Vacanze, veleni e fiato sospeso
Scontro tra Sala e governatore sardo. Corsa alle seconde case in Lombardia. Studio Humanitas: 10% asintomatici
Il sindaco Beppe Sala attacca, senza nominarli, i governatori del Sud che chiedono ai turisti lombardi un patentino d’immunità. Mentre si decide sulle riaperture regionali del 3 giugno, i milanesi riscoprono località dimenticate e seconde case.
Ieri, oltre 700 tra titolari di agenzie di viaggi e tour operator hanno manifestato davanti alla Stazione Centrale: si stima una perdita di fatturato nel 2020 dell’80%. La prima indagine epidemiologica sul Covid-19 in Lombardia rivela che due persone su dieci hanno avuto il coronavirus quasi senza rendersene conto.
Vestendo il mantello del milanese imbruttito il sindaco Beppe Sala prende il megafono della sua città, che non accetta di fare le vacanze con il passaporto sanitario in tasca, e senza nominarli, attacca quei governatori che chiedono ai turisti lombardi di mettersi un test sierologico in valigia prima di partire. Sala difficilmente farà le vacanze in Sicilia o in Sardegna. Più facilmente in Liguria dove il presidente Giovanni Toti sta stendendo il tappeto rosso per la delegazione milanese. «Quando poi deciderò dove andare per un weekend o per una vacanza, me ne ricorderò», dice il sindaco minacciando ripicche turistiche.
Tra oggi e domani l’eterno (e spiacevole) dibattito sulle riaperture dei confini regionali del 3 giugno dovrebbe arrivare a una sentenza. Sala sa che i milanesi, come in generale i lombardi, hanno fatto bene i compiti a casa in questi durissimi tre mesi di lockdown. Sulla scia di numeri calante, avanza il grande tema di quest’estate dal mappamondo a marce ridotte. «A parte il fatto che non è così semplice disporre di questi test, penso sia sbagliato discriminare gli italiani per regioni di appartenenza. Milano e la Lombardia saranno sempre terre di libertà e di accoglienza. Ci aspettiamo lo stesso dal resto del Paese», dice il sindaco.
E se una volta in questo periodo dell’anno ci si chiedeva cosa mettere in valigia, ora il tema si sposta sul quando si potrà fare la valigia. Quello tra i milanesi e le loro seconde case è una storia antica. C’era una volta il soggiorno in riva al lago per scappare dalle bombe. Ora la guerra è un’altra ma il desiderio di cambiare aria immutato. Nasce negli anni ‘50 l’indissolubile legame con la Liguria. In montagna si andava in Valtellina, poi la scoperta della Val d’Aosta e primi tradimenti estivi in direzione Versilia. Tutti per ora lussi fuori Regione. «Oggi si riscoprono località e case dimenticate», racconta Giuseppe Campisciano, vicepresidente della Fimaa. E così ecco le prime fughe in direzione Val Seriana e Val Brembana, le montagne sotto casa, e chi se ne importa se da qui tre mesi fa si scatenava l’inferno. La seconda casa oggi diventa una risorsa. «Negli ultimi 20 anni è cambiato l’approccio dei milanesi alle vacanze. I nostri nonni andavano per stare. Le nuove generazioni hanno imparato a viaggiare. Ci aspetta un’estate d’altri tempi», continua Campisciano. Grecia, Spagna, ma anche la Sardegna (visto il clima politico), sembrano le Maldive, per distanza logistica. E così torna il lusso di mettersi in coda per salire in Valtellina. Lo scorso weekend i sindaci locali, che nelle settimane del picco di epidemia, facevano le barricate, hanno aperto la sta
gione. Sono arrivati i milanesi col bagaglio a mano. Prove di un’estate a chilometro zero. L’ultimo weekend sembrava Ferragosto, ma pochi sono rimasti, sfruttando la libertà di poter fare avanti e indietro. La tendenza alla montagna più che al mare qui si vede anche nella prenotazione: a Chiesa in Valmalenco non c’è un buco per i prossimi mesi.
I milanesi stanno riscoprendo anche l’altra roccaforte, la Valle Intelvi. Qui dove poco più di un mese fa erano costretti a tenere le luci spente per evitare le ronde dei locali, ora ci si prepara a una lunga estate di convivenza. Si riscoprono le case a Laveno o Luino, in quel Varesotto oggi a portata di Dpcm. Zone dove molte famiglie, grazie all’assist dello smart working, hanno già traslocato. Anche se da queste parti aspettano che si riapra l’altro confine, quello con la Svizzera. Che qui col franco pesante sono l’unica vitamina per l’economia.
Sala Siamo terra di libertà e accoglienza e ci aspettiamo lo stesso dalle altre regioni Quando decideremo dove fare le vacanze ne terremo conto