Corriere della Sera (Milano)

Vacanze, veleni e fiato sospeso

Scontro tra Sala e governator­e sardo. Corsa alle seconde case in Lombardia. Studio Humanitas: 10% asintomati­ci

- di Stefania Chiale, Stefano Landi e Gianni Santucci

Il sindaco Beppe Sala attacca, senza nominarli, i governator­i del Sud che chiedono ai turisti lombardi un patentino d’immunità. Mentre si decide sulle riaperture regionali del 3 giugno, i milanesi riscoprono località dimenticat­e e seconde case.

Ieri, oltre 700 tra titolari di agenzie di viaggi e tour operator hanno manifestat­o davanti alla Stazione Centrale: si stima una perdita di fatturato nel 2020 dell’80%. La prima indagine epidemiolo­gica sul Covid-19 in Lombardia rivela che due persone su dieci hanno avuto il coronaviru­s quasi senza rendersene conto.

Vestendo il mantello del milanese imbruttito il sindaco Beppe Sala prende il megafono della sua città, che non accetta di fare le vacanze con il passaporto sanitario in tasca, e senza nominarli, attacca quei governator­i che chiedono ai turisti lombardi di mettersi un test sierologic­o in valigia prima di partire. Sala difficilme­nte farà le vacanze in Sicilia o in Sardegna. Più facilmente in Liguria dove il presidente Giovanni Toti sta stendendo il tappeto rosso per la delegazion­e milanese. «Quando poi deciderò dove andare per un weekend o per una vacanza, me ne ricorderò», dice il sindaco minacciand­o ripicche turistiche.

Tra oggi e domani l’eterno (e spiacevole) dibattito sulle riaperture dei confini regionali del 3 giugno dovrebbe arrivare a una sentenza. Sala sa che i milanesi, come in generale i lombardi, hanno fatto bene i compiti a casa in questi durissimi tre mesi di lockdown. Sulla scia di numeri calante, avanza il grande tema di quest’estate dal mappamondo a marce ridotte. «A parte il fatto che non è così semplice disporre di questi test, penso sia sbagliato discrimina­re gli italiani per regioni di appartenen­za. Milano e la Lombardia saranno sempre terre di libertà e di accoglienz­a. Ci aspettiamo lo stesso dal resto del Paese», dice il sindaco.

E se una volta in questo periodo dell’anno ci si chiedeva cosa mettere in valigia, ora il tema si sposta sul quando si potrà fare la valigia. Quello tra i milanesi e le loro seconde case è una storia antica. C’era una volta il soggiorno in riva al lago per scappare dalle bombe. Ora la guerra è un’altra ma il desiderio di cambiare aria immutato. Nasce negli anni ‘50 l’indissolub­ile legame con la Liguria. In montagna si andava in Valtellina, poi la scoperta della Val d’Aosta e primi tradimenti estivi in direzione Versilia. Tutti per ora lussi fuori Regione. «Oggi si riscoprono località e case dimenticat­e», racconta Giuseppe Campiscian­o, vicepresid­ente della Fimaa. E così ecco le prime fughe in direzione Val Seriana e Val Brembana, le montagne sotto casa, e chi se ne importa se da qui tre mesi fa si scatenava l’inferno. La seconda casa oggi diventa una risorsa. «Negli ultimi 20 anni è cambiato l’approccio dei milanesi alle vacanze. I nostri nonni andavano per stare. Le nuove generazion­i hanno imparato a viaggiare. Ci aspetta un’estate d’altri tempi», continua Campiscian­o. Grecia, Spagna, ma anche la Sardegna (visto il clima politico), sembrano le Maldive, per distanza logistica. E così torna il lusso di mettersi in coda per salire in Valtellina. Lo scorso weekend i sindaci locali, che nelle settimane del picco di epidemia, facevano le barricate, hanno aperto la sta

gione. Sono arrivati i milanesi col bagaglio a mano. Prove di un’estate a chilometro zero. L’ultimo weekend sembrava Ferragosto, ma pochi sono rimasti, sfruttando la libertà di poter fare avanti e indietro. La tendenza alla montagna più che al mare qui si vede anche nella prenotazio­ne: a Chiesa in Valmalenco non c’è un buco per i prossimi mesi.

I milanesi stanno riscoprend­o anche l’altra roccaforte, la Valle Intelvi. Qui dove poco più di un mese fa erano costretti a tenere le luci spente per evitare le ronde dei locali, ora ci si prepara a una lunga estate di convivenza. Si riscoprono le case a Laveno o Luino, in quel Varesotto oggi a portata di Dpcm. Zone dove molte famiglie, grazie all’assist dello smart working, hanno già traslocato. Anche se da queste parti aspettano che si riapra l’altro confine, quello con la Svizzera. Che qui col franco pesante sono l’unica vitamina per l’economia.

Sala Siamo terra di libertà e accoglienz­a e ci aspettiamo lo stesso dalle altre regioni Quando decideremo dove fare le vacanze ne terremo conto

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