Diritti in Rete e nodo privacy La «lezione» della pandemia
Digital Week
Se sulla «tutela dei diritti in Rete», la gestione delle fake news, la responsabilità di media e piattaforme non si finisce mai di rivedere sfide, dubbi e risultati, la pandemia di coronavirus ha fornito un corso di aggiornamento accelerato. Nella politica, nel mondo dell’informazione e sui social: è stato raccontato in un seminario online della Milano Digital Week ieri pomeriggio. Così, il Comune di Milano ha sviluppato un servizio di chatbot su WhatsApp, scaricato da oltre 12mila persone in cinque giorni, per offrire informazioni puntuali ai cittadini sull’emergenza, «ma su cinque settimane di sviluppo, tre sono andate alla questione privacy e sicurezza — dice l’assessora alla Trasformazione digitale Roberta Cocco —. Perché mai come oggi il digitale è uno strumento, non deve essere il fine». Facebook, in questi mesi, ha aggiornato le linee guida di rimozione dei contenuti, informa Angelo Mazzetti, Public Policy Manager di Facebook Italia, cancellando «non solo i contenuti che violano gli standard della comunità, ma anche quelli falsi relativi al Covid che potessero portare danni fisici imminenti», come l’invito a «bere la candeggina». Più che «la fake news — dice il vicedirettore del Corriere Daniele Manca — dobbiamo preoccuparci dell’architettura che sottende alla gestione dei dati. Abbandoniamo il concetto ottocentesco di privacy: quello che interessa è il dato sui nostri comportamenti».