dilettantesche che spesso riguardano le sue clienti e svelano oscuri segreti di famiglia, come in questo caso che la riguarda da vicino: la morte di sua nonna, avvenuta nei boschi affacciati sul lago di Como, negli anni turbolenti seguiti alla guerra».
Questo romanzo ancora più degli altri è matriarcale: le vere sole protagoniste sono tutte donne, gli uomini pallide figure di contorno.
«In realtà quello del casello ferroviario è un mondo al femminile, ma gli uomini non mancano: i corteggiatori di Libera, gli amanti occasionali dell’arzilla madre Iole, il fidanzato pregiudicato della figlia. E poi c’è Cagnaccio, il caporedattore di un giornale del pomeriggio che tira le fila delle loro inchieste. E c’è, sullo sfondo, il ricordo di Spartaco, il ferroviere valtellinese nonno di Libera, rimpianto da tutte le donne di casa, un uomo solido e silenzioso “che sapeva aggiustare, indifferentemente, un tostapane e un cuore infranto”».
Libera and company: quanto sono cambiate dai tempi della prima indagine?
«Il successo nelle sue “indagini della mutua” come le chiama lei, ha accresciuto l’autostima di Libera, tanto da spingerla a investigare su misteri che la riguardano in prima persona: l’omicidio del marito e, appunto, la strana morte della nonna. Parallelamente, si è addolcito il rapporto con la figlia, Vittoria, una giovane poliziotta arrabbiata con il mondo, entrata nelle forze dell’ordine per assicurare alla giustizia l’assassino del padre. Vivere con le mie protagoniste, in questi anni, ha cambiato anche me. Mi sono divertita a scrivere le loro storie e sono cresciuta attraverso l’incontro con i lettori».
Non manca il colpo di scena finale e si annuncia un’altra indagine.
«Mi succede sempre così: mentre scrivo un romanzo, il mondo di Libera e delle sue donne si affolla di nuovi misteri. Ora c’è una banda di rapinatori in maschera su cui sto riflettendo: quali storie avranno alle spalle l’imprendibile Gatto con gli Stivali e la sua socia, la Fata Turchina?».
Milano non è la metropoli dura e in noir, ma scorre «intraprendente» e con la sua «bellezza austera» dal Giambellino e dall’Alzaia a via Mozart e via Cerva.
«È una città malinconica e
Milano
Una città malinconica poetica e meravigliosa che vive sospesa tra passato e futuro
poetica, sospesa tra passato e futuro. Spesso, quando scrivo, penso ai cantautori e agli autori che hanno rappresentato questa meravigliosa città: da Gaber a Jannacci, a Buzzati, ad Alda Merini, fino a Scerbanenco, imprescindibile maestro di noi giallisti».