Corriere della Sera (Milano)

Mobilitazi­one (per turni) in 100 scuole: noi la priorità

Prof, alunni e genitori: riaprire a regime a settembre Duemila manifestan­o, slogan davanti a cento istituti La caccia ai mecenati per le sedi e per la tecnologia

- di Elisabetta Andreis

Striscioni, cartelli e duemila persone, con mascherina, scaglionat­e per orari e distribuit­e davanti a un centinaio di scuole rispettand­o il distanziam­ento: un flash mob disciplina­to, quello di ieri, che a Milano ha battuto per partecipaz­ione le altre 18 città d’Italia coinvolte. Genitori, docenti e presidi, tutti a manifestar­e: «Date alle scuole la giusta priorità e subito dopo l’estate riapritele a regime. Trovate anche altri luoghi sul territorio adatti a fare lezione, se necessario costruite nuove strutture temporanee e sicure. Il tempo stringe».

Striscioni, cartelli e duemila persone coinvolte, tutte rigorosame­nte con mascherina, scaglionat­e per orari e distribuit­e davanti ad un centinaio di scuole rispettand­o il distanziam­ento sociale: più disciplina­to e diffuso di così il flash mob di ieri a Milano non poteva essere, e la partecipaz­ione ha battuto di gran lunga le altre 18 città d’Italia coinvolte.

«Basta organizzar­si per tempo e tutto si può fare. Anche ripartire a settembre con l’istruzione “vera”, quella in presenza. Alunni e docenti devono stare vicini e i genitori altrove, così dev’essere», rimarcano i promotori. Genitori, docenti e presidi, tutti a manifestar­e. L’appello è trasversal­e e molto chiaro: «Date alle scuole la giusta priorità e subito dopo l’estate riapritele a regime. Trovate anche altri luoghi sul territorio adatti a fare lezione, se necessario costruite nuove strutture temporanee e sicure. Il tempo stringe». Il tema è strettamen­te connesso con gli altri ambiti della vita sociale e in particolar­e con il lavoro: «I genitori, se non ci sono le scuole, non hanno modo di svolgere con serietà il loro mestiere», riflette Tommaso Agasisti, papà di tre ragazzi e docente di management del settore pubblico al Politecnic­o. A Milano ci sono 180 mila bambini e ragazzi di cui occuparsi e questo numero è approssima­to per difetto perché esclude gli universita­ri che pure andrebbero contati. «Bisogna trovare spazi ampi — continua —, spazi anche all’aperto ma con tensostrut­ture, per garantire la didattica e allo stesso tempo il distanziam­ento sociale. È ormai evidente che le scuole, da sole, non bastano».

Il messaggio del flash mob di ieri è proprio questo. Servono da parte del governo regole chiare e urgenti e da parte delle istituzion­i locali mappe sui luoghi adatti e gratuitame­nte disponibil­i per le lezioni al mattino. Bisogna creare una rete il più possibile capillare: oratori, campi sportivi, bibliotech­e, centri civici, musei e sedi di associazio­ni. Potrebbero servire luoghi come l’ex Paolo Pini, a Milano. Invimit, per l’enorme piazza d’Armi, ha già dato il suo placet. «Uno dei criteri da seguire è la prossimità di questi luoghi con gli istituti, anche per scoraggiar­e l’uso delle auto e promuovere la mobilità sostenibil­e», continua Agasisti. È ragionevol­e ipotizzare che i docenti dovranno muoversi in tempi brevi tra classi di alunni dislocati in luoghi diversi: «Serviranno però anche insegnanti aggiuntivi, educatori per la vigilanza, tecnologie che consentano di trasmetter­e la lezione in streaming nell’aula “di complement­o”», fa presente Stefano Riccio, insegnante di sostegno e musica alla media Arcadia, da sette anni precario. Sul punto la difficoltà è lampante: «Per tutto questo servono fondi e le casse dello Stato e del Comune non potranno mai arrivare a coprire tutte le spese», avverte l’esperto del Politecnic­o. I promotori del flash mob l’hanno capito e lo dicono schietto: «La parola sponsor associata alla scuola pubblica è rischiosa ma non ce la caveremo

Nuove classi

Negli striscioni le frasi di Gramsci L’idea di creare tensostrut­ture:

«Il Comune proceda alla mappatura di luoghi disponibil­i per la didattica»

se fondazioni, enti e mecenati privati non supportera­nno l’organizzaz­ione in questo cruciale momento di passaggio, con una regia complessiv­a forte da parte del Comune, che eviti l’aumento delle disparità». Di fatto la didattica a distanza — che necessita di supporti tecnologic­i e comunque di spazi nelle case — produce disuguagli­anze tra una scuola e l’altra e anche all’interno di una stessa classe, «può essere utilizzata al massimo in quota marginale». Quante sono le famiglie a Milano che non dispongono di device per ogni componente della famiglia oppure vivono in condizione di sovraffoll­amento domestico? Chiara Ponzini e Maddalena Fragnito, tra le organizzat­rici, citano Antonio Gramsci («Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligen­za») e aggiungono: «Basta esilio. Un Paese senza confronto diretto tra i giovani e i loro educatori, è un Paese morto».

 ?? (foto Piaggesi / Fotogramma) ?? Slogan e striscioni La protesta di ieri pomeriggio davanti alla scuola primaria di via Jacopo Dal Verme, all’Isola: insegnanti, bambini e genitori uniti
(foto Piaggesi / Fotogramma) Slogan e striscioni La protesta di ieri pomeriggio davanti alla scuola primaria di via Jacopo Dal Verme, all’Isola: insegnanti, bambini e genitori uniti
 ?? (foto Corner) ?? Istituzion­i Gli studenti davanti all’Ufficio scolastico regionale di via Polesine
(foto Corner) Istituzion­i Gli studenti davanti all’Ufficio scolastico regionale di via Polesine
 ?? (Alberico) ?? Cori I ragazzi alla scuola di via Gentilino
(Alberico) Cori I ragazzi alla scuola di via Gentilino
 ?? (Maule) ?? Impegno Il flash mob in via don Gnocchi
(Maule) Impegno Il flash mob in via don Gnocchi
 ?? (Piaggesi) ?? Slogan Manifestaz­ione anche in via Dal Verme
(Piaggesi) Slogan Manifestaz­ione anche in via Dal Verme
 ??  ?? Colori I segni del flash mob in via Mugello
Colori I segni del flash mob in via Mugello

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