Pietro, cuoco da lockdown che piace agli Stati Uniti
Inserito tra 49 Host internazionali dal New York Times Pietro Visconti spiega online i piatti della mamma e le tecniche tramandate dell’autentico «fatto in casa»
Ha cominciato per spirito di solidarietà, spiegando online con eventi live e interattivi agli amici come si fa da mangiare nei tempi di Coronavirus. Quando la rete ha portato i suoi messaggi nelle case oltreoceano, è stato coinvolto dalla multinazionale dei bed&breakfast (AirBnB) che lo ha inserito nel suo nuovo progetto «Experience online», una modalità nuova per far conoscere attività gioiose: fare musica, arredare, cucinare, come lo sanno fare artigianalmente le persone comuni. Così il giovane milanese, che aveva cominciato con coraggio e fantasia a promuovere la cucina italiana nella sua casa di Milano a turisti di passaggio, è finito sul New York Times con altri 49 Host di tutto il mondo.
È Pietro Visconti l’anima di questa «esplosione di fantasia culinaria» e la figura di riferimento è la sua mamma, Gianna, super cuoca. Quando Covid-19 è arrivato, Pietro era determinato a trovare nuovi percorsi e soluzioni, per offrire le sue esperienze culinarie a persone bloccate in casa. Un modo per riproporsi nell’emergenza sanitaria, a vantaggio della gastronomia italiana che finisce sulle tavole di tutto il mondo. Nei quattro anni precedenti, Pietro aveva già organizzato con successo esperienze culinarie, showcooking e team building per oltre 5000 persone. Ora ha trasformato tutto questo in un’esperienza online.
Pietro è nato e cresciuto a Milano come figlio unico in una famiglia dove la convivialità si esprimeva anche con ottime cene con gli amici. La sua passione per la cucina casalinga proviene dai genitori. Il suo amore per le persone viene da suo padre, mentre sua madre lo ha reso sognatore. Durante l’università, ha trascorso un semestre in Inghilterra, lavorando come chef part-time in un ristoransuo te italiano: lì, era l’unico italiano e ha imparato tutto ciò che non voleva fare in cucina. Rientrato in Italia, ha iniziato una carriera nel settore delle risorse umane, sviluppando progetti di formazione in una piccola azienda. In questo momento Pietro ha deciso di lasciare il lavoro e dare una svolta alla sua vita viaggiando un intero anno in Australia, Asia e America Centrale facendo tesoro di questo background inestimabile per il nuovo capitolo di vita. Da questa esperienza e dalla sua curiosità e sensibilità ha capito quanto poco sapeva del cibo italiano.
Ma non bastava conoscere il mondo per insegnare la cucina italiana. Così Pietro ha viaggiato dalle Alpi al mare della Sicilia, da Roma a Firenze, da Verona a Venezia, parlando con le nonne di tutto il bel Paese, imparando le abilità e le tecniche di cottura che sono state tramandate per generazioni: come fare «l’autentico fatto in casa. Ogni regione, ogni città e ogni strada in Italia hanno la loro tradizione alimentare» spiega dal sito Pietro e la sua missione è diventata improvvisamente chiara: condividere tutte queste tradizioni, tecniche, sentimenti e storie con gli altri. Così oggi, spesso, gli capita di alzarsi alle 3 di notte per insegnare a fare la pasta con persone di tutto il mondo che si sono prenotate per questa esperienza. «Alla fine della nostra lezione ci salutiamo con un abbraccio virtuale — conclude il giovane chef — e ogni mio ospite non riesce a non esprimere il desiderio di poter tornare al più presto nel nostro Paese». Anche realizzare un piatto tradizionale «a distanza» può essere un aiuto per ricordare al mondo il piacere e il profumo di una vacanza nella nostra Italia.