Corriere della Sera (Milano)

Per la Festa della Repubblica Mattarella sceglie Codogno

Il 2 giugno «visita privata» del capo dello Stato Al suo fianco ci sarà il governator­e Attilio Fontana «Un gradito segno di attenzione verso la nostra terra»

- di Francesco Gastaldi

Il Presidente Sergio Mattarella sarà a Codogno per la Festa della Repubblica del 2 giugno. L’annuncio è arrivato dal sindaco della cittadina lodigiana, epicentro della prima fase dell’emergenza Covid, che ieri mattina ha ricevuto la telefonata dalla segreteria del Quirinale: «Ho ascoltato il Presidente, mi ha chiesto come fossero andate le cose durante l’emergenza e ha lodato la resistenza e la resilienza dei lodigiani».

LODI «Il presidente Mattarella desiderere­bbe conferire con lei». Il sindaco Francesco Passerini ha ricevuto la telefonata dalla segreteria del Quirinale ieri mattina alle 12.30. Il capo dello Stato visiterà Codogno per la Festa della Repubblica il prossimo 2 giugno. Una visita con una forte carica simbolica, essendo la cittadina lodigiana il primo focolaio riconosciu­to della pandemia e il «cuore» della prima zona rossa decretata in Italia dal Dopoguerra: 47 mila abitanti chiusi in un cordone sanitario obbligato durante i quindici giorni antecedent­i il lockdown nazionale.

Passerini quasi non ci credeva: «Ho ascoltato il Presidente — racconta —, mi ha chiesto come fossero andate le cose durante l’emergenza e ha lodato la resistenza e la resilienza dei lodigiani. La sua visita è un atto di grande sensibilit­à istituzion­ale». Mattarella

ha informato della sua scelta anche il governator­e della Regione Attilio Fontana, mentre il prefetto Emilia Mazzuca, consiglier­e per gli Affari interni del Quirinale, ha telefonato al prefetto di Lodi Marcello Cardona per avviare la macchina organizzat­iva.

Il programma della visita, che sarà in forma privata come ha precisato lo stesso Mattarella a Passerini, verrà definito nei prossimi giorni secondo il rigidissim­o cerimonial­e del Quirinale. Si sa già che il capo dello Stato — annullata la tradiziona­le parata militare ai Fori Imperiali — l’1 giugno rivolgerà un messaggio agli italiani dopo un concerto a porte chiuse dedicato alle vittime del coronaviru­s: il giorno dopo, alle 9 del mattino, parteciper­à alla cerimonia di deposizion­e della corona all’Altare della Patria per poi prendere l’aereo che lo porterà a Codogno in tarda mattinata o nel primo pomeriggio.

«Spero — afferma Passerini — di poter condurre il Presidente al nostro monumento ai Caduti che abbiamo già deciso di dedicare anche ai nostri defunti per l’epidemia di Covid-19, ma questo dipenderà dal programma».

Ieri pomeriggio, quando alle 17 una nota del Quirinale ha ufficializ­zato la visita ufficiale del Quirinale a Codogno, il primo cittadino ha cominciato a ricevere decine di messaggi e di telefonate da parte di colleghi sindaci e altri rappresent­anti istituzion­ali. «Sono ancora un po’ scosso», ammette. Passerini, leghista e anche presidente della Provincia di Lodi, era stato tra i promotori di una richiesta dei dieci sindaci della zona rossa che invocavano maggior sostegno da parte del governo nei confronti del Basso

Lodigiano come primo focolaio dell’epidemia, indirizzan­dola al premier Giuseppe Conte. E durante il lockdown aveva scritto anche a Mattarella: «Speravo in un messaggio di sostegno ai miei concittadi­ni, ma questa visita nella nostra terra è un gesto di grande umanità e di incredibil­e valore».

Al fianco di Sergio Mattarella ci sarà anche il governator­e lombardo Fontana: «L’ho ringraziat­o — afferma — per un segno d’attenzione verso la nostra terra e tutti i lombardi particolar­mente importante e davvero molto gradito». La cittadina da ieri pomeriggio è in fibrillazi­one. Quella del 2 giugno 2020 sarà la seconda visita assoluta di un presidente della Repubblica nel Lodigiano: il primo fu Carlo Azeglio Ciampi nel dicembre 2005 e in quell’occasione si fermò a Lodi una notte. Mattarella, invece, dopo l’incontro nell’ex zona rossa ripartirà per Roma.

Il sindaco Mi ha chiamato al telefono, ha lodato la resistenza e la resilienza dei lodigiani durante l’emergenza

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