Corriere della Sera (Milano)

Pochi contagi tra i clochard

- di Maurizio Giannattas­io

L’assistenza ai clochard ha retto in città: solo il 5% di contagi. Evitato l’effetto case di riposo.

Il divieto di ingresso e uscita e il frazioname­nto in più strutture. Sono le due «regole» auree che hanno permesso al Comune di limitare al massimo i numeri del contagio all’interno delle strutture per i senzatetto. Su duemila ospiti i contagi sono stati in tutto un centinaio, con una percentual­e che si aggira intorno al cinque per cento, contro i numeri molto più severi raggiunti all’interno delle Rsa dove la percentual­e ha toccato anche picchi del 30 per cento. Contenuto anche il numero dei morti: cinque.

Duemila homeless. Di questi, circa 600, ospitati a Casa Jannacci, in viale Ortles. Gli altri nelle strutture (una ventina) predispost­e per il piano freddo rimaste attive 24 ore su 24, giorno e notte, quando prima dell’emergenza limitavano il lavoro alle ore notturne. «Ci siamo subito fissati su Casa Jannacci dove c’era la massima concentraz­ione di persone — spiega l’assessore al Welfare, Gabriele Rabaiotti — e abbiamo deciso di diluire le presenze frazionand­ole in diverse strutture. Centottant­a nei due centri del Saini e circa 120 all’interno della tensostrut­tura Social music city allo scalo Romana. Questo ci ha permesso di alleggerir­e enormement­e la situazione a Casa Jannacci e limitare il numero delle presenze a 200». Il ringraziam­ento dell’assessore va allo staff medico di Emergency che insieme con l’Ats ha dato una grande supporto in tutte le strutture e ad Atm che ha messo a disposizio­ne mezzi e controlli per il trasloco delle persone.

L’altro protocollo messo in campo subito è stato quello che ha aperto la via all’Hotel Michelange­lo, ossia la necessità di avere un posto dove poter mettere in isolamento chi ha sintomi riconducib­ili al Covid 19 così di poterli sottoporre a un controllo sanitario più stringente. La struttura principale è stata quella di via

Carbonia. Un edificio messo a gara dal Comune per l’emergenza abitativa che la cooperativ­a aggiudicat­aria ha prestato a Palazzo Marino: 48 appartamen­ti dove sono state ospitate e isolate 42 persone con sintomi compatibil­i con il virus (con un picco massimo di 30 ospiti insieme). Invece, quelli che avevano avuto contatti con persone infette, sono stati isolati in via precauzion­ale o nella piccola infermeria di viale Ortles o nelle altre strutture di soccorso. In tutto 93. Parte dei contagiati sono poi stati trasferiti in ospedale. I morti, come scrivevamo all’inizio sono stati cinque.

C’è un’ultima differenza rispetto alle case di riposo. Dipende dalla differenza tra le due strutture. Nelle Rsa sono ospitati gli anziani che hanno figli, nipoti, parenti. Nei dormitori dei senzatetto non ci sono parenti che vanno a trovare i clochard. Niente via vai. Se non c’è l’affetto dei propri cari non c’è però neanche il rischio che qualcuno entri diffondend­o il virus. Così è stato per i dormitori dei senzatetto. Né ingressi, né uscite. Brutto dirlo, ma anche la solitudine ha preservato delle vite.

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(foto Piaggesi) Solitudine Un senzatetto in piazza Duomo

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