Corriere della Sera (Milano)

«Servono norme chiare Siamo quasi fuori tempo»

La preside del Maffucci

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«La didattica a distanza è un pallido simulacro della scuola vera, cui i giovani hanno diritto». È netta Laura Barbirato (foto), preside dell’istituto Maffucci che si trova alla Bovisa, comprende due primarie e le medie e presto cambierà nome in «Ermanno Olmi», prestigios­o ex alunno. «Dobbiamo far rientrare in istituto tutti gli scolari a settembre, con la massima sicurezza sanitaria e gestionale. In parte la responsabi­lità ricade su di noi ma devono almeno dirci con urgenza quali saranno le norme cui attenerci, quanto numerose possono essere le micro classi da organizzar­e. L’istituto è già strapieno, la media potrebbe ospitare massimo 18 classi e ne ha 24. Servono spazi aggiuntivi concessi gratuitame­nte e docenti o educatori che possano dare supporto». La didattica a distanza «è insana» e genera disparità, «può essere utilizzata, in via marginale», continua la preside, mamma di tre ragazzi: «Molte famiglie vivono in contesti casalinghi superaffol­lati e non hanno device a sufficienz­a. Con un crowdfundi­ng ne abbiamo distribuit­i 212 ma non bastano. Non possiamo farci trovare a settembre impreparat­i. Quella a distanza non è la nostra scuola, fatta anche di sguardi e di gesti. La priorità sono loro, bambini e ragazzi. Come diceva Olmi, “O cambiamo il senso impresso alla storia, o sarà la storia a cambiare noi”». (el. an.)

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