Movida, prime sanzioni e allarme nei quartieri
Partita la task force di polizia e carabinieri tra Navigli e aree critiche della movida. Segnalazioni dei cittadini da via Lecco a Citylife che chiedono più controlli. Il governatore Fontana: «Basta ressa, pronte ulteriori restrizioni, anche alla chiusura». Prime multe da piazza 25 Aprile a via Rembrandt per mancanza di autorizzazioni. Sul tema dei dehors, il derby delle due Lodi: da una parte si apre tutto, dall’altra si chiude tutto.
Ieri ad abbassare la soglia di rischio ci ha pensato un temporale di quelli che il distanziamento lo creano in modo naturale mandando tutti a casa a riprendere confidenza col divano. Quindi per fare i conti con i primi effetti festaioli della movida bisogna tornare indietro a venerdì sera, quando la città è tornata precipitosamente da bere, senza troppe attenzioni ai nuovi codici di comportamento. Tavolini selvaggi. Che poi non sarebbe del tutto un problema, dato che le stesse forze dell’ordine in questo primo weekend caotico di Fase 2 sono a caccia di assembramenti e sul fronte del suolo pubblico prevale la tolleranza. Però poi succede quello che è capitato venerdì sera in una piazza 25 Aprile gremita come non si vedeva neanche in certe serate dorate pre-Covid. Arriva la polizia locale e vengono multati per occupazione di suolo pubblico due locali che affacciano sulla piazza, con momenti di tensione dovuti al fatto che dopo mezzanotte corso Como e dintorni non sono frequentati da astemi. Per lo stesso motivo, un altro locale è stato multato in via Rembrandt. Intervenuti perché nella zona sono arrivate centinaia di segnalazioni. Volevano colpire gli assembramenti, ma poi hanno scoperto «un’esagerata occupazione» di spazio pubblico. Ufficialmente la piattaforma del Comune per richiedere la prolunga esterna è attiva da venerdì. Già duecento le richieste arrivate, alcune anche in forma collettiva. «Ci siamo impegnati ad approvare le richieste entro 15 giorni, nei casi più semplici anche meno — spiega l’assessore all’Urbanistica Pierfrancesco Maran —. Possono richiederlo non solo bar e ristoranti, che per ora come prevedibile sono in maggioranza, ma è anche un’occasione per altre attività commerciali, come librerie o negozi, anche per allargarsi non in prossimità».
La Lombardia, come del resto le altre regioni d’Italia, in questo momento di ripartenza in punta di piedi, non si possono permettere gli scherzi della movida. Il governatore Attilio Fontana l’ha ribadito ieri: «Siamo pronti a intervenire anche con nuove restrizioni, per evitare che tutto il lavoro svolto fin qui grazie alla buona volontà della maggioranza dei cittadini, venga vanificato da alcuni incoscienti». Fontana fa di nuovo appello ai prefetti e sindaci lombardi affinché usino il massimo del rigore. Sullo sfondo restano le due soluzioni limite: riduzione dell’orario e chiusura.
Da ieri intanto è partita la task force più strutturata pensata dalle forze dell’ordine per mettere in sicurezza il primo weekend di Fase 2, con uomini di polizia e carabinieri già a pattugliare in Navigli dalle prime ore del pomeriggio, prima che arrivasse la pioggia ad abbattere ogni velleità di movida. Quello che colpisce è il sempre più alto numero di
segnalazioni che arrivano da cittadini delatori. Per esempio in piazzale Giulio Cesare, dove nonostante non ci siano particolari bar a fare da calamita, centinaia di ragazzi si sono portati da bere da casa mettendosi la colonna sonora dalla auto parcheggiate, con i «vicini di casa» che non hanno gradito, mentre erano davanti alla televisione a guardare i dati del contagio.
Casi di assembramenti che non sono piaciuti al vicinato anche dalle parti di via Lecco e sono finiti in una lettera di denuncia inviata da Marco Cagnolati, consigliere del municipio 3 di Forza Italia: «Nel nome della salute pubblica, bisognerebbe sgomberare invece che pedonalizzare gli spazi davanti ai locali». Si alzano polemiche anche sulla «Monza by night», con segnalazioni (preoccupate) di gruppi di 30-40 ragazzi ammassati per strada nella notte di venerdì. Urla, canti, baci e abbracci. Prima del gran finale: fuochi d’artificio sparati da un cestino dell’immondizia in mezzo ai palazzi.