Nastri neri sulle mascherine «Tragedia anche politica»
Le mascherine listate a lutto, gli slogan, le foto postate online. La protesta è stata per questa volta solo virtuale, un flash-mob tutto social, «per rispettare fino in fondo le regole della quarantena». «Ma il messaggio — dicono gli organizzatori dell’iniziativa— è passato comunque forte e chiaro: la tragedia della Lombardia è frutto di responsabilità politiche ben precise». «Sapevamo che c’era molta voglia di partecipazione», racconta Luca Paladini dei Sentinelli, una delle sigle più attive nella mobilitazione: «Lo coglievamo dai messaggi che ci sono arrivati in questo ultimo mese. Ebbene, siamo stati sommersi dalle foto. Fontana dice di fare sonni tranquilli, sappia che la nostra opposizione è appena cominciata.
Tanti gli slogan, all’incrocio tra l’ironico e il drammatico. Un florilegio: «Fontana ganassa, la Lombardia trapassa», «15.727 vittime, cronaca di una serie di morti annunciate», «Fontana e Gallera, ora a casa andateci voi».
«La Regione è totalmente in tilt», commenta anche Pierfrancesco Majorino, europarlamentare del Pd tra i più accesi sostenitori della necessità di un commissariamento della sanità lombarda: «Vorrei che Fontana e Gallera fossero ora aiutati da tecnici capaci di affiancarli per evitare scelte sbagliate. Anche perché la situazione è ancora più delicata di prima». La replica di uno dei diretti interessati, l’assessore lombardo al Welfare Giulio Gallera, è di fatto un appello alla moderazione. «Invito tutti ad abbassare i toni perché si sta esagerando rispetto alla giusta dialettica politica». Sulla richiesta di commissariamento Gallera è invece tranchant: «Al di là del fatto che non è previsto dalla legge per le motivazioni che qualcuno richiede, sono certo che la stragrande maggioranza dei lombardi non lo vorrebbero. Perché il nostro sistema sanitario è il più apprezzato a livello nazionale e considerato un modello su scala internazionale».